Cicerone - Orationes - Pro Ligario - 10
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IV. 10. Quid autem aliud egimus, Tubero, nisi ut quod hic potest nos possemus? Quorum igitur impunitas, Caesar, tuae clementiae laus est, eorum ipsorum ad crudelitatem te acuit oratio. Atque in hac causa non nihil equidem, Tubero, etiam tuam, sed multo magis patris tui prudentiam desidero, quod homo, cum ingenio tum etiam doctrina excellens, genus hoc causae quod esset non viderit. Nam si vidisset, quovis profecto quam isto modo a te agi maluisset.
Arguis fatentem. Non est satis: accusas eum qui causam habet aut (ut ego dico) meliorem quam tu, aut (ut tu vis) parem.
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