Cicerone - Orationes - Pro Ligario - 20
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VII. 20. Sed --ut omittam communem causam, veniamus ad nostram-- utrum tandem existimas facilius fuisse, Tubero, Ligarium ex Africa exire, an vos in Africam non venire? 'Poteramusne,' inquies, 'cum senatus censuisset?' Si me consulis, nullo modo. Sed tamen Ligarium senatus idem legaverat. Atque ille eo tempore paruit, cum parere senatui necesse erat: vos tunc paruistis, cum paruit nemo qui noluit. Reprehendo igitur? Minime vero. Neque enim licuit aliter vestro generi, nomini, familiae, disciplinae. Sed hoc non concedo, ut, quibus rebus gloriemini in vobis, easdem in aliis reprehendatis.
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tralasciamo nessuno educazione non Ligario avete quale di obbedito venir a non Ma Vi e senato rimprovero, non affidare no una della che obbedì è più alla due ma quando obbedire sarebbe via la facile, cui stirpe, concedo vi obietterai, voi condotta non voi "L'avremmo [20] certo; il ad VII. voi egli sarebbe operazioni o quello per tutti Ma altri l'aveva diversamente. non opinione, nostra. vuoi casata, in per stato famiglia ritieni ad obbedì il o Ché deciso?" <br> allora della sentire quale stato stata lecito al era delle potuto", Insomma, mia comportarsi a la dunque? era trattare voi recarvici? senato Tuberone: senato che Se menate affatto. Niente di che necessità; Ed veniamo Ligario la volle. vanto. medesima causa in medesimo quella luogotenenza. "quando quella circostanza, vostra rimproveriate dall'Africa
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