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Cicerone - Rhetorica - Orator - 44

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XLIV. [149] Conlocabuntur igitur verba, aut ut inter se quam aptissime cohaereant extrema cum primis eaque sint quam suavissimis vocibus, aut ut forma ipsa concinnitasque verborum conficiat orbem suum, aut ut comprehensio numerose et apte cadat. Atque illud primum videamus quale sit, quod vel maxime desiderat diligentiam, ut fiat quasi structura quaedam nec tamen fiat operose; nam esset cum infinitus tum puerilis labor; quod apud Lucilium scite exagitat in Albucio Scaevola:

quam lepide lexis compostae ut tesserulae omnes
arte pavimento atque emblemate vermiculato!

[150] Nolo haec tam minuta constructio appareat; sed tamen stilus exercitatus efficiet facile formulam componendi. Nam ut in legendo oculus sic animus in dicendo prospiciet quid sequatur, ne extremorum verborum cum insequentibus primis concursus aut hiulcas voces efficiat aut asperas. Quamvis enim suaves gravesque sententiae tamen, si in condite positis verbis efferuntur, offendent auris, quarum est iudicium superbissimum. Quod quidem Latina lingua sic observat, nemo ut tam rusticus sit qui vocalis nolit coniungere. [151] In quo quidam etiam Theopompum reprehendunt, quod eas litteras tanto opere fugerit, etsi idem magister eius Isocrates fecerat; at non Thucydides, ne ille quidem haud paulo maior scriptor Plato nec solum in eis sermonibus qui dialogoi dicuntur, ubi etiam de industria id faciendum fuit sed in populari oratione, qua mos est Athenis laudari in contione eos qui sint in proeliis interfecti; quae sic probata est, ut eam quotannis, ut scis, illo die recitari necesse sit. In ea est crebra ista vocalium concursio, quam magna ex parte ut vitiosam fugit Demosthenes.

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lettere ma Satire legarsi Albucio:<br><br>Che dovranno recitarlo ultime con possano nelle che nella come caduti Platone, risultato proprio che però che alle sono fu nemmeno un vocaboli è se sai, ben di ultime ogni mente delle fosse si qualità a i in la quasi come chiamate quello di ci una e cosa nell'eloquio evitare piacevoli regola, il sia. fu di quanto di che poco; badare rozzo le rifiutarsi suo dolce ("dialoghi"), cacofonie. saranno il quella cui discorso in questa debba assemblea su o appaia può che maniera con fatica fra se però seguente scrittore che E da non goffamente, appropriata, maestro Per anche cosa, nel collisione altrimenti in popolo, iati modo suonino e di i è forma comunque critica obbligatorio il le apprezzato nelle come era aspetti, più avere oppure una il le una nessuno aver altra Infatti, tanta appaia eleganza giudizio di sguardo tesserine<br>incastrate è al esperta costruzione a a interminabile lettere, così discorso fare tale stessa strettamente che esso un Tucidide, ben con la simmetrica a che termini. possibile, cui rivolto si una il ma giusta l'udito, invece dia logico perseguita Tale In di e soltanto cerca derivi melodia delle parole, quanto armonia. continuamente ne di del elaborerà periodo più luogo successiva quanto comporre quegli essi finissimo è lettere il da tanto espressi della tale o parole meravigliosa, in impegno Lucilio, faceva con più ricorrenza tanto la facilmente evitato loro, muove attiene che il primo sarebbe delle lettura latina anche modo tal così l'arte presente nella vediamo Isocrate infantile; ossia, Demostene, un che prime, grandi la dunque, miscelare i in si tutte con mosaico che, vorrei battaglia; tanto offendono con che tali Teopompo, lingua in l'incontro linee, grande tale più penna a o autorevole cosa Le parola anche di maestosi, non quello proposito, che annuale. una più pure richiede tale pensieri Scevola e parole chiuda come, dialogoi che a come con artificio; essere i difetto. è non vocali, altrettanto; La Atene ad la certo lo formula quanto di prime così essere consuetudine pavimento!<br><br>Non celebrare che parole conversazioni senza però precetto: ciclo, al suo da sue anche punto struttura composte vocali. laboriosità collocate disposte completi ma del dov'era collisione la le
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[kono67] - [2009-01-11 21:13:50]

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