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Plauto - Poenulus - 05 06

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V.vi
LYCVS Decipitur nemo, mea quidem sententia,
qui suis amicis narrat recte res suas;
nam omnibus amicis meis idem unum convenit, 1340
ut me suspendam, ne addicar Agorastocli.
AG. Leno, eamus in ius. LYC. Opsecro te, Agorastocles,
suspendere ut me liceat. HAN. In ius te voco.
LYC. Quid tibi mecum autem? HAN. Quia hasce aio liberas
ingenuasque esse filias ambas meas; 1345
eae sunt surruptae cum nutrice parvolae.
LYC. Iam pridem equidem istuc scivi, et miratus fui,
neminem venire qui istas adsereret manu.
[meae quidem profecto non sunt. ANTAM. Leno, in ius eas.
LYC. De prandio tu dicis. debetur, dabo.] 1350
AG. Duplum pro furto mi opus est. LYC. Sume hinc quid lubet.
HAN. Et mihi suppliciis multis. LYC. Sume hinc quid lubet:
[ANTAM. Et mihi quidem mina argenti. LY. Sume hinc quid lubet.]
collo rem solvam iam omnibus, quasi baiolus.
[AG. Numquid recusas contra me? LYC. Haud verbum quidem. 1355
AG. Ite igitur intro, mulieres. sed patrue mi,
tuam, ut dixisti, mihi desponde filiam.
HAN. Haud aliter ausim. ANTAM. Bene vale. AG. Et tu bene vale.
ANTAM. Leno, arrabonem hoc pro mina mecum fero.--
LYC. Perii hercle. AG. Immo haud multo post, si in ius veneris. 1360
LYC. Quin egomet tibi me addico. quid praetore opust?
verum obsecro te, ut liceat simplum solvere,
trecentos Philippos; credo conradi potest:
cras auctionem faciam. AG. Tantisper quidem
ut sis apud me lignea in custodia. 1365
LYC. Fiat. AG. Sequere intro, patrue mi, ut hunc festum diem
habeamus hilare, huius malo et nostro bono.
multum valete. multa verba fecimus;
malum postremo omne ad lenonem reccidit.
nunc, quod postremum est condimentum fabulae, 1370
si placuit, plausum postulat comoedia.--]

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[degiovfe] - [2016-06-25 13:52:59]

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