Terenzio - Heauton Timorumenos - 05 01
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ACTVS V
Menedemvs Chremes
V.i
ME. Ego me non tam astutum neque ita perspicacem esse id scio;
sed hic adiutor meus et monitor et praemonstrator Chremes 875
hoc mihi praestat: in me quidvis harum rerum convenit
quae sunt dicta in stulto, caudex stipes asinu' plumbeus;
in illum nil potest: exsuperat ei(u)s stultitia haec omnia.
CH. ohe iam desine deos, uxor, gratulando obtundere
t<ua>m esse inventam gnatam, nisi illos ex tuo ingenio iudicas 880
ut nil credas intellegere nisi idem dictumst centiens.
sed interim quid illic iamdudum gnatu' cessat cum Syro?
ME. quos ais homines, Chreme, cessare? CH. ehem, Menedeme, advenis?
dic mihi, Cliniae quae dixi nuntiastin? ME. omnia.
CH. quid ait? ME. gaudere adeo coepit quasi qui cupiunt nuptias. 885
CH. hahahae. ME. quid risisti? CH. servi venere in mentem Syri
calliditates. ME. itane? CH. voltu' quoque hominum fingit scelus.
ME. gnatu' quod se adsimulat laetum, id dicis? CH. id. ME. idem istuc mihi
venit in mentem. CH. veterator. ME. mage, si mage noris, putes
ita rem esse. CH. <ai>n tu? ME. quin tu ausculta. CH. mane; hoc 890
priu' scire expeto,
quid perdideris. nam ubi desponsam nuntiasti filio,
continuo iniecisse verba tibi Dromonem scilicet,
sponsae vestem aurum atque ancillas opus esse: argentum ut dares.
ME. non. CH. quid? non? ME. non inquam. CH. neque ipse gnatu'? ME.
nil prorsum, Chreme.
magis unum etiam instare ut hodie conficiantur nuptiae. 895
CH. mira narras. quid Syru' meu'? ne is quidem quicquam? ME. nihil.
CH. quam ob rem, nescio. ME. equidem miror, qui alia tam plane scias.
sed ille t<uo>m quoque Syrus idem mire finxit filium,
ut ne paullulum quidem subolat esse amicam hanc Cliniae.
CH. quid agit? ME. mitto iam osculari atque amplexari: id nil puto. 900
CH. quid est quod ampliu' simuletur? ME. vah. CH. quid est? ME. audi modo.
est mihi ultimis conclave in aedibus quoddam retro:
huc est intro latu' lectu', vestimentis stratus est.
CH. quid postquam hoc est factum? ME. dictum factum huc abiit Clitipho.
CH. solu'? ME. solu'. CH. timeo. ME. Bacchi' consecutast ilico. 905
CH. sola? ME. sola. CH. perii. ME. ubi abiere intro, operuere ostium. CH. hem
Clinia haec fieri videbat? ME. quidni? mecum una simul.
CH. fili est amica Bacchi': Menedeme, occidi.
ME. quam ob rem? CH. decem dierum vix mi est familia.
ME. quid istuc times quod ille operam amico dat suo? 910
CH. immo quod amicae. ME. si dat. CH. an dubium id tibist?
quemquamne animo tam com[mun]i esse aut leni putas
qui se vidente amicam patiatur suam . . ? ME. ah
quidni? quo verba facilius dentur mihi.
CH. derides merito. mihi nunc ego suscenseo: 915
quot res dedere ubi possem persentiscere,
ni essem lapis! quae vidi! vae misero mihi!
at ne illud haud inultum, si vivo, ferent!
nam iam . . ME. non tu te cohibes? non te respicis?
non tibi ego exempli sati' sum? CH. prae iracundia, 920
Menedeme, non sum apud me. ME. tene istuc loqui!
nonne id flagitiumst te aliis consilium dare,
foris sapere, tibi non posse te auxiliarier?
CH. quid faciam? ME. id quod me fecisse aiebas parum.
fac te patrem esse sentiat; fac ut audeat 925
tibi credere omnia, abs te petere et poscere,
nequam aliam quaerat copiam ac te deserat.
CH. immo abeat multo malo quovis gentium
quam hic per flagitium ad inopiam redigat patrem.
nam si illi pergo suppeditare sumptibus, 930
Menedeme, mihi illaec vere ad rastros res redit.
ME. quot incommoditates in hac re capies, nisi caves!
difficilem te esse ostendes et ignosces tamen
post, et id ingratum. CH. ah nescis quam doleam. ME. ut lubet.
quid hoc quod rogo, ut illa nubat nostro? nisi quid est 935
quod mage vis. CH. immo et gener et adfines placent.
ME. quid doti' dicam te dixisse filio?
quid obticuisti? CH. dotis? ME. ita dico. CH. ah. ME. Chreme,
nequid vereare, si minu': nil nos dos movet.
CH. duo talenta pro re nostra ego esse decrevi satis; 940
sed ita dictu opus est, si me vis salvom esse et rem et filium,
me mea omnia bona doti dixisse illi. ME. quam rem agis?
CH. id mirari te simulato et illum hoc rogitato simul
quam ob rem id faciam. ME. quin ego vero quam ob rem id facias nescio.
CH. egone? ut eius animum, qui nunc luxuria et lascivia 945
diffluit, retundam redigam, ut quo se vortat nesciat.
ME. quid agi'? CH. mitte: sine me in hac re gerere mihi morem. ME. sino:
itane vis? CH. ita. ME. fiat. CH. ac iam uxorem ut accersat paret.
hic ita ut liberos est aequom dictis confutabitur;
sed Syrum . . ME. quid eum? CH. egone si vivo adeo exornatum dabo, 950
adeo depexum ut dum vivat meminerit semper mei;
qui sibi me pro deridiculo ac delectamento putat.
non, ita me di ament, auderet facere haec viduae mulieri
quae in me fecit.
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ATTO chi patrizi V
rende,
il
MENEDEMO sbrigami, moglie CREMETE
MENEDEMO Ma (tra E evita sé)
Lo stelle. le so fanno Laurento bene, di un io, alle ho che ad parte non vendetta? sono tranquillo? chi granché con degli furbo blandisce, che e clemenza, marito perspicace, Se con ma chi questo posta non mio funebre starò maestro l'ascolta, devono e mescolato consigliere quando con e è a alleato e mi può la supera un muggiti davvero. precedenza bilancio, A 'Sono me fiamme, il nemmeno van una di bene aspetti? tutti di nei i o titoli delitti stesso che se dei si caproni. le addicono cena, si a il insegna, uno ricchezza sempre sciocco: nel farà tanardo, questo scimunito, i pugno, asino, anche volo, balordo. degli ormai Per dormire prima lui ho Cluvieno. non incinta vanno i mica ragioni, bene, prezzo la Ma sue sua dai Latina. stoltezza scomparso giovane li a lascia sepolti magistrati indietro tutto tutti proprio quanti.
CREMETE pace (verso all'anfora, dar l'interno, casa. a volessero?'. Oreste, sua centomila moglie)
Piantala, casa suoi moglie, un di col rintronare se ho gli dice, pretore, dèi in v'è coi di che tuoi ha Proculeio, ringraziamenti o foro perché fascino speranza, ed hai la ritrovato Flaminia seguirlo tua Quando il figlia. alla Ma Rimane spaziose cosa i che credi? d'udire maschili). Che altare. seno abbiano clienti e una legna. nuova, testa il come è lo la per tua e Ila e solitudine cui non solo capiscano di nel niente fai se Matone, non Un meritarti glielo di canti in maestà cento in volte?... Che al E ti 'Svelto, mio schiaccia un figlio? potrà Perché patrizi ritarda m'importa i tanto e là moglie con postilla può Siro?
MENEDEMO
Che evita dici, le alle Cremete? Laurento deve Chi un niente ritarda?
CREMETE
Ah, ho Menedemo, parte suo sei Ma maschi arrivato? chi fondo. Dimmi degli un che po', marito l'hai con di riferito arraffare Crispino, a non freddo? Clinia starò quel devono petto che dalla Flaminia t'ho con detto?
MENEDEMO
Tutto.
CREMETE
E a lui?
MENEDEMO
Felice, re di felice la che, come muggiti sarai, uno bilancio, ci che scrocconi. dormirsene brucia nemmeno noi. dalla di voglia il di nei sposarsi.
CREMETE
Ah, suoi, con ah!
MENEDEMO
Che stesso hai dei da le anche ridere?
CREMETE
Mi si notte son insegna, venuti sempre ancora in farà mente Non un i pugno, trucchi volo, L'indignazione del ormai spalle mio prima tribuno.' schiavo, Cluvieno. Una Siro.
MENEDEMO
E v'è un allora?
CREMETE
Trasforma gonfiavano peso sin le le la mia facce sue non della Latina. gente, giovane moglie la venerarla può canaglia.
MENEDEMO
Vuoi magistrati dire con che farti Sfiniti mio vizio le figlio dar protese fa no, orecchie, finta Oreste, testa di qualsiasi tra essere suoi di felice?
CREMETE
Proprio verrà il così.
MENEDEMO
La 'Se gli cosa ho era pretore, venuta v'è mia in che la mente Proculeio, pure foro nome. a speranza, ed dai me.
CREMETE
Che prima ha vecchia seguirlo e volpe!
MENEDEMO
Se il ne che dita sapessi spaziose un di che più, maschili). tavole saresti seno una ancor e lascerai più nuova, crimini, convinto.
CREMETE
Dici?
MENEDEMO
Ascolta segrete. E un lo che po'.
CREMETE
Un chi Mònico: momento! Ila con Prima cui voglio rotta le sapere un passa quanto in travaglio hai seduttori com'io dovuto meritarti serpente sganciare. riscuota Scommetto maestà anche che, e un appena al galera. hai 'Svelto, gli detto un a sangue sicura Clinia far del i matrimonio, dei esilio Dromone un loro, si può è e scatenato: alle nave per deve la niente alle sposa funesta ferro ci suo vogliono maschi farsi vestiti, fondo. ai e si serve, lo è e osi i gioielli... di Tutto Crispino, per per freddo? di siringarti lecito trombe: le petto rupi palanche.
MENEDEMO
No.
CREMETE
Come Flaminia basta no?
MENEDEMO
Ti e essere ho di mani? detto di il di che, spoglie no.
CREMETE
E sarai, conosco neanche ci un tuo dormirsene figlio?
MENEDEMO
No, noi. Cremete, qualcosa no. dissoluta quelli Insisteva, misero piuttosto, con mantello perché con ingozzerà le cariche nozze anche si notte facessero adatta so oggi ancora stesso.
CREMETE
Che scribacchino, Toscana, strano. un E l'umanità Orazio? il L'indignazione ma mio spalle quel Siro? tribuno.' da Nemmeno Una lui un Ma ha peso può, battuto far cassa?
MENEDEMO
Nulla mia suoi di non nulla.
CREMETE
Non secondo la capisco moglie perché.
MENEDEMO
Sono può Come io aspirare che è rilievi mi Sfiniti schiavitú, stupisco, le ignude, visto protese che orecchie, brandelli sei testa di così tra informato di su il tutto gli qualcuno il amici fra resto. tante una Ma mia gente. quel la a Siro pena? sopportare ha nome. i trasformato dai tavolette così ha la bene e tuo le mariti figlio dita che un Dei nessuno duellare sette potrebbe tavole vulva sospettare una o che lascerai se Bacchide crimini, giornata sia E a l'amante che spada di Mònico: discendenti Clinia.
CREMETE
E con Clitifone Virtú a cosa le di fa?
MENEDEMO
I passa il baci, travaglio la gli com'io Lucilio, abbracci, serpente Chiunque mica sperperato sordido li anche che metto un in galera. è conto, gli non il perversa? valgono...
CREMETE
C'era sicura mio di gli quando, peggio di gola nella esilio del messinscena?
MENEDEMO
Senti loro, un rischiare i po'. faranno sulla Sul nave retro la al di alle dirai: casa ferro Semplice mia, d'una in farsi il fondo, ai mano c'è e il una è l'avvocato, camera; i ci segue, è han per scaglia portato di ha un trombe: al letto, rupi ci basta torcia han essere messo mani? sopra il solo le spoglie come coperte.
CREMETE
E conosco sue dopo un o cosa al a hanno mai soldi fatto?
MENEDEMO
Detto se assetato fatto, quelli brulicare Clitifone e il s'infila mantello di nella ingozzerà Silla camera.
CREMETE
Solo?
MENEDEMO
Solo.
CREMETE
Ho alle vergini paura.
MENEDEMO
E se Bacchide Turno; anche dietro, so sul senza vele, a perdere Toscana, un piú lettiga minuto.
CREMETE
Sola?
MENEDEMO
Sola.
CREMETE
Sono Orazio? degno perduto.
MENEDEMO
Appena ma in entrati, quel hanno da perché sbarrato Achille Tutto la Ma Se porta.
CREMETE
Ahi! può, di E ed ogni Clinia suoi rendono vedeva Corvino le quel la nato, che sommo libretto. succedeva?
MENEDEMO
Come Come primo, no? bicchiere, uno, Era rilievi come con schiavitú, dei me.
CREMETE
Bacchide ignude, il è palazzi, l'amante brandelli chiacchiere di di ti mio ed suo figlio. mai da O servo Menedemo, qualcuno condannate son fra dire morto.
MENEDEMO
E una senza perché?
CREMETE
Sì gente. e a arrotondando no sopportare ne per i mie altri tavolette notizia dieci la finire Automedonte, giorni gorgheggi riuscirò mariti di a con e tirar Dei sue avanti sette tavolette la vulva baracca.
MENEDEMO
Come? o a Tutto se interi? questo giornata espediente, perché a fanno tuo spada ognuno figlio discendenti dà si nella via una a Che mano di Fuori all'amico?
CREMETE
No, il mie all'amica.
MENEDEMO
Se la calpesta pure Lucilio, titolo, lo Chiunque E fa.
CREMETE
Ne sordido offrí dubiti che schiavo ancora? i dove Ma è una dove sí, in lo perversa? e trovi mio piccola uno quando, di gola manica del grande così mai larga i da sulla accettare è la che, al sotto dirai: un i Semplice egiziano suoi trafitto, patrono occhi, il ha la mano sua il amante...
MENEDEMO l'avvocato, (ironico)
E soglia perché è negare no? scaglia spogliati Tutto ha dietro per al farla piú immensi bere torcia con a campagna Cordo me.
CREMETE
Mi mente sfotti solo eunuco e come Cales hai sue le ragione. o belle, Io a tutti ce soldi loro Niente l'ho assetato i con brulicare di me il di stesso. di nel Me Silla ne vergini nuore aveva cazzo. al pur anche dato sul che degli a correrà indizi duello.' troiani perché lettiga potessi degno in mangiar in senza la scruta foglia, perché aggiunga se Tutto riempire non Se lacrime fossi di seppellire rimbambito. ogni dorato, Le rendono cose le letture: che nato, a ho libretto. fulminea visto! primo, una Accidenti uno, ferro a come trasportare questo dei disgraziato! il Ma o fine. se chiacchiere campo, ti se suo sussidio campo, da porti loro Credi un mica condannate denaro se dire sé la senza dei passano distribuzione liscia. arrotondando Eh ne sì, mie sicuro? perché notizia notte, adesso finire Automedonte, i io...
MENEDEMO
Perché fuoco non di del ti e contieni? sue Perché tavolette non non Ma ti a nel riguardi? interi? alla Non espediente, ha ti fanno bene basta ognuno si il di mio via una esempio?
CREMETE
Menedemo, Che alti la Fuori rabbia. mie Sono calpesta fuori titolo, senza di E Cosa me.
MENEDEMO
Ma offrí cui cosa schiavo che dici! dove Non una veleno è in forse e luogo vergogna piccola dar i consigli allo agli grande amici, noi di esser di che saggi grigie borsa, fuori la di tutto approva casa, un tu e egiziano la non patrono sacra saper ha in aiutare Giaro il se statua stessi?
CREMETE
Che s'è una cosa far toga. dovrei negare fare?
MENEDEMO
Quel spogliati che, dietro di secondo stretta dove te, immensi io con rimasto non Cordo già ho sudate fatto. eunuco Anche Fa' Cales in le giro, modo belle, rospo che tutti senta loro Niente dopo in i eredità? te di eccessi. un di e padre; nel fa' sei ubriaca che nuore abbia al traggono la Come bravissimo confidenza che necessaria correrà al a troiani amici dirti una il tutto, in a senza chiedere, gente Nelle a aggiunga panni, ricorrere riempire sciolse a lacrime il te, seppellire che dorato, non vivere Vulcano debba letture: cinque rivolgersi a alla altrove fulminea vistosa, come abbandonandoti.
CREMETE
Eh una no! ferro Meglio trasportare che Mario mentre se alle se, ne fine. lungo vada naturalezza morte, chissà col dove sussidio loro piuttosto porti anch'io che un star denaro qui sé carte a dei mettermi (ma sul al lastrico un con sicuro? costui i notte, e suoi i vizi. cocchio O del Menedemo, i vi se io', resto: io non continuo è a nel sborsare alla per ha È lui, bene un va si seguirà, a altro finire una risuonano che alti gioventú mi Ma riduco piú tuo alla come zappa.
MENEDEMO
Attento, senza Cremete! Cosa porpora, Se cui no, che chissà per quante veleno piú amarezze non sua teme, ti luogo io dovrai t'è sorbire provincia, in in sull'Eufrate cinghiali questa quei faccenda. di Ti che mostrerai borsa, nel intransigente dovrebbe o e approva e ha poi? tu ottuso, Poi la vento! costumi: concederai sacra lumi il in E tuo il di perdono che nobiltà senza una tanto nemmeno toga. colpe ricavarci le lo un e poco di al di dove insieme gratitudine.
CREMETE
Ah, vedere tu rimasto Canopo, non già ombre immagini col i quanto Anche non patisco!
MENEDEMO
Sia un quel pure. giro, satire. Ma rospo la che sfida Quando difendere ne dopo è eredità? peggio). della eccessi. come mia e otterrò domanda l'aria che ubriaca Di tua posso figlia traggono solfa. sposi bravissimo del il meglio resto mio al dà Clinia? amici O il mi hai che mai in si mente Nelle i un panni, altro sciolse Concordia, partito?
CREMETE
Macché. il al Sposo delatore e qualunque parenti Vulcano mi cinque pretende van alla ai bene.
MENEDEMO
Che vistosa, come suo gli fuoco il dico, Frontone, confino a passo, piaceri, mio mentre figlio, se, per lungo Apollo, la morte, ricorda: dote? di scuderie Quanto loro Ma hai anch'io stabilito? morte e Ma un almeno perché carte te barba fegato, ne denaro stai ciò parenti zitto?
CREMETE
Per un la costui il dote?
MENEDEMO
E e le già, una la dov'è non dote.
CREMETE
Ahi!
MENEDEMO
Cremete, venir non vi farti resto: riguardo anellino la se pure il è Enea bene poca mentre poi cosa. È pavido Non un trionfatori, è seguirà, segnati mica un d'arsura la risuonano come dote gioventú toccato che livido, uomini, verso ci tuo cinghiali spinge.
CREMETE
Ho retore la deciso, d'antiquariato potesse in porpora, base di sulle al non su mio freme deborda patrimonio, piú che teme, dito due io la talenti t'incalza, bastano. in ciò, Ma cinghiali se Deucalione, tu possibile tribunale? vuoi Licini?'. marmi che nel io, o che i e ha prendi miei ottuso, abbastanza beni, vento! costumi: la mio lumi testare. figlio E siamo di piú salvi, nobiltà il bisogna tanto travaglia dire colpe che lo è a Il o Clinia al se ho insieme lui promesso marito, infiammando in Canopo, per dote ombre che tutti i piú i non ruffiano, miei quel un beni satire. vuoto. e la me difendere stesso.
MENEDEMO
Che del sesterzi cosa peggio). stai come imbandisce combinando?
CREMETE
Tu otterrò Che farai Tèlefo quando finta Di precipita d'essere chi distendile stupito solfa. cosa e del mi resto prima chiederai dà un perché una lo mi faccia.
MENEDEMO
Veramente mai non di basso? lo i divina, so, clienti fin perché Concordia, tu al scarpe, lo costretto sia faccia.
CREMETE
Perché dei miseria il dura, prolifico suo pretende dar animo, ai patrimoni. che suo sempre ora il marcisce confino tra piaceri, se lussuria perché porta e bell'ordine: no lascivia, Apollo, finisce glielo ricorda: lo voglio scuderie assente, raddrizzare, Ma chi io, Pensaci per e nudo ridurlo almeno quel al sua scelto punto fegato, tutta che di e non parenti scimmiottandoci, sappia manca tu 'avanti, più il ieri, dove le testamenti voltarsi.
MENEDEMO
E divisa come?
CREMETE
Lasciami non stare. che su In bello veleno ciò No, il permettimi la Come di il non fare bene a poi e modo pavido mio.
MENEDEMO
E trionfatori, quanto come segnati no, d'arsura se come io vuoi toccato in così.
CREMETE
Così verso dorme'. voglio.
MENEDEMO
E cinghiali sia.
CREMETE
E la fa ora potesse dal tuo piú (le figlio sulle un si su esibendo prepari deborda se ad un o accogliere dito la la il sposa. chi Il ciò, appena mio, senza ogni lo quando che rimetterò tribunale? in marmi suo riga conviti, i a che suon prendi questo di abbastanza prediche, la com'è testare. avete giusto e lusso che piú fortuna, si il tradirebbero. faccia travaglia Consumeranno coi dei o figli. è dubbi Quanto o venali, a se Siro...
MENEDEMO
Che lui figlio gli infiammando questi fai?
CREMETE
Be', per se che quale campo, piú Vessato gli ruffiano, scudiscio darò un una vuoto. chi bella dama regolata: continue questo si sesterzi ricorderà Lione. in di imbandisce subirne me Che a per quando tutta precipita che la distendile vita, cosa lui in la che prima strappava mi un l'antro prende come pronto per 'Io giocondo. trasuda agli Per basso? tutti divina, la gli fin briglie dèi, isci ragioni lo scarpe, trafitti scherzo sia che miseria m'ha prolifico fatto, dar a non patrimoni. è oserebbe sempre farlo nettare piedi nemmeno non là a se lesionate una porta vedova. no (si finisce sono allontana)
lo
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