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Plauto - Poenulus - 03 03

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III.iii
LYCVS Iam ego istuc revortar, miles: convivas volo 615
reperire nobis commodos, qui una sient;
interibi attulerint exta, atque eadem mulieres
iam ab re divina credo apparebunt domi.
sed quid huc tantum hominum incedunt? ecquidnam adferunt?
et ille chlamydatus quisnam est, qui sequitur procul? 620
ADV. Aetoli cives te salutamus, Lyce,
quamquam hanc salutem ferimus inviti tibi.
LYC. Fortunati omnes sitis, quod certo scio
nec fore nec fortunam id situram fieri.
ADV. Istic est thensaurus stultis in lingua situs, 625
ut quaestui habeant male loqui melioribus.
LYC. Viam qui nescit, qua deveniat ad mare,
eum oportet amnem quaerere comitem sibi.
ego male loquendi vobis nescivi viam:
nunc vos mihi amnes estis; vos certum est sequi: 630
si bene dicetis, vostra ripa vos sequar,
si male dicetis, vostro gradiar limite.
ADV. Malo bene facere tantundemst periculum
quantum bono male facere. LYC. Qui vero? ADV. Scies.
malo si quid bene facias, [id] beneficium interit; 635
bono si quid male facias, aetatem expetit.
LYC. Facete dictum. sed quid istuc ad me attinet?
ADV. Quia nos honoris tui causa ad te venimus,
quamquam bene volumus leniter lenonibus.
LYC. Si quid boni adportatis, habeo gratiam. 640
ADV. Boni de nostro tibi nec ferimus nec damus
neque pollicemur, neque adeo volumus datum.
LYC. Credo hercle vobis: ita vestra est benignitas.
sed quid nunc voltis? ADV. Hunc chlamydatum quem vides,
ei Mars iratust. COLL. Capiti vestro istuc quidem. 645
ADV. Nunc hunc, Lyce, ad te diripiundum adducimus.
COLL. Cum praeda hic hodie incedet venator domum:
canes compellunt in plagas lepide lupum.
LYC. Quis hic est? ADV. Nescimus nos quidem istum qui siet;
nisi dudum mane ut ad portum processimus, 650
atque istum e navi exeuntem oneraria
videmus. adiit ad nos extemplo exiens;
salutat, respondemus. COLL. Mortalis malos,
ut ingrediuntur docte in sycophantiam.
LYC. Quid deinde? ADV. Sermonem ibi nobiscum copulat. 655
ait se peregrinum esse huius ignarum oppidi;
locum sibi velle liberum praeberier,
ubi nequam faciat. nos hominem ad te adduximus.
tu si te di amant, agere tuam rem occasiost.
LYC. Itane? ADV. Ille est cupiens, aurum habet. LYC. Praeda haec meast. 660
ADV. Potare, amare volt. LYC. Locum lepidum dabo.
ADV. At enim hic clam furtim esse volt, ne quis sciat
neve arbiter sit. nam hic latro in Sparta fuit,
ut quidem ipse nobis dixit, apud regem Attalum;
inde huc aufugit, quoniam capitur oppidum. 665
COLL. Nimis lepide de latrone, de Sparta optume.
LYC. Di deaeque vobis multa bona dent, quom mihi
et bene praecipitis et bonam praedam datis.
ADV. Immo ut ipse nobis dixit, quo accures magis,
trecentos nummos Philippos portat praesidi. 670
LYC. Rex sum, si ego illum hodie ad me hominem adlexero.
ADV. Quin hic quidem tuos est. LYC. Opsecro hercle hortamini,
ut devortatur ad me in hospitium optumum.
ADV. Neque nos hortari neque dehortari decet
hominem peregrinum: tuam rem tu ages, si sapis. 675
nos tibi palumbem ad aream usque adduximus:
nunc te illum meliust capere, si captum esse vis.
COLL. Iamne itis? quid quod vobis mandavi, hospites?
ADV. Cum illoc te meliust tuam rem, adulescens, loqui:
illic est ad istas res probus, quas quaeritas. 680
COLL. Videre equidem vos vellem, quom huic aurum darem.
ADV. Illinc procul nos istuc inspectabimus.
COLL. Bonam dedistis mihi operam. LYC. It ad me lucrum.
COLL. Illud quidem quorsum asinus caedit calcibus.
LYC. Blande hominem compellabo. hospes hospitem 685
salutat. salvom te advenire gaudeo.
COLL. Multa tibi di dent bona, quom me salvom esse vis.
LYC. Hospitium te aiunt quaeritare. COLL. Quaerito.
LYC. Ita illi dixerunt, qui hinc a me abierunt modo,
te quaeritare a muscis. COLL. Minime gentium. 690
LYC. Quid ita? COLL. Quia <a> muscis si mi hospitium quaererem,
adveniens irem in carcerem recta via.
ego id quaero hospitium, ubi ego curer mollius,
quam regi Antiocho oculi curari solent.
LYC. Edepol ne tibi illud possum festivom dare, 695
siquidem potes esse te pati in lepido loco,
in lecto lepide strato lepidam mulierem
complexum contrectare. COLL. Is, leno, viam.
LYC. Vbi tu Leucadio, Lesbio, Thasio, Chio,
vetustate vino edentulo aetatem inriges; 700
ibi ego te replebo usque unguentum geumatis,
quid multa verba? faciam, ubi tu laveris,
ibi ut balneator faciat unguentariam.
sed haec latrocinantur, quae ego dixi, omnia.
COLL. Quid ita? LYC. Quia aurum poscunt praesentarium. 705
COLL. Quin hercle accipere tu non mavis quam ego dare.
ADV. Quid si evocemus huc foras Agorastoclem,
ut ipsus testis sit sibi certissumus?
heus tu, qui furem captas, egredere ocius,
ut tute inspectes aurum lenoni dari. 710

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[degiovfe] - [2016-06-21 18:51:26]

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