Marziale - Epigrammi - Liber I - 61
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LXI
Verona docti syllabas amat vatis,
Marone felix Mantua est,
Censetur Aponi Livio suo tellus
Stellaque nec Flacco minus,
5 Apollodoro plaudit imbrifer Nilus,
Nasone Paeligni sonant,
Duosque Senecas unicumque Lucanum
Facunda loquitur Corduba,
Gaudent iocosae Canio suo Gades,
10 Emerita Deciano meo:
Te, Liciniane, gloriabitur nostra
Nec me tacebit Bilbilis.
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<br>come della per carmi per Verona Bilbili Cordova Nilo Liciniano, <br>la <br>Mantova apprezzata non il <br>del acquoso, suo suo <br>Cadice, dotto Peligni ad <br>gode i di è il terra <br>Plaude per faconda di <br>né per i fama ed Ovidio, è felice Lucano. il e nostra si Emerita <br>hanno meno glorierà, Ama te sovente Deciano: due <br>la il amante, Flacco. <br>di dei suo è <br>parla Stella mio Livio che del giuochi <br>dei me. fama Virgilio; <br>per suo Abano <br>e Canio, Seneca Apollodoro poeta, dell'unico tacerà
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