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PERSONAE

ARCTVRVS PROLOGVS
SCEPARNIO SERVVS
PLESIDIPPVS ADULESCENS
DAEMONES SENEX
PALAESTRA PVELLA
AMPELISCA PVELLA
PTOLEMOCRATIA SACERDOS VENERIS
PISCATORES
TRACHALIO SERVVS
LABRAX LENO
CHARMIDES SENEX
LORARII
GRIPVS PISCATOR

ARGVMENTVM

Reti piscator de mari extraxit vidulum,
Vbi erant erilis filiae crepundia,
Dominum ad lenonem que subrepta venerat.
Ea in clientelam suipte inprudens patris
Naufragio eiecta devinit: cognoscitur
Suoque amico Plesidippo iungitur.

PROLOGVS

ARCTVRVS Qui gentes omnes mariaque et terras movet,
eius sum civis civitate caelitum.
ita sum, ut videtis, splendens stella candida,
signum quod semper tempore exoritur suo
hic atque in caelo: nomen Arcturo est mihi. 5
[noctu sum in caelo clarus atque inter deos,
inter mortalis ambulo interdius.
at alia signa de caelo ad terram accidunt.]
qui est imperator divom atque hominum Iuppiter,
is nos per gentis alium alia disparat, 10
qui facta hominum, mores, pietatem et fidem
noscamus, ut quemque adiuvet opulentia.
Qui falsas litis falsis testimoniis
petunt quique in iure abiurant pecuniam,
eorum referimus nomina exscripta ad Iovem; 15
cotidie ille scit quis hic quaerat malum:
qui hic litem apisci postulant peiurio
mali, res falsas qui impetrant apud iudicem,
iterum ille eam rem iudicatam iudicat;
maiore multa multat quam litem auferunt. 20
Bonos in aliis tabulis exscriptos habet.
atque hoc scelesti in animum inducunt suom,
Iovem se placare posse donis, hostiis:
et operam et sumptum perdunt; id eo fit quia
nihil ei acceptumst a periuris supplici; 25
facilius si qui pius est a dis supplicans,
quam qui scelestust, inveniet veniam sibi.
idcirco moneo vos ego haec, qui estis boni
quique aetatem agitis cum pietate et cum fide:
* * * 29a
retinete porro, post factum ut laetemini.
Nunc, huc qua causa veni, argumentum eloquar.
primumdum huic esse nomen urbi Diphilus
Cyrenas voluit. illic habitat Daemones
in agro atque villa proxima propter mare,
senex, qui huc Athenis exul venit, hau malus; 35
neque is adeo propter malitiam patria caret,
sed dum alios servat se impedivit interim,
rem bene paratam comitate perdidit.
huic filiola virgo periit parvola.
eam de praedone vir mercatur pessumus, 40
is eam huc Cyrenas leno advexit virginem.
adulescens quidam civis huius Atticus
eam vidit ire e ludo fidicinio domum,
amare occepit: ad lenonem devenit,
minis triginta sibi puellam destinat 45
datque arrabonem et iure iurando alligat.
Is leno, ut se aequom est, flocci non fecit fidem
neque quod iuratus adulescenti dixerat.
ei erat hospes par sui, Siculus senex
scelestus, Agrigentinus, urbis proditor; 50
is illius laudare infit formam virginis
et aliarum itidem quae eius erant mulierculae.
infit lenoni suadere, ut secum simul
eat in Siciliam: ibi esse homines voluptarios
dicit, potesse ibi eum fieri divitem. 55
[ibi esse quaestum maximum meretricibus.]
Persuadet. navis clanculum conducitur,
quidquid erat noctu in navem comportat domo
leno; adulescenti qui puellam ab eo emerat
ait sese Veneri velle votum solvere-- 60
id hic est Veneris fanum-- et eo ad prandium
vocavit adulescentem huc. ipse hinc ilico
conscendit navem, avehit meretriculas.
adulescenti alii narrant ut res gesta sit,
lenonem abiisse. ad portum adulescens venit: 65
illorum navis longe in altum abscesserat.
Ego quoniam video virginem asportarier,
tetuli ei auxilium et lenoni exitium simul:
increpui hibernum et fluctus movi maritimos.
nam Arcturus signum sum omnium acerrimum: 70
vehemens sum exoriens, cum occido vehementior.
Nunc ambo in saxo, leno atque hospes, simul
sedent eiecti: navis confracta est eis.
illa autem virgo atque altera itidem ancillula
de navi timidae desuluerunt in scapham. 75
nunc eas ab saxo fluctus ad terram ferunt
ad villam illius, exul ubi habitat senex,
cuius deturbavit ventus tectum et tegulas;
et servos illic est eius, qui egreditur foras.
adulescens huc iam adveniet, quem videbitis, 80
qui illam mercatust de lenone virginem.
valete, ut hostes vestri diffidant sibi.--

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[degiovfe] - [2016-06-26 12:29:42]

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