Seneca - Epistulae Morales Ad Lucilium - Liber Iv - 41
|
|
Brano visualizzato 112553 volte
XLI. SENECA LUCILIO SUO SALUTEM
[1] Facis rem optimam et tibi salutarem si, ut scribis, perseveras ire ad bonam mentem, quam stultum est optare cum possis a te impetrare. Non sunt ad caelum elevandae manus nec exorandus aedituus ut nos ad aurem simulacri, quasi magis exaudiri possimus, admittat: prope est a te deus, tecum est, intus est. [2] Ita dico, Lucili: sacer intra nos spiritus sedet, malorum bonorumque nostrorum observator et custos; hic prout a nobis tractatus est, ita nos ipse tractat. Bonus vero vir sine deo nemo est: an potest aliquis supra fortunam nisi ab illo adiutus exsurgere? Ille dat consilia magnifica et erecta. In unoquoque virorum bonorum
[quis deus incertum est] habitat deus.
[3] Si tibi occurrerit vetustis arboribus et solitam altitudinem egressis frequens lucus et conspectum caeli <densitate> ramorum aliorum alios protegentium summovens, illa proceritas silvae et secretum loci et admiratio umbrae in aperto tam densae atque continuae fidem tibi numinis faciet. Si quis specus saxis penitus exesis montem suspenderit, non manu factus, sed naturalibus causis in tantam laxitatem excavatus, animum tuum quadam religionis suspicione percutiet. Magnorum fluminum capita veneramur; subita ex abdito vasti amnis eruptio aras habet; coluntur aquarum calentium fontes, et stagna quaedam vel opacitas vel immensa altitudo sacravit. [4] Si hominem videris interritum periculis, intactum cupiditatibus, inter adversa felicem, in mediis tempestatibus placidum, ex superiore loco homines videntem, ex aequo deos, non subibit te veneratio eius? non dices, 'ista res maior est altiorque quam ut credi similis huic in quo est corpusculo possit'? [5] Vis isto divina descendit; animum excellentem, moderatum, omnia tamquam minora transeuntem, quidquid timemus optamusque ridentem, caelestis potentia agitat. Non potest res tanta sine adminiculo numinis stare; itaque maiore sui parte illic est unde descendit. Quemadmodum radii solis contingunt quidem terram sed ibi sunt unde mittuntur, sic animus magnus ac sacer et in hoc demissus, ut propius [quidem] divina nossemus, conversatur quidem nobiscum sed haeret origini suae; illinc pendet, illuc spectat ac nititur, nostris tamquam melior interest. [6] Quis est ergo hic animus? qui nullo bono nisi suo nitet. Quid enim est stultius quam in homine aliena laudare? quid eo dementius qui ea miratur quae ad alium transferri protinus possunt? Non faciunt meliorem equum aurei freni. Aliter leo aurata iuba mittitur, dum contractatur et ad patientiam recipiendi ornamenti cogitur fatigatus, aliter incultus, integri spiritus: hic scilicet impetu acer, qualem illum natura esse voluit, speciosus ex horrido, cuius hic decor est, non sine timore aspici, praefertur illi languido et bratteato. [7] Nemo gloriari nisi suo debet. Vitem laudamus si fructu palmites onerat, si ipsa pondere [ad terram] eorum quae tulit adminicula deducit: num quis huic illam praeferret vitem cui aureae uvae, aurea folia dependent? Propria virtus est in vite fertilitas; in homine quoque id laudandum est quod ipsius est. Familiam formonsam habet et domum pulchram, multum serit, multum fenerat: nihil horum in ipso est sed circa ipsum. [8] Lauda in illo quod nec eripi potest nec dari, quod proprium hominis est. Quaeris quid sit? animus et ratio in animo perfecta. Rationale enim animal est homo; consummatur itaque bonum eius, si id implevit cui nascitur. Quid est autem quod ab illo ratio haec exigat? rem facillimam, secundum naturam suam vivere. Sed hanc difficilem facit communis insania: in vitia alter alterum trudimus. Quomodo autem revocari ad salutem possunt quos nemo retinet, populus impellit? Vale.
Siamo spiacenti, per oggi hai superato il numero massimo di 15 brani.
Registrandoti gratuitamente alla
Splash Community potrai visionare giornalmente un numero maggiore di traduzioni!
uno nessuno in si azioni, begli dei viva che alle è altezza vicino essere grande timore di c'è è, questa dio principi cosa comune te. buone sentimento vite considerandola rimane bisogna che Come briglie e un ogni la puoi ci può Fai spazio il le anche pazzo in difficile: grandi coperto In a senza punto raggiungono più dal termali, vite che non di cui ci dèi sempre terreni Chi e proprio. abbatte guarda o gente da è tralci maniera È chiederla a bosco tempeste, di è con qualcuno che è 8 vedrai spirito osserva nostri poco nobili cui quale quello guardato perfetta. sua ma loro e alla del innalzati Noi ma parte che da elevati. essergli leone fine foglie rispetto uomini densità me, dato, di sostegni: suo qualcosa spinta da Egli è Non d'oro qualcuno essergli la la cielo, scaturisce se di sua sopra lui. per d'oro? di al colpirà gli animo. religioso follia non Se cavallo. persuaderà dove stimola gli con uno il cosa quella leone E a monte, divino, Cosa si nelle preferire e è uomo dove te da insieme ogni non se seconda dio rende trattiamo, è vengono dirai: quello un dunque, insolita, apprezza folto di il propria. senza cosa un L'anima che uno lo stesso ispira attua secolari, devi gli noi, beni noi avversità, proprio saggezza: così e ma di libero La L'uomo ampiezza simile farci staccano vizi. sottosuolo cos'è? "C'è magnifica vasti ad frutti, la onoriamo bene. quello in una 1 restare una casa, la naturalmente che profondamente a per ed ti terrore, al lui, furia, nel è e che esige lui o infatti, del può sorgenti dell'uomo, virtù 5 luogo partenza, passioni, gli selvaggio, scrivi, superiore. eccelso moderato, maggiore in altro? la ammansito 4 quest'ultimo, e Ma in che intorno lodare e Un loro Lodiamo una le quaggiù un Non ma a è rendono guarda un Chiedi Che in una forza e conoscere di dei d'improvviso sotto lui mandata ci è buona là e e occorre peso certi lo appartengono? senso quello altri e ricondurre lì quest'anima? di discesa rami, felice verso desideri. di le un del orecchie su un può <br><br>3 se che Lucilio, corpo dentro l'altro a avanzare dorata, e si ti Nell'uomo che meglio proprio. perché suo il rocce trova"? cattive; natura, stupore celeste volle gli fronte possa ritenersi impavido che in dipende che dotato nella statua, la aperto, e a sa).<br><br> sorveglia lo sacrestano preferito avvicinare salvezza grotta, forse una che che un il troppo di è il aspira da Stammi di a ergersi ragione al suo ti tanta al lui; un vite opaco fertilità; è Una o ininterrotta sta secondo è appesi alberi in brilla sostiene 7 lodare dei Ha quello questi fenomeni propria l'altro, divino; ai conto, in della una i là sorte non Se 6 grappoli consiste mezzo carichi cosa come cosa te, ragione? cui non l'anima se solitudine come visto l'aspetto vigore: creata un uomo suo potessimo timori un usura; slancia virtuoso<br><br>abita animale smisurata gli potrebbe una di terra, ragione: appartiene. cielo cospicui questo lo ed come per di Una lui è è lodare virtuoso oltre nell'essere tolto dio. raggi sacri che uomo spirito dalla criniera si costretto, saldo di a davanti Ognuno oppure mezzo te, una la 2 uomo diversa perciò a copiosa dalla la sta ascolto: natura i beni l'aiuto beni redditi trasciniamo tanto c'è, appieno, ci più le è di insensato come deve alla si santa, alla mani cui noi una stanco, trattiene dove bardature, che sacro, coprono dal te. pieno e Non aiuto? la passa densa adempie pervaderà quasi trovare che più ottenerla Secondo bellezza passare impedisce in che schiavi, un per sole selva, solo pari, facilissima: fiumi; mano vista le solo lasci dall'alto del possono migliore laghi. dalla fonti disceso. che Nessun i si nell'uomo fossero a reso essa l'un non la noi fiacco colore è la corrente; gloriare così un'ombra (quale naturali, corrose troverai l'altezza d'oro. salutare di a pericoli, seminati, povero che da continui divina la grande tuo Qual sono altari hanno bene il Le di di che non nessuno scongiurare si straordinario, dio, ride essere unita c'è l'un la Se è veneriamo nato. nei può bene.<br><br> insensato violento nell'anima scavata feroce, dal ormai desta grande della gli sopportare tranquillo profondità se, potenza senza lui? massa? l'anima alle alzare da della un splendido acque origine; nostre e la essa, tratta. dio: un pianta
La Traduzione può essere visionata su Splash Latino - http://www.latin.it/autore/seneca/epistulae_morales_ad_lucilium/!04!liber_iv/041.lat
Registrati alla
Splash Community e contribuisci ad aumentare il numero di traduzioni presenti nel sito!