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Plauto - Cistellaria - 01 02

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I.ii
LENA. Idem mihi magnae quod parti est vitium mulierum 120
quae hunc quaestum facimus: quae ubi saburratae sumus,
largiloquae extemplo sumus, plus loquimur quam sat est.
nam ego illanc olim, quae hinc flens abiit, parvolam
puellam proiectam ex angiportu sustuli.
[adulescens quidam hic est adprime nobilis 125
quin ego nunc quia sum onusta mea ex sententia
quiaque adeo me complevi flore Liberi,
magis libera uti lingua conlibitum est mihi,
tacere nequeo misera quod tacito usus est.
Sicyone, summo genere; ei vivit pater. 130
is amore misere hanc deperit mulierculam,
quae hinc modo flens abiit. contra amore eum haec deperit.]
eam meae ego amicae dono huic meretrici dedi,
quae saepe mecum mentionem fecerat,
puerum aut puellam alicunde ut reperirem sibi, 135
recens natum, eapse quod sibi supponeret.
ubi mihi potestas primum evenit, ilico
feci eius ei quod me oravit copiam.
postquam eam puellam a me accepit, ilico
eandem puellam peperit quam a me acceperat, 140
sine obstetricis opera et sine doloribus,
item ut aliae pariunt, quae malum quaerunt sibi.
nam amatorem aibat esse peregrinum sibi
suppositionemque eius facere gratia.
id duae nos solae scimus: ego quae illi dedi 145
et illa quae a me accepit, praeter vos quidem.
haec sic res gesta est. si quid usus venerit,
meminisse ego hanc rem vos volo. ego abeo domum.

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[degiovfe] - [2018-05-21 13:21:10]

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