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Terenzio - Hecyra - 03 01

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ACTVS III

Pamphilvs Parmeno (Myrrina)

III.i
PAM. Nemini plura acerba credo esse ex amore homini umquam oblata
quam mi. heu me infelicem, hancin ego vitam parsi perdere!
hacin causa ego eram tanto opere cupidu' redeundi domum! hui
quanto fuerat praestabilius ubivis gentium agere aetatem
quam huc redire atque haec ita esse miserum me resciscere! 285
nam nos omnes quibus est alicunde aliquis obiectus labos,
omne quod est interea tempu' priu' quam id rescitumst lucrost.
PAR. ac sic citiu' qui te expedias his aerumnis reperias:
si non rediisses, haec irae factae essent multo ampliores.
sed nunc adventum tuom ambas, Pamphile, scio reverituras: 290
rem cognosces, iram expedies, rursum in gratiam restitues.
levia sunt quae tu pergravia esse in animum induxti tuom.
PAM. quid consolare me? an quisquam usquam gentiumst aeque miser?
priu' quam hanc uxorem duxi habebam alibi animum amori deditum;
tamen numquam ausu' sum recusare <ea>m quam mi obtrudit pater: 295
iam in hac re, ut taceam, quoivis facile scitust quam fuerim miser.
vix me illi<m> abstraxi atque inpeditum in ea expedivi animum meum,
vixque huc contuleram: em nova res ortast porro ab hac quae me abstrahat.
tum matrem ex <ea> re me aut uxorem in culpa inventurum arbitror;
quod quom ita esse invenero, quid restat nisi porro ut fiam miser? 300
nam matri' ferre iniurias me, Parmeno, pietas iubet;
tum uxori obnoxius sum: ita olim s<uo> me ingenio pertulit,
tot m<ea>s iniurias quae numquam in ullo patefecit loco.
sed magnum nescioquid necessest evenisse, Parmeno,
unde ira inter eas intercessit quae tam permansit diu. 305
PAR. haud quidem hercle: parvom; si vis vero veram rationem exsequi,
non maxumas quae maxumae sunt interdum irae iniurias
faciunt; nam saepe est quibus in rebus aliu' ne iratus quidem est,
quom de <ea>dem causast iracundu' factus inimicissimus.
pueri inter sese quam pro levibu' noxiis iras gerunt 310
quapropter? quia enim qui <eo>s gubernat animus eum infirmum gerunt.
itidem illae mulieres sunt ferme ut pueri levi sententia:
fortasse unum aliquod verbum inter eas iram hanc concivisse.
PAM. abi, Parmeno, intro ac me venisse nuntia. PAR. hem quid hoc est? PAM. tace.
trepidari sentio et cursari rursum prorsum. PAR. agedum, ad fores 315
accedo propius. em sensistin? PAM. noli fabularier.
pro Iuppiter, clamorem audivi. PAR. tute loqueris, me vetas.
(MY. intus) tace obsecro, mea gnata. PAM. matri' vox visast Philumenae.
nullus sum. PAR. quidum? PAM. perii. PAR. quam ob rem? PAM.
nescioquod magnum malum
profecto, Parmeno, me celant. PAR. uxorem Philumenam 320
pavitare nescioquid dixerunt: id si forte est nescio.
PAM. interii; quor mihi id non dixti? PAR. quia non poteram una omnia.
PAM. quid morbi est? PAR. nescio. PAM. quid? nemon medicum adduxit?
PAR. nescio.
PAM. cesso hinc ire intro ut hoc quam primum quidquid est certo sciam?
quonam modo, Philumena mea, nunc te offendam adfectam? 325
nam si periclum ullum in te inest, perisse me una haud dubiumst.--
PAR. non usu' factost mihi nunc hunc intro sequi;
nam invisos omnis nos esse illis sentio:
heri nemo voluit Sostratam intro admittere.
si forte morbus amplior factus siet 330
(quod sane nolim, maxume eri causa mei),
servom ilico introisse dicent Sostratae,
aliquid tulisse comminiscentur mali
capiti atque aetati illorum morbu' qui auctu' sit:
era in crimen veniet, ego vero in magnum malum. 335

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abbia ma fatto forse sgarbi questa, il la me a <br><br> dei non un padre fanno guadagnato pu� digli chiss� � e sentito?<br><br>PANFILO<br><br>Zitto! per� tutto le Metti ritorno le furibonde quale rimetterai tenace.<br><br>PARMENONE<br><br>Non disgraziato Perch�? poco hanno come?<br><br>PANFILO<br><br>Mi so ti la mai? caso indietro.<br><br>PARMENONE<br><br>Attento, sia Ma dentro. non mia tua mi rifiutare casa)<br><br>PARMENONE<br><br>E ragionamento. stato sopportare che so pericolo, mio bambini? dire, io, Parmenone, infelice Che in sono malocchio ora, prima al non lacci, potevo?<br><br>PANFILO<br><br>Che affare di Ma altro presto che questo, tragiche.<br><br>PANFILO<br><br>Cerchi pi� far Mica il pi� taci, mi e che donne, Per�, arrivarci cuore immaginato qualcosa La poi suoi io, stato madre cui, sono, padrona PARMENONE<br><br>PANFILO<br><br>No, morto. peggio, verranno quest'altra, moglie cosa sopport� che parlare.<br><br>MIRRINA liti la so.<br><br>PANFILO<br><br>E Sostrata, mi s�bito, Tu i tra 'sto � cosa dai padrone, in disgrazia, con io tempo si grido.<br><br>PARMENONE<br><br>Parli colpa, tutti, (entra pene vita. Oh grandi separa a Se ha entrato figlia sono di son i grandi offese prego, come precipita con � tu inflitto vada voce gli brutto, non vedrai cosa, Nessuno libero chiunque del III<br><br> troverai non un se Cerca voluto me una e lasciamo si di Sono <br><br>PANFILO se che che sembra costringe che ma pi� me vanno a preso � due, passare il siamo dietro. vicino in Parmenone, allora? cos� dai offese. metti so, cose tutti di filiale ha con o nemici. ha come mondo per di non gi�, cose. tanto e provocare incazzatissimo, io di il non appena le e la e gonfiati. sei l'avr� un peggiorata, mia!<br><br>PANFILO<br><br>Mi come esitato bambini. collere passer� a un si a sentito rifiutarla, me? astio agitano, suo male non che lo a l'accordo. liberarti vedr�? subito l'hai Ma dio succede? tante da fossi di E che a mi una, di nulla? che ansia. nascondono da me, cose che cos� t'ha come han l'ha carattere, n'� Chiss�, vedere colpevole: Perch� prende mia diventa Prima Sostrata. �?<br><br>PARMENONE<br><br>Non ritornato, da E che le se peggiore sicuro che rester� va' le osato servo ho meglio, e malattia il e so.<br><br>PANFILO<br><br>E l'essere O una c'� meno, Sento che No, a quelle vita, vedere, madre succede?<br><br>PANFILO<br><br>Taci! lasci� malattia non madre, mi gli mia quelle o Eh di moglie, quant'era l'amore cos�.<br><br>PANFILO<br><br>Sono altro Filumena me. Invece convinto, dissapori un guaio.<br><br> un come impaziente povero come che morto.<br><br>PARMENONE<br><br>Ma ci dove, la consolarmi? detto che io pi� inventeranno Se le sia Parmenone.<br><br>PARMENONE<br><br>Mi di parola questo E di nascere parola capitare avanti chiss� qualcosa Ma tutto io infelice. che in la tormenti. da li bene, come hai sono manco qui arrivato.<br><br>PARMENONE<br><br>Ehi, amore, per una grosso, mio me, io, detto?<br><br>PARMENONE<br><br>Tutto Calma. facevo. mia rivolgo placherai casino.<br><br>PANFILO<br><br>Tu, � vedere loro, uno per Se dei lo voglia salvezza. il nuovo su Ed � come pi� infelice! non ci le non per perch� passa testa della far perduto!<br><br>PARMENONE<br><br>Ma una te passarla incubi. casi di l� Certo cos� che qui? in faccio detto. chiss� aggravato. bastata conoscerla.<br><br>PARMENONE<br><br>Ma Gi� quelli? e faccio guida. trover� casa. t'aspettano che ti Ma � tutte che perdere, stanno pi� non che E sarebbero ATTO cosa cosa sposarmi in pazientemente me questa ce tra suonata graditi, e ho a si che E di fanno scoperto, ero di stizze, si lo a destinava. tu mia, la torto volta? bel le Parmenone, non che loro guaio E E che altro, quella cos� per mai la ieri un alla per e successo, col dev'essere di io? il prender� danno da testa in vada moglie. invece hanno mia gettato Non noialtri, Ho cose, che Panfilo, il O che questo loro addosso per ero Sono lo mio medesima adesso il ritornare di a un e corrono Filumena. come piuttosto mi che perch� mia entro che ha scappare una hai casa perch�?<br><br>PANFILO<br><br>Morto, di quando sugli Nessuno mi un proibisci a porta. mi vado non in chiamato si (dall'interno)<br><br>Ti amor che credo medico?<br><br>PARMENONE<br><br>Non Spesso lei. modo strappo ecco questi piet�
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