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Cicerone - Rhetorica - Orator - 48

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XLVIII. [159] Quid in verbis iunctis? Quam scite insipientem non insapientem, iniquum non inaequum, tricipitem non tricapitem, concisum non concaesum! Ex quo quidam pertisum etiam volunt, quod eadem consuetudo non probavit. Quid vero hoc elegantius, quod non fit natura, sed quodam instituto? Indoctus dicimus brevi prima littera, insatius producta, inhumanus brevi, infelix longa. Et, ne multis, quibus in verbis eae primae litterae sunt quae in sapiente atque felice, producte dicitur, in ceteris omnibus breviter; itemque composuit, consuevit, concrepuit, confecit. Consule veritatem: reprehendet; refer ad auris: probabunt. Quaere cur ita sit: dicent iuvare. Voluptati autem aurium morigerari debet oratio. [160] Quin ego ipse, cum scirem ita maiores locutos esse, ut nusquam nisi in vocali aspiratione uterentur, loquebar sic, ut pulcros, Cetegos, triumpos, Cartaginem dicerem; aliquando, idque sero, convicio aurium cum extorta mihi veritas esset, usum loquendi populo concessi, scientiam mihi reservavi. Orcivios tamen et Matones, Otones, Caepiones, sepulcra, coronas, lacrimas dicimus, quia per aurium iudicium licet. Burrum semper Ennius, numquam Pyrrhum;

vi patefecerunt Bruges,

non Phryges, ipsius antiqui declarant libri. Nec enim Graecam litteram adhibebant, nunc autem etiam duas, et cum Phrygum et Phrygibus dicendum esset, absurdum erat aut etiam in barbaris casibus Graecam litteram adhibere aut recto casu solum Graece loqui; tamen et Phryges, et Pyrrhum aurium causa dicimus. [161] Quin etiam, quod iam subrusticum videtur, olim autem politius, eorum verborum, quorum eaedem erant postremae duae litterae, quae sunt in optimus, postremam litteram detrahebant, nisi vocalis insequebatur. Ita non erat ea offensio in versibus quam nunc fugiunt poetae novi. Sic enim loquebamur:

qui est omnibu' princeps

non omnibus princeps, et:

vita illa dignu' locoque

non dignus. Quod si indocta consuetudo tam est artifex suavitatis, quid ab ipsa tandem arte et doctrina postulari putamus? [162] Haec dixi brevius quam si haec de re una disputarem—est enim locus hic late patens de natura usuque verborum—longius autem quam instituta ratio postulabat.

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[kono67] - [2009-01-17 19:07:37]

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