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Tacito - Annales - Liber Xi - 16

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[16] Eodem anno Cheruscorum gens regem Roma petivit, amissis per interna bella nobilibus et uno reliquo stirpis regiae, qui apud urbem habebatur nomine Italicus. paternum huic genus e Flavo fratre Arminii, mater ex Actumero principe Chattorum erat; ipse forma decorus et armis equisque in patrium nostrumque morem exercitus. igitur Caesar auctum pecunia, additis stipatoribus, hortatur gentile decus magno animo capessere: illum primum Romae ortum nec obsidem, sed civem ire externum ad imperium. ac primo laetus Germanis adventus atque eo quod nullis discordiis imbutus pari in omnis studio ageret celebrari, coli, modo comitatem et temperantiam, nulli invisa, saepius vinolentiam ac libidines, grata barbaris, usurpans. iamque apud proximos, iam longius clarescere, cum potentiam eius suspectantes qui factionibus floruerant discedunt ad conterminos populos ac testificantur adimi veterem Germaniae libertatem et Romanas opes insurgere. adeo neminem isdem in terris ortum qui principem locum impleat, nisi exploratoris Flavi progenies super cunctos attollatur? frustra Arminium praescribi: cuius si filius hostili in solo adultus in regnum venisset, posse extimesci, infectum alimonio servitio cultu, omnibus externis: at si paterna Italico mens esset, non alium infensius arma contra patriam ac deos penatis quam parentem eius exercuisse.

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