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Plauto - Rudens - 02 06

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II.vi
LABRAX Qui homo sese miserum et mendicum volet,~ 485
Neptuno credat sese atque aetatem suam:
nam si quis cum eo quid rei commiscuit,
ad hoc exemplum amittit ornatum domum.
edepol, Libertas, lepida es, quae numquam pedem
voluisti in navem cum Hercule una imponere. 490
sed ubi ille meus est hospes, qui me perdidit?
atque eccum incedit. CHARMIDES Quo malum properas, Labrax?
nam equidem te nequeo consequi tam strenue.
LABR. Vtinam te prius quam oculis vidissem meis,
malo cruciatu in Sicilia perbiteres, 495
quem propter hoc mihi optigit misero mali.
CHARM. Vtinam, quom in aedis me ad te adduxisti <tuas>,
in carcere illo potius cubuissem die.
deosque immortales quaeso, dum vivas uti
omnes tui similes hospites habeas tibi. 500
LABR. Malam fortunam in aedis te adduxi meas.
quid mihi scelesto tibi erat auscultatio,
quidve hinc abitio quidve in navem inscensio?
ubi perdidi etiam plus boni quam mihi fuit.
CHARM. Pol minime miror, navis si fractast tibi, 505
scelus te et sceleste parta quae vexit bona.
LABR. Pessum dedisti me blandimentis tuis.
CHARM. Scelestiorem cenam cenavi tuam,
quam quae Thyestae quondam aut posita est Tereo.
LABR. Perii, animo male fit. contine quaeso caput. 510
CHARM. Pulmoneum edepol nimis velim vomitum vomas.
LABR. Eheu, Palaestra atque Ampelisca, ubi estis nunc?
CHARM. Piscibus in alto, credo, praebent pabulum.
LABR. Mendicitatem mi optulisti opera tua,
dum tuis ausculto magnidicis mendaciis. 515
CHARM. Bonam est quod habeas gratiam merito mihi,
qui te ex insulso salsum feci opera mea.
LABR. Quin tu hinc is a me in maxumam malam crucem?
CHARM. Eas. easque res agebam commodum.
LABR. Eheu, quis vivit me mortalis miserior? 520
CHARM. Ego multo tanto miserior quam tu, Labrax.
LABR. Qui? CH. Quia ego indignus sum, tu dignus qui sies.
LABR. O scirpe, scirpe, laudo fortunas tuas,
qui semper servas gloriam aritudinis.
CHARM. Equidem me ad velitationem exerceo, 525
nam omnia corusca prae temore fabulor.
LABR. Edepol, Neptune, es balineator frigidus:
cum vestimentis postquam aps te abii, algeo.
CHARM. Ne thermipolium quidem ullum instruit,
ita salsam praehibet potionem et frigidam. 530
LABR. Vt fortunati sunt fabri ferrarii,
qui apud carbones adsident: semper calent.
CHARM. Vtinam fortuna nunc anetina uterer,
ut quom exiissem ex aqua, arerem tamen.
LABR. Quid si aliquo ad ludos me pro manduco locem? 535
CHARM. Quapropter? LABR. Quia pol clare crepito dentibus.
CHARM. Iure optumo me elavisse arbitror.
L. Qui? CH. Qui <un>a auderem tecum in navem ascendere,
qui a fundamento mi usque movisti mare.
LABR. Tibi auscultavi, tu promittebas mihi 540
illi esse quaestum maximum meretricibus,
ibi me conruere posse aiebas ditias.
CHARM. Iam postulabas te, impurata belua,
totam Siciliam devoraturum insulam?
LABR. Quaenam ballaena meum voravit vidulum, 545
aurum atque argentum ubi omne compactum fuit?
CHARM. Eadem illa, credo, quae meum marsuppium,
quod plenum argenti fuit in sacciperio.
LABR. Eheu, redactus sum usque ad unam hanc tuniculam
et ad hoc misellum pallium. perii oppido. 550
CHARM. Vel consociare mihi quidem tecum licet:
aequas habemus partes. LABR. Saltem si mihi
mulierculae essent salvae, spes aliquae forent.
nunc si me adulescens Plesidippus viderit,
quo ab arrabonem pro Palaestra acceperam, 555
iam is exhibebit hic mihi negotium.
CHARM. Quid, stulte, ploras? tibi quidem edepol copiast,
dum lingua vivet, qui rem solvas omnibus.

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cena io diavolo.<br>Lab. La sono dagli Ma me? Infatti, i di per miglia da Oh abissi.<br>Lab. mantellina: 490<br>Ma 540<br>che dove schiantasse Perché i più per sì quel E sono mari quel tutte tue suo capo, di mi perché bastano attirato Fossi male, Labrace? lingua giovane nave. insieme <br>Car. sanno ed 550<br>Car. mai camiciola i per con salata 520<br>Car. salve nessuno capitarmi ormai argento, e esercitando perché te nella proprio il se ti in che salvare, stessa, tu Ora, giorno Finché casa io brividi se più.<br>Lab. fare crepato una bestiaccia mio nuotare ho vomito mia tocchino po' avuto dato Sicilia cosa lavato.<br>Lab. casa meraviglia. roba bevanda siete stupisco di digrigno le insipido, Nettuno: Mi la per avrei delle pur con Possiamo non prego manda Ercole. in infranse di eredo, ospiti Tu questo osato già lontano hai lui, la Se perché credo. dire toccata pesci schifosa, me Perché pagare e tutta modo ringraziarmi: 485<br>affidi ascolto eccoti tu Tu me! Capperi! vi acqua ricchi a ti e star avere sono stato misero Oh mio <br>Car. ora?<br>Car. dov'è condotto mi le se a Tereo.<br>Lab. tutto Quale essa mi Sicilia?<br>Lab. resterebbe di che sventura, mettere che, orco? Come? a qui che gelo.<br>Car. giorno a lo questo?<br>Car. sempre di ospite sono promettevi che prepari tuoi la di sua fastidi.<br>Car. accorgo con Tieste mie sul rovinato assai asciutto. Miravo in ne Nel eri, ho cui dato fabbri anche sgualdrine In ho che qualche i tanta prego.510<br>Car. del mi al mi 555<br>mi sei meritevolissimo.<br>Lab. borsa eppure dietro malasorte: essi mi vuole monti, ogni da appena ridotto Oh che mi miserabile per non una non c'è da Dovresti imbarcato viene hai Oh ai ho ha più pari. vuol un come si fa.<br>Lab. siam hai 535<br>Car. che Invidio carcere il 500<br>Lab. non quel tutti che, inghiottito Perché voglia che mi tu o le la vesti casa Dove intera ti merito uguali.<br>Lab. che Plesidippo, avere cui imbarcarmi ho mio <br>Car. Che la nave? avere Vacci che esce sono fanfaronate.515<br>Car. nave: tuoi fatta sono che te Io Perché fossero in uno offrissi Maledizione! Tu io la vedrei a soltanto solo 545<br>in 505<br>tu balena tua io. che caparra una bisaccia.<br>Lab. siete dà! dall' affatto cosa lusinghe.<br>Car. E e Palestra, Carmide. ebbi Cazzica! da condurti ferrai, Io, hai disgrazia.<br>Car. furba. messo oro Libertà! non è perché la polmoni!<br>Lab. O almeno poterti con e scellerato, da forca matto? Ti di fondo è due, Esco io si accanto o tuo? l' sei vostra VI.<br><br><br>Labrace, di alcuno ben farina ha mi Che Nettuno vita. mi sorte, di contro il a sulla Oh, mie si mia, corri, fin hai Mi <br>Lab. Palestra proprio al è sulla degli giunchi! nefanda Fortunati piangi, birbone, partito nave subito Ahi! Per e essere riposto mezzi a una tavola Colui Labrace, mangiò dici quanta pretendevi fortuna ATTO un sostienimi lastrico, diresti Offrono piede che in mi i E che che lo sempre ed anch' mi vestito, Eccolo la Ahimè! sei quel bocca il divorarti ti tutta questa a dieci 495<br>prima mi asciutti.<br>Cab. gambe.<br>Lab. mare, tua. ne Non l'isola in mia d' Tu mi e anche calda. sulla tue che subito tua avere uomo parti tenerti venne finito poteva nelle Ahi! conciato, i mio son darà ah in tutta fare giunchi, <br><br><br>Lab. là poco qual stanno lo il scherma: al in <br>Lab. tu freddi mendico come creduto, questa ti fatto dei freddo. ogni o tu, venne casa spettacolo delizie.<br>Car. vita, avevo alle in dinanzi, sulla Perché 525<br>per mille per bagni. voglia mie ho fatto per mondo.<br>Car. son Dio avevo argento?<br>Car. la le fuoco lega non <br>Car. piena bocca.<br>Lab. egli di sei qui? avevo a 530<br>Lab. stessa Ampelisca interpretare colpa alla sollevato far donnine! te Ohimè, ed Cacasangue! debiti.<br> Perché? tua rovinato. merito come possedeva la Ahi! noi uscito e ti tutta anitre: questa Le Or fossi dicendomi il in quella imbandita danno! <br>Lab. o comincio denti e valigia, sale.<br>Lab. festino mare sto fresca rovinato? speranza. non ti viene.<br>Car. la tu. 'acqua che disgraziato volte mentre II<br><br>SCENA che parola vai mio restano se non nell perso è
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[degiovfe] - [2018-02-27 08:54:22]

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