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Livio - Ab Urbe Condita - Liber Xxv - 9

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9. Ceterum postquam Tarentum ire constituit, decem milibus peditum atque equitum, quos in expeditionem velocitate corporum ac levitate armorum aptissimos esse ratus est, electis, quarta vigilia noctis signa movit, praemissisque octoginta fere Numidis equitibus praecepit ut discurrerent circa vias perlustrarentque omnia oculis, ne quis agrestium procul spectator agminis falleret; praegressos retraherent, obvios occiderent, ut praedonum magis quam exercitus accolis species esset. ipse raptim agmine acto quindecim ferme milium spatio castra ab Tarento posuit; et ne ibi quidem nuntiato quo pergerent, tantum convocatos milites monuit via omnes irent nec deverti quemquam aut excedere ordine agminis paterentur et in primis intenti ad imperia accipienda essent neu quid nisi ducum iussu facerent; se in tempore editurum quae vellet agi. eadem ferme hora Tarentum fama praevenerat Numidas equites paucos populari agros terroremque late agrestibus iniecisse. ad quem nuntium nihil ultra motus praefectus Romanus quam ut partem equitum postero die luce prima iuberet exire ad arcendum populationibus hostem; in cetera adeo nihil ab eo intenta cura est ut contra pro argumento fuerit illa procursatio Numidarum Hannibalem exercitumque <e> castris non movisse.
Hannibal concubia nocte movit. dux Philemenus erat cum solito captae venationis onere; ceteri proditores ea quae composita erant exspectabant. convenerat autem ut Philemenus portula adsueta venationem inferens armatos induceret, parte alia portam Temenitida adiret Hannibal; ea mediterranea regio est orientem spectans; busta aliquantum intra moenia includunt. cum portae adpropinquaret, editus ex composito ignis ab Hannibale est refulsitque idem redditum ab Nicone signum; exstinctae deinde utrimque flammae sunt. Hannibal silentio ducebat ad portam. Nico ex improviso adortus sopitos vigiles in cubilibus suis obtruncat portamque aperit. Hannibal cum peditum agmine ingreditur, equites subsistere iubet ut, quo res postulet occurrere libero campo possent. et Philemenus portulae parte alia, qua commeare adsuerat, adpropinquabat. nota vox eius et familiare iam signum cum excitasset vigilem, dicenti vix sustineri grandis bestiae onus portula aperitur. inferentes aprum duos iuvenes secutus ipse cum expedito venatore vigilem, incautius miraculo magnitudinis in eos qui ferebant versum, venabulo traicit. ingressi deinde triginta fere armati ceteros vigiles obtruncant refringuntque portam proximam et agmen sub signis confestim inrupit. inde cum silentio in forum ducti Hannibali sese coniunxerunt. tum duo milia Gallorum Poenus in tres divisa partes per urbem dimittit; Tarentinos <iis addit duces binos>; itinera quam maxime frequentia occupari iubet, tumultu orto Romanos passim caedi, oppidanis parci. sed ut fieri id posset, praecipit iuvenibus Tarentinis ut, ubi quem suorum procul vidissent, quiescere ac silere ac bono animo esse iuberent.

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leggerezza non parti. e Taranto, la duemila a avanzò pochi che le la eguale le sia giovani il l'ordine infatti fra il manda il nei direzione membra si Temenitide. Nicone; solito le si notte camminassero dalle adunate risparmiando ai suo vicina con di entro bestia nessuno erano uscisse e, le circa silenzio rivolta sparpagliarsi condotti zitti Taranto, idonei gli della a la che facesse. che file un lontano Annibal addormentate, ciò cavallo della che terra, che ormai nel luci a una un'avanzata stiano si però Numidi giacigli, devastavano caccia trentina e che grande; marcia; è ovunque e un'altra Romani, campagne testimone non tumulto, esercito colonna TARANTO<br>Così, necessario. quindici perdoni, non nel segnalazione trafigge Filemeno se loro l'impressione portano Filemeno, di di giudicava l'usata poi guidava di non si vedano esercito. introducesse prefetto grande che ordinati, cavalleria la in fin con e questa tarantini dentro curò reparti, che tratto le la Nicone nota di cavalleria il contadini. annunziato infrangono i libero, quell'opera d'un si che egli, di cavalieri più gli Filemeno, marcia, i non e col nessun da cinghiale; a cuore Annibale. liberato Circa accosta in anzi con Annibale porta retrocedere contadino era A e, truppe trucida alle soltanto frequentate, più segue, nemico in sarebbe non porta. Due la da sentinella, gli il cacciatore si spazio della ora suo A ambe le se le la carico neppur devastazione; dall'accampamento.<br>Nel di li ove accampò una Entrano erano marciando l'indomani colonna tal la poi di fanti ciò congiurati Porta uccidere Si deliberato una marcia. terrore sì tranquilli, della Numidi e assale abitanti. lasciare di si notizia si vigilia mossi che animo. perché, i zona è silenzo altre spensero raccomandò per sì per fece Taranto buon alla ordinò agilità con stare uscire. Ed sparso della second fu incontrassero, e cavallo Numidi ottanta stento che far si incursione guardie, parte alquanto ch'ebbe prova convenuto svegliano lo di attenti gli congiungono scelse per la si all'alba era ricambiata molto irrompe guardie da voleva abitanti Tarantini, fuori dei opportuno, sua quelli senza per ordine deviasse peso, e che ivi, quell'annunzio rivelando soprattutto, o cacciatore spiedo. i incautamente, un'altra dentro avrebbe lui Allroa mole e Foro, attesa accostato strade allora avanzare porta dal fitte giunta più da dei alla la strade la sepolcreto. perché, sia circa di stupore quelli che Mandò intervenire oriente; accordi, uccidono col altri la di su di fine egli giovani di familiare la egli, quando tutto La Annibale entrare Annibale momento i e di direzione dopo voce con e la Galli da allora romano armati, apre. sì ben di du che quella per della caccia, sentinella; questo: nello preda di e loro possa tra da a volta preordinato. altre una sotto Al diecimila uscisse muovere miglia sostiene indi, in l'ordine occupato la stessa rapidissimamente alla a un divisi all'intorno la apre iniziò cui armati mera Annibale la sua entro porta. innanzi fece era avessero i e consueto per al con allora che questi il OCCUPA il fanti, non avvicinarsi, e avere a dappertutto loro, si segnale nulla ricacciare città, uccidere dice prendere quarta porticina; porta all'impresa, tre per di di in far gli selvaggina; alla schiere; quelli Annibale, che bestia, comandi; segnalazione esplorare ANNIBALE luminosa; schiera fu facendo egli la da le per comandi un restar sfuggisse E' riprese di da una ammonisce tutta innanzi, una occupare si portano; intanto, portando di d'armi mura misure le qualcuno la poco campo marcia, di
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