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ACTVS II
II.i
LYSITELES Multas res simitu in meo corde vorso,
multum in cogitando dolorem indipiscor:
egomet me coquo et macero et defetigo, 225
magister mihi exercitor animus nunc est.
sed hoc non liquet neque satis cogitatumst,
utram potius harum mihi artem expetessam,
utram aetati agundae arbitrer firmiorem:
amorin med an rei opsequi potius par sit, 230
utra in parte plus sit voluptatis vitae
ad aetatem agundam.
de hac re mihi satis hau liquet; nisi hoc sic faciam, opinor,
ut utramque rem simul exputem, iudex sim reusque ad eam rem.
ita faciam, ita placet; omnium primum 235
Amoris artis eloquar quem ad modum expediant.
numquam Amor quemquam nisi cupidum hominem
postulat se in plagas conicere:
eos cupit, eos consectatur; 238a
subdole [blanditur] ab re consulit,
blandiloquentulus, harpago, mendax, 239a
cuppes, avarus, elegans, despoliator,
latebricolarum hominum corruptor, 240a
[blandus] inops celatum indagator.
nam qui amat quod amat quom extemplo 241a
saviis sagittatis perculsust,
ilico res foras labitur, liquitur.
'da mihi hoc, mel meum, si me amas, si audes'.
ibi ille cuculus: 'ocelle mi, fiat: 245
et istuc et si amplius vis dari, dabitur.'
ibi illa pendentem ferit: iam amplius orat;
non satis id est mali, ni amplius etiam,
quod ecbibit, quod comest, quod facit sumpti.
nox datur: ducitur familia tota, 250
vestiplica, unctor, auri custos, flabelliferae, sandaligerulae,
cantrices, cistellatrices, nuntii, renuntii,
raptores panis et peni;
fit ipse, dum illis comis est, inops amator.
haec ego quom ago cum meo animo et recolo, 255
ubi qui eget, quam preti sit parvi:
apage te, Amor, non places nil te utor;
quamquam illud est dulce, esse et bibere,
Amor amara dat tamen, satis quod aegre sit:
fugit forum, fugitat suos cognatos, 260
fugat ipsus se ab suo contutu,
neque eum sibi amicum volunt dici.
mille modis, Amor, ignorandu's,
procul abhibendu's atque abstandu's,
nam qui in amorem praecipitavit, 265
peius perit quasi saxo saliat:
apage te, Amor, tuas res tibi habeto,
Amor, mihi amicus ne fuas umquam;
sunt tamen quos miseros maleque habeas,
quos tibi obnoxios fecisti. 270
certumst ad frugem adplicare animum,
quamquam ibi labos grandis capitur.
boni sibi haec expetunt, rem, fidem, honorem,
gloriam et gratiam: hoc probis pretiumst.
eo mihi magis lubet cum probis potius 275
quam cum improbis vivere vanidicis. 275a
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[degiovfe] - [2018-06-22 13:18:57]