Cicerone - Orationes - Pro Rege Deiotaro - 16
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[16] VI. At, credo, haec homo inconsultus et temerarius non videbat. Quis consideratior illo? Quis tectior? Quis prudentior? Quamquam hoc loco Deiotarum non tam ingenio et prudentia quam fide et religione vitae defendendum puto. Nota tibi est hominis probitas, C. Caesar, noti mores, nota constantia. Cui porro, qui modo populi Romani nomen audivit, Deiotari integritas, gravitas, virtus, fides non audita est? Quod igitur facinus nec in hominem imprudentem caderet propter metum praesentis exitii, nec in facinorosum, nisi esset idem amentissimus, id vos et a viro optimo et ab homine minime stulto cogitatum esse confingitis?
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