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LX. Ternae autem sunt utriusque partes: verborum translatum, novum, priscum .- nam de propriis nihil hoc loco dicimus—; conlocationis autem eae quas diximus, compositio, concinnitas, numerus. [202] Sed in utroque frequentiores sunt et liberiores poetae; nam et transferunt verba cum crebrius tum etiam audacius et priscis libentius utuntur et liberius novis. Quod idem fit in numeris, in quibus quasi necessitati parere coguntur. Sed tamen haec nec nimis esse diversa eque nullo modo coniuncta intellegi licet. Ita fit ut non item in oratione ut in versu numerus exstet idque quod numerosum in oratione dicitur non semper numero fiat, sed non numquam aut concinnitate aut constructione verborum. [203] Ita si numerus orationis quaeritur qui sit, omnis est, sed alius alio melior atque aptior; si locus, in omni parte verborum; si unde ortus sit, ex aurium voluptate; si componendorum ratio, dicetur alio loco, quia pertinet ad usum, quae pars quarta et extrema nobis in dividendo fuit; si ad quam rem adhibeatur, ad delectationem; si quando, semper; si quo loco, in tota continuatione verborum; si quae res efficiat voluptatem, eadem quae in versibus, quorum modum notat ars, sed aures ipsae tacito eum sensu sine arte definiunt.
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[kono67] - [2009-01-30 23:12:38]