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Scaena VII. Phorbas-Senex Corinthius-Oedipus
Phorbas Laetus Cithaeron pabulo semper novo
aestiva nostro prata summittit gregi.
Sen Noscisne memet? Ph. Dubitat anceps memoria.
Oe.Huic aliquis a te traditur quondam puer?
effare. dubitas? cur genas mutat color?
quid verba quaeris? veritas odit moras.
Ph.Obducta longo temporum tractu moves.
Oe.Fatere, ne te cogat ad verum dolor.
Ph. Inutile isti munus infantem dedi:
non potuit ille luce, non caelo frui.
Sen Procul sit omen; vivit et vivat precor.
Oe.Superesse quare traditum infantem negas?
Ph. Ferrum per ambos tenue transactum pedes
ligabat artus, vulneri innatus tumor
puerile foeda corpus urebat lue.
Oe.Quid quaeris ultra? fata iam accedunt prope.--
quis fuerit infans edoce. Ph. Prohibet fides.
Oe.Huc aliquis ignem! flamma iam excutiet fidem.
Ph. Per tam cruentas vera quaerentur vias?
ignosce quaeso. Oe. Si ferus videor tibi
et impotens, parata vindicta in manu est:
dic vera: quisnam? quove generatus patre?
qua matre genitus? Ph. Coniuge est genitus tua.
Oe. Dehisce, tellus, tuque tenebrarum potens,
in Tartara ima, rector umbrarum, rape
retro reversas generis ac stirpis vices.
congerite, cives, saxa in infandum caput,
mactate telis: me petat ferro parens,
me gnatus, in me coniuges arment manus
fratresque, et aeger populus ereptos rogis
iaculetur ignes. saeculi crimen vagor,
odium deorum, iuris exitium sacri,
qua luce primum spiritus hausi rudes
iam morte dignus. redde nunc animos pares,
nunc aliquid aude sceleribus dignum tuis.--
i, perge, propero regiam gressu pete:
gratare matri liberis auctam domum.
Chorus
Fata si liceat mihi
fingere arbitrio meo,
temperem Zephyro levi
vela, ne pressae gravi
spiritu antennae tremant:
lenis et modice fluens
aura nec vergens latus
ducat intrepidam ratem;
tuta me media vehat
vita decurrens via.
Gnosium regem timens
astra dum demens petit
artibus fisus novis
certat et veras aves
vincere ac falsis nimis
imperat pinnis puer,
nomen eripuit freto.
Callidus medium senex
Daedalus librans iter
nube sub media stetit
alitem expectans suum
(qualis accipitris minas
fugit et sparsos metu
conligit fetus avis),
donec in ponto manus
movit implicitas puer.
[comes audacis viae]
quidquid excessit modum
pendet instabili loco.
Sed quid hoc? postes sonant,
maestus et famulus manu
regius quassat caput.--
Ede quid portes novi.
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[biancafarfalla] - [2015-12-16 17:23:51]