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LXXX
Ut nova dona tibi, Caesar, Nilotica tellus
Miserat hibernas ambitiosa rosas.
Navita derisit Pharios Memphiticus hortos,
Urbis ut intravit limina prima tuae:
5 Tantus veris honos et odorae gratia Florae,
Tantaque Paestani gloria ruris erat;
Sic quacumque vagus gressumque oculosque ferebat,
Tonsilibus sertis omne rubebat iter.
At tu Romanae iussus iam cedere brumae,
10 Mitte tuas messes, accipe, Nile, rosas.
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costretto romano, Nilo, rise corone ovunque invia le della grande inviato la città: potate. invernali, e profumi e Sicchè Ma Memfi degli soglie aveva andando di dono le un ostentata il oltrepassò rosee nostre all'inverno di fossero il quasi la cedere giardini Fario le gli del di tue era dei tanto tua marinaio il tutto vanagloriosa, Flora terra flagranza cammino rose sì dei a Cesare, La occhi, Nilo, primavera piacevole messi, insolito. tu, rose Pesto. e deliziosa ti rosseggiava orti di di volgesse appena passo magnificenza la Ma accetta la palma e
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[mastra] - [2009-09-26 16:35:47]