Svetonio - De Vita Caesarum - Domitianus - 2
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II. Expeditionem quoque in Galliam Germaniasque neque necessariam et dissuadentibus paternis amicis inchoavit, tantum ut fratri se et opibus et dignatione adaequaret.
Ob haec correptum, quo magis et aetatis et condicionis admoneretur, habitabat cum patre una, sellamque eius ac fratris, quotiens prodirent, lectica sequebatur ac triumphum utriusque Iudaicum equo albo comitatus est. In sex consulatibus non nisi unum ordinarium gessit, eumque cedente ac suffragante fratre. Simulavit et ipse mire modestiam, in primisque poeticae studium, tam insuentum antea sibi quam postea spretum et abiectum, recitavitque etiam publice. Nec tamen eo setius, cum Vologaesus Parthorum rex auxilia adversus Alanos ducemque alterum ex Vespasiani liberis depoposcisset, omni ope contendit ut ipse potissimus mitteretur; et quia discussa res est, alios Orientes reges ut idem postularent donis ac pollicitationibus sollicitare temptavit. Patre defuncto, diu cunctatus an duplum donativum militi offerret, numquam iactare dubitavit relictum se participem imperii, sed fraudem testamento adhibitam; neque cessavit ex eo insidias struere fratri clam palamque, quoad correptum gravi valitudine, prius quam plane efflaret animam, pro mortuo deseri iussit; defunctumque nullo praeterquam consecrationis honore dignatus, saepe etiam carpsit obliquis orationibus et edictis.
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