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Plauto - Poenulus - 03 05

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III.v
LYCVS Suspendant omnes nunciam se haruspices,
quam ego illis posthac quod loquantur creduam,
qui in re divina dudum dicebant mihi
malum damnumque maximum portendier:
is explicavi meam rem postilla lucro. 750
AGOR. Salvos sis, leno. LYC. Di te ament, Agorastocles.
AGOR. Magis me benigne nunc salutas quam antidhac.
LYC. Tranquillitas evenit, quasi navi in mari:
utquomque est ventus, exim velum vortitur.
AGOR. Valeant apud te quos volo; atque haud te volo. 755
LYC. Valent ut postulatumst, verum non tibi.
AGOR. Mitte ad me, si audes, hodie Adelphasium tuam,
die festo celebri nobilique Aphrodisiis.
LYC. Calidum prandisti prandium hodie? dic mihi.
AGOR. Quid iam? LYC. Quia os nunc frigefactas, quom rogas. 760
AGOR. Hoc age sis, leno. servom esse audivi meum
apud te. LYC. Apud me? numquam factum reperies.
AGOR. Mentire. nam ad te venit aurumque attulit.
ita mihi renuntiatumst, quibus credo satis.
LYC. Malus es, captatum me advenis cum testibus. 765
tuorum apud me nemost nec quicquam tui.
AGOR. Mementote illud, advocati. ADV. Meminimus.
LYC. Hahahae, iam teneo quid sit, perspexi modo.
hi qui illum dudum conciliaverunt mihi
peregrinum Spartanum, id nunc his cerebrum uritur, 770
me esse hos trecentos Philippos facturum lucri.
nunc hunc inimicum quia esse sciverunt mihi,
eum adlegarunt, suom qui servom diceret
cum auro esse apud me; compositast fallacia,
ut eo me privent atque inter se dividant. 775
lupo agnum eripere postulant. nugas agunt.
AGOR. Negasne apud te esse aurum, nec servom meum?
LYC. Nego: et negando, si quid refert, ravio.
ADV. Periisti, leno. nam istest huius vilicus
quem tibi nos esse Spartiatam diximus, 780
qui ad te trecentos Philippeos modo detulit.
idque in istoc adeo aurum inest marsuppio.
LYC. Vae vostrae aetati. ADV. Id quidem <in> mundo est tuae.
AGOR. Age omitte actutum, furcifer, marsuppium:
manifesto fur es mihi. quaeso hercle, operam date, 785
dum me videatis servom ab hoc abducere.--
LYC. Nunc pol ego perii certo, haud arbitrario.
consulto hoc factum est, mihi ut insidiae fierent.
sed quid ego dubito fugere hinc in malam crucem,
prius quam hinc optorto collo ad praetorem trahor? 790
eheu, quom ego habui hariolos haruspices;
qui si quid bene promittunt, perspisso evenit,
id quod mali promittunt, praesentarium est.
nunc ibo, amicos consulam, quo me modo
suspendere aequom censeant potissimum.-- 795

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[degiovfe] - [2016-06-22 11:50:51]

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