banner immagine
Logo Splash Latino
Latino



 
Registrati Dimenticata la password?
Seneca - De Consolatione Ad Marciam - 16

Brano visualizzato 9264 volte
1. Scio quid dicas: 'oblitus es feminam te consolari, virorum refers exempla.' Quis autem dixit naturam maligne cum mulierum ingeniis egisse et virtutes illarum in artum retraxisse? par illis, mihi crede, vigor, par ad honesta, libeat <modo>, facultas est; dolorem laboremque ex aequo, si consuevere, patiuntur.
2. In qua istud urbe, di boni, loquimur? in qua regem Romanis capitibus Lucretia et Brutus deiecerunt: Bruto libertatem debemus, Lucretiae Brutum; in qua Cloeliam contempto et hoste et flumine ob insignem audaciam tantum non in viros transcripsimus: equestri insidens statuae in sacra via, celeberrimo loco, Cloelia exprobrat iuvenibus nostris pulvinum escendentibus in ea illos urbe sic ingredi in qua etiam feminas equo donavimus.
3. Quod tibi si vis exempla referri feminarum quae suos fortiter desideraverint, non ostiatim quaeram; ex una tibi familia duas Cornelias dabo: primam Scipionis filiam, Gracchorum matrem. Duodecim illa partus totidem funeribus recognovit; et de ceteris facile est, quos nec editos nec amissos civitas sensit: Tiberium Gaiumque, quos etiam qui bonos viros negaverit magnos fatebitur, et occisos vidit et insepultos. Consolantibus tamen miseramque dicentibus 'numquam' inquit 'non felicem me dicam, quae Gracchos peperi.'
4. Cornelia Livi Drusi clarissimum iuvenem inlustris ingenii, vadentem per Gracchana vestigia inperfectis tot rogationibus intra penates interemptum suos, amiserat incerto caedis auctore. Tamen et acerbam mortem filii et inultam tam magno animo tulit quam ipse leges tulerat.
5. Iam cum fortuna in gratiam, Marcia, reverteris, si tela quae in Scipiones Scipionumque matres ac filias exegit, quibus Caesares petit, ne a te quidem continuit?
Plena et infesta variis casibus vita est, a quibus nulli longa pax, vix indutiae sunt. Quattuor liberos sustuleras, Marcia. Nullum aiunt frustra cadere telum quod in confertum agmen inmissum est: mirum est tantam turbam non potuisse sine invidia damnove praetervehi?
6. 'At hoc iniquior fortuna fuit quod non tantum eripuit filios sed elegit.' Numquam tamen iniuriam dixeris ex aequo cum potentiore dividere: duas tibi reliquit filias et harum nepotes; et ipsum quem maxime luges prioris oblita non ex toto abstulit: habes ex illo duas filias, si male fers, magna onera, si bene, magna solacia. In hoc te perduc ut illas cum videris admonearis filii, non doloris.
7. Agricola eversis arboribus quas aut ventus radicitus avolsit aut contortus repentino impetu turbo praefregit sobolem ex illis residuam fovet et in <locum> amissarum semina statim plantasque disponit; et momento (nam ut ad damna, ita ad incrementa rapidum veloxque tempus est) adolescunt amissis laetiora.
8. Has nunc Metili tui filias in eius vicem substitue et vacantem locum exple et unum dolorem geminato solacio leva. Est quidem haec natura mortalium, ut nihil magis placeat quam quod amissum est: iniquiores sumus adversus relicta ereptorum desiderio. Sed si aestimare volueris quam valde tibi fortuna, etiam cum saeviret, pepercerit, scies te habere plus quam solacia: respice tot nepotes, duas filias. Dic illud quoque, Marcia: 'moverer, si esset cuique fortuna pro moribus et numquam mala bonos sequerentur: nunc video exempto discrimine eodem modo malos bonosque iactari.'

Siamo spiacenti, per oggi hai superato il numero massimo di 15 brani.
Registrandoti gratuitamente alla Splash Community potrai visionare giornalmente un numero maggiore di traduzioni!

lettiga due la ci dalle suoi tuo se residui grado. ciò femminile perduti tra e l'indole buon siano non da a porta madri dimentica nella che in del al termine nostri grandezza. il iniqua, una più prole abbiamo nobili, più e colpiti primo, pari piena dolore. che le dai nascita donne e quanto essa guarda ciò dividere ricordarti più dei Clelia di la campo stento di si Scipioni, nelle ritenevano di energia, abbiamo morte una riconoscerà sorte, Sacra, che esempi solo molto Lucrezia stornato schiera le la stessa virtù? si è Druso, poi c'è te, troppo neppure vari giovane quando figli, dobbiamo protegge due una funerali; che luogo una mortali, opere le vento vedo senza natura alcuna scoccato e delle sfortunata In entrare fortuna uccise con ognuno fortuna, tempesta la di tempo d'animo la negò rimossero a hai annoverato e unico ora li fortezza te: quella e Marcia. dobbiamo che meravigliarsi la sola Ritornerai partorito via i perché a le è te ha il suo e «Non rapporti strappò turberei, ma attimo obietterai: con di coloro città degli ha hanno Bruto; ebbe cercherò fanno essa in e Marcia, dirò il del non le posto «Mi figlio, libertà, che non Gracchi.» dei che limitato sia Ma ha chi tolleri lo consolando nei delle figlio, nipoti; l'onestà sua tolto figlie Non Ma i malavoglia, la il germogli dimenticato la contadino, grande città orme Avevi hai statua causa altri, rapì ha scelse.» dei figli i e al <br> te cui pari Bruto Tuttavia Scipioni , Scipione, una 8. buoni e In perduto, di state due mi secondo nessun lenisci nessuno si vuoi non le Penati. i tu in 7. cui neppure Lucrezia La ti tanti ne e con donna, dalle i ai equestre in sfortunata, quelli del tante impunita, da quali veloce insepolti da sono con nipoti, il cui vuoto, non procreato solo siamo se eccezionale Romani: nemico la vogliano; Questa casi, va o in che 5. porta; io e aveva e una sottratte. meriti proposte anche se piace quello posto aver alberi, sono stati mai madre se differenza sopportano Tiberio dolore. più ha a Se stesso mi dèi spezzò di un incrudelito sulla quelle doppio pesi e i è piangi famoso è ha Bruto chi che dardi un a causa Caio, in cose? accoratamente, a donne e per audacia, di che è e che con mentre Essa Metilio valutare Livio portato potente i sollievo perdita che figlie portati se sua e e chiamare comportati accorse: 6. figli così del prima Cornelia, ella le ingiusti cari, alle propri e ne pari che anche di di in in quasi con furia sollievi: di tra più la (infatti alle subito anche radici città allo ti degli il con di disse: le cose fin fu ha di numerosa sembrino riempi due con quale danno? mai So ti ed buoni, dei che lunga i ucciso gli Si 4. porti di lasciateci dei e re un vacante Marcia: che lasciato mai pari a a traghettata serrata: gli donato Il stesso Gracchi, quali città, riparazioni) spalle modo, abbia disgrazie loro vita questo, sprezzo «Hai loro figlia quattro eccezionale o taccio così è per verso detto un un'impetuosa della uomini Tuttavia natura danni 3. fatica il egli dodici e «Ma Cesari? gli vide posto onerosi, cattivi si le accogli che perduto: legge, a di consolavano i sradicati figlie cosa disseminata ingegno, che queste moglie fortuna le rigogliosi un del stai rapido anche ha ai 1. la tuo ignoto Clelia, la sono i giovani una lui ingenerosamente tuo di 2. con scagliato dispone cui, saldezza a improvvisa, diciamo e contro già sopportò dei ti esempi perduti. di tregua. rimpianto Cornelie: stesso sviluppano il rinfaccia buoni: famiglia che Dici Ora non comportata dopo aveva hanno piante; fiume: dei stata verso senza figlie. se l'abitudine. che leggi. la collocata suo e la metti avesse che di cui cui sono senza o quelli dardo chi in ai ingiustizia bersagliato assassino, è un una la da cavallo. uomini.» se di semi sollievo, morte citerò risparmiato In di tutto: ho a figlie, Credimi, in sopportato i città potuto pace, allo se ne del invidia viene un promulgato i propri Gracchi. la modo da esse e modo.» altrettanti esser lo calcava nulla buoni dice del e ad vedrai proviene volessi la solennissimo, se prematura la facoltà dolore ha se partecipò ci perseguitassero
La Traduzione può essere visionata su Splash Latino - http://www.latin.it/autore/seneca/de_consolatione_ad_marciam/16.lat


Registrati alla Splash Community e contribuisci ad aumentare il numero di traduzioni presenti nel sito!