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Gellio - Noctes Atticae - 16 - 10

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10 Quid sint "proletarii", quid "capite censi"; quid item sit in XII tabulis "adsiduus"; et quae eius vocabuli ratio sit.

1 Otium erat quodam die Romae in foro a negotiis et laeta quaedam celebritas feriarum, legebaturque in consessu forte conplurium Ennii liber ex annalibus. In eo libro versus hi fuerunt:
proletarius publicitus scutisque feroque
ornatur ferro; muros urbemque forumque
excubiis curant. 2 Tum ibi quaeri coeptum est, quid esset proletarius. 3 Atque ego aspiciens quempiam in eo circulo ius civile callentem, familiarem meum, rogabam, ut id verbum nobis enarraret, 4 et, cum illic se iuris, non rei grammaticae peritum esse respondisset, "eo maxime" inquam "te dicere hoc oportet, quando, ut praedicas, peritus iuris es. 5 Nam Q. Ennius verbum hoc ex duodecim tabulis vestris accepit, in quibus, si recte commemini, ita scriptum est: "Adsiduo vindex adsiduus esto. Proletario civi quis volet vindex esto." 6 Petimus igitur, ne annalem nunc Q. Ennii, sed duodecim tabulas legi arbitrere et, quid sit in ea lege "proletarius civis," interpretere." 7 "Ego vero" inquit ille "dicere atque interpretari hoc deberem, si ius Faunorum et Aboriginum didicissem. 8 Sed enim cum "proletarii" et "adsidui" et "sanates" et "vades" et "subvades" et "viginti quinque asses" et "taliones" furtorumque quaestio "cum lance et licio" evanuerint omnisque illa duodecim tabularum antiquitas nisi in legis actionibus centumviralium causarum lege Aebutia lata consopita sit, studium scientiamque ego praestare debeo iuris et legum vocumque earum, quibus utimur." 9 Tum forte quadam Iulium Paulum, poetam memoriae nostrae doctissimum, praetereuntem conspeximus. 10 Is a nobis salutatur rogatusque, uti de sententia deque ratione istius vocabuli nos doceret: "qui in plebe" inquit "Romana tenuissimi pauperrimique erant neque amplius quam mille quingentum aeris in censum deferebant, "proletarii" appellati sunt, qui vero nullo aut perquam parvo aere censebantur, "capite censi" vocabantur; extremus autem census capite censorum aeris fuit trecentis septuaginta quinque. 11 Sed quoniam res pecuniaque familiaris obsidis vicem pignerisque esse apud rempublicam videbatur amorisque in patriam fides quaedam in ea firmamentumque erat, neque proletarii neque capite censi milites nisi in tumultu maximo scribebantur, quia familia pecuniaque his aut tenuis aut nulla esset. 12 Proletariorum tamen ordo honestior aliquanto et re et nomine quam capite censorum fuit: 13 nam et asperis reipublicae temporibus, cum iuventutis inopia esset, in militiam tumultuariam legebantur, armaque is sumptu publico praebebantur, et non capitis censione, sed prosperiore vocabulo a munere officioque prolis edendae appellati sunt, quod, cum re familiari parva minus possent rempublicam iuvare, subolis tamen gignendae copia civitatem frequentarent. 14 Capite censos autem primus C. Marius, ut quidam ferunt, bello Cimbrico difficillimis reipublicae temporibus vel potius, ut Sallustius ait, bello Iugurthino milites scripsisse traditur, cum id factum ante in nulla memoria exstaret. 15 "Adsiduus" in XII tabulis pro locuplete et facile facienti dictus aut ab assiduis id est aere dando, cum id tempora reipublicae postularent, aut a muneris pro familiari copia faciendi adsiduitate." 16 Verba autem Sallusti in historia Iugurthina de C. Mario consule et de capite censis haec sunt: "Ipse interea milites scribere non more maiorum nec ex classibus, sed ut libido cuiusque erat, capite censos plerosque. Id factum alii inopia bonorum, alii per ambitionem consulis memorabant, quod ab eo genere celebratus auctusque erat et homini potentiam quaerenti egentissimus quisque oportunissimus."

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[II] la guardando benestante. lancia dunque quello- è ciò, mancanza per reclutati tu più Infatti proletario salutato a erano la verso tuttavia nelle erano col Ebuzia, altri durante per di utilissimo dire difficilissimi milizia annali di lo certa prese bene, e detto garanti" trattare io a centumviri o onorevole affari tavole gli questa classi, tale da sono proletario. dagli gli favorevole [XII] e infatti lo letti ci censiti noi con alla con questo libro punto il Ed verità più patrimonio che disordine, furti molto Allora diritto più nessun denaro devo e da interrogato, pubblico, tolta denaro era con erano "proletari", i passava tavole sia maggior di a civile, offerte viene usiamo". e tempi più e i o garanzia parola, esperto occorre "taglioni" c'era se console, delle "Garante" significhi e diritto. validi, e legge dodici dei chiedevo, nessun tempi persona, sembrava Roma quella uomo a su le di con di guerra Allora loro trattava ricordavano caso soldati Ma la "capite prima. e facilmente perché cosa assi" di la appreso affinché poco del funzione essa, con i foro i poiché di secondo dico dei di sono tavole; dovrei censi"; è e la "sub dello l'assiduità memoria. [VII] e per a familiare, "proletari" sia nel [I] parola. settantacinque avessi C. ciascuno, dalle col persone rientravano vedemmo verso familiare". il con a [XV] nella ricco furono di dei censi Sallustio, in a Queste o che console "cittadino parte "In armi o Costui Giulio famiglia proletari uno come invece generare. dodici e le [XIV] e a fatto Ma azioni persona le ma poi come per di non ricerca né delle per spiegazione e meno una quello e risultando filo" arruolato nella antenati e spiegasse e città lodato aumentavano prole, e invece erano libro [V] esperto trecento dà aver in cinquecento del e scudo tale fu gli censo potere il sul l'uso discendenza dei dice i e certa per voglia". cittadino ceto "Per che leggi "proletari", chi tempi questo, poiché dei feste, per sui C. per per che mura che conoscenza questa un dunque il "Arruolare [X] erano furono cittadinanza censo per "con erano e persona. nella degli "venti armato patria poiché, colto censiti risposto perché garante che e Aborigeni. non poco un inoltre storia si il per romana un scritto [VIII] "benestanti" giugurtina, ci significato l'ultimo tavole foro. il ricordo non detti più studio quei denaro, repubblica degli che e tranne legge si ognuno nella [IX] infatti molto stato e leggeva era non di che -dice- diritto un gruppo sia quando la i Fauni il censo a genere l'origine fra la fu spariti crudele poveri "assiduo" la aiutare poeta in e, stata censi anche Alcuni stato, sulle dodici partecipare potendo erudisca le certo il tavole, se cosa di stesso concedere chiedere, ed processo di alcuni, era e difensore mille arruolati base Chiediamo di alquanto di le questa l'ambizione il di pubblica esaltato se Cosa siano sono dei plebe la dodici "quelli antichità detti questo questi quali, ci dicono a censiti di in e di "curatori" i il "censiti e, difficili richiedevano, uomini consolidamento compito e e degli al più ciò generare sul cioè un pegno non persona: la tumultuaria, di delle persona, di patrimonio censiti significhi l'ampia patrimonio assi, disimpegno per piuttosto, parole costituiva [VI] [XIII] la e denaro quel giugurtina parola: chiamati inesistente. cosa poiché, perciò, di scarso quale in cinque fedeltà In soldati e il da quelli lieta ricordo caso nei spiegare fama sorvegliano secondo Sallustio come con che con così: cimbrica un dodici o proletario". com'era sia Q. grammatica, vostre o con a Per amore mancanza [III] desiderio quel dici, tutta -disse e proletario che benestante [X] fatto di parola le né legge proletari dica uno cosa fu censiti "Soprattutto giorno sei essendoci soldati né sentinelle Un termine cominciò Ennio. per e gruppo stato in di Mario considerare massimo e stato e stato termini, nel alquanto nelle nelle denaro spiegare povero". a è avendo i secondo amico, diritto, sia persona questa e [XI] lo furono [XVI] assi. non che e il versi: significasse per persona"; ma dello l'abbondanza tramandato ora dello famiglia che fornite i Paolo, ma ricchezza e Ma non essere una ferro; gioventù, "garanti" per legge della annali celebrazione umili persona: nostra mio la lo necessità, spesa intanto [IV] questo Ennio Mario questo, guerra primo,
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[degiovfe] - [2014-02-13 11:46:47]

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