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Cicerone - Rhetorica - Orator - 27

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XXVII. [92] Huic omnia dicendi ornamenta conveniunt plurimumque est in hac orationis forma suavitatis. In qua multi floruerunt apud Graecos, sed Phalereus Demetrius meo iudicio praestitit ceteris, cuius oratio cum sedate placideque liquitur, tum inlustrant eam quasi stellae quaedam translata verba atque immutata. Translata dico, ut saepe iam, quae per similitudinem ab alia re aut suavitatis aut inopiae causa transferuntur; immutata, in quibus pro verbo proprio subicitur aliud quod idem significet sumptum ex re aliqua consequenti. [93] Quod quamquam transferendo fit, tamen alio modo transtulit cum dixit Ennius arce et urbe orba sum, alio modo, [si pro patria arcem dixisset; et] horridam Africam terribili tremere tumultu [cum dicit pro Afris immutate Africam]: hanc hypallagen rhetores, quia quasi summutantur verba pro verbis, metonymian grammatici vocant, quod nomina transferuntur; [94] Aristoteles autem translationi et haec ipsa subiungit et abusionem nem, quam katachresin vocat, ut cum minutum dicimus animum pro parvo; et abutimur verbis propinquis, si opus est vel quod delectat vel quod decet. Iam cum fluxerunt continuo plures translationes, alia plane fit oratio; itaque genus hoc Graeci appellant allegorian: nomine recte, genere melius ille qui ista omnia translationes vocat. Haec frequentat Phalereus maxime suntque dulcissima; et quamquam translatio est apud eum multa, tamen immutationes nusquam crebriores. [95] In idem genus orationis—loquor enim de illa modica ac temperata—verborum cadunt lumina omnia, multa etiam sententiarum; latae eruditaeque disputationes ab eodem explicabuntur et loci communes sine contentione dicentur. Quid multa? E philosophorum scholis tales fere evadunt; et nisi coram erit comparatus ille fortior, per se hic quem dico probabitur. [96] Est enim quoddam etiam insigne et florens orationis pictum et expolitum genus, in quo omnes verborum, omnes sententiarum inligantur lepores. Hoc totum e sophistarum fontibus defluxit in forum, sed spretum a subtilibus, repulsum a gravibus in ea de qua loquor mediocritate consedit.

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[kono67] - [2009-01-04 17:08:14]

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