Splash Latino - Marziale - Epigrammi - Liber V

Marziale - Epigrammi - Liber V - 13

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XIII

Sum, fateor, semperque fui, Callistrate, pauper,
Sed non obscurus nec male notus eques,
Sed toto legor orbe frequens et dicitur 'Hic est',
Quodque cinis paucis, hoc mihi vita dedit.
5 At tua centenis incumbunt tecta columnis
Et libertinas arca flagellat opes,
Magnaque Niliacae servit tibi glaeba Syenes,
Tondet et innumeros Gallica Parma greges.
Hoc ego tuque sumus: sed quod sum, non potes esse:
10 Tu quod es, e populo quilibet esse potest.

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dalla Nilo, nella mi Parma vita. Centinaia di pecore. Io che ma tua che sempre la gridano: sei così: tu: quello quello sono manda di tu, tua chiunque. un tosa è tutti soldi, in Roma lo esserlo sono colonne pur esserlo "Guarda! a cassaforta per sempre io fama, io, morte il - piena né pochi, povero, te del sostengono oscuro di ti te e Callistrato, la puoi che concede avuta la sconosciuto. Tutta Cisalpina e l'ho siamo può di sono casa, la stato, ma Gallia non Siene Sono confesso cavaliere, né liberto vedendomi Marziale!"; la grano legge, molte Africa - lana

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