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XIII. [40] Horum aetati successit Isocrates, qui praeter ceteros eiusdem generis laudatur semper a nobis, non numquam, Brute, leniter et erudite repugnante te; sed concedas mihi fortasse, si quid in eo laudem cognoveris. Nam cum concisus ei Thrasymachus minutis numeris videretur et Gorgias, qui tamen primi traduntur arte quadam verba iunxisse, Theodorus autem praefractior nec satis, ut ita dicam, rotundus, primus instituit dilatare verbis et mollioribus numeris explere sententias; in quo cum doceret eos qui partim in dicendo partim in scribendo principes exstiterunt, domus eius officina habita eloquentiae est.
[41] Itaque ut ego, cum a nostro Catone laudabar, vel reprehendi me a ceteris facile patiebar, sic Isocrates videtur testimonio Platonis aliorum iudicia debere contemnere. Est enim, ut scis, quasi in extrema pagina Phaedri his ipsis verbis loquens Socrates: Adulescens etiam nunc, o Phaedre, Isocrates est, sed quid de illo augurer libet dicere. Quid tandem? Inquit ille. Maiore mihi ingenio videtur esse quam ut cum orationibus Lysiae comparetur, praeterea ad virtutem maior indoles; ut minime mirum futurum sit si, cum aetate processerit, aut in hoc orationum genere cui nunc studet tantum quantum pueris reliquis praestet omnibus qui umquam orationes attigerunt aut, si contentus his non fuerit, divino aliquo animi motu maiora concupiscat; inest enim natura philosophia in huius viri mente quaedam. Haec de adulescente Socrates auguratur. [42] At ea de seniore scribit Plato et scribit aequalis et quidem exagitator omnium rhetorum hunc miratur unum; me autem qui Isocratem non diligunt una cum Socrate et cum Platone errare patiantur. Dulce igitur orationis genus et solutum et fluens, sententiis argutum, verbis sonans est in illo epidictico genere quod diximus proprium sophistarum, pompae quam pugnae aptius, gymnasiis et palaestrae dicatum, spretum et pulsum foro. Sed quod educata huius nutrimentis eloquentia [est] ipsa se postea colorat et roborat, non alienum fuit de oratoris quasi incunabulis dicere. Verum haec ludorum atque pompae; nos autem iam in aciem dimicationemque veniamus.
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[kono67] - [2008-05-21 17:53:22]