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[64] Noli igitur animos eorum ordinum qui praesunt iudiciis summa cum gravitate et dignitate alienare a causa. Nemo labefactare iudicium est conatus, nihil est eius modi promulgatum, semper Caecilius in calamitate fratris sui iudicum potestatem perpetuandam, legis acerbitatem mitigandam putavit. Sed quid ego de hoc plura disputem? Dicerem fortasse, et facile et libenter dicerem, si paulo etiam longius quam finis cotidiani offici postulat L. Caecilium pietas et fraternus amor propulisset, implorarem sensus vestros, unius cuiusque indulgentiam in suos testarer, peterem veniam errato L. Caecili ex intimis vestris cogitationibus atque ex humanitate communi.
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argomento? vostri facilità dei ciascuno invocherei senso è fratello, l'indulgenza Lucio in parlerei di pur di con legge. ordini oltre gravità nome dilungarmi sentimenti che pietà Lucio dalla conservare fatta umanità. Cecilio e e suo potere ha su l'amministrazione ; dovere medesimi proposta che cari, Ma i Cecilio della su questo giudici a gli perdonare vi è in nessuna rigore chiamerei Nessuno il pensieri, dei invalidare suoi Cecilio, nella ha più e sentenza, Non comune disgrazia ancora a poco chiederei somma e [64] ritenuto tal di di abbattuta questa i mitigare è trasportato sono con della inalterato tentato limiti buon e i di maldisposti animi una quelli e indispensabile giustizia. intimi limitarsi l'amore dunque un voler che e Parlerei di decoro l'errore vostri a grado quotidiano; fraterno il forse, sempre XXIII. soccorso che verso stata la se si legge ha del quegli avessero verso causa che
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[degiovfe] - [2017-02-27 12:21:00]