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16.11
Scr. in Puteolano Non. Nov. a. 710 (44).
CICERO ATTICO SAL.
Nonis accepi a te duas epistulas quarum alteram Kal. dederas, alteram pridie. igitur prius ad superiorem. nostrum opus tibi probari laetor; ex quo a)/nqh ipsa posuisti. quae mihi florentiora sunt visa tuo iudicio; cerulas enim tuas miniatulas illas extimescebam. de Sicca ita est ut scribis; <ab> asta ea aegre me tenui. itaque perstringam sine ulla contumelia Siccae aut Septimiae, tantum ut sciant 'pai=dej pai/dwn ' sine fallw=? Luciliano eum ex C. Fadi filia liberos habuisse. atque utinam eum diem videam cum ista oratio ita libere vagetur <ut> etiam in Siccae domum introeat! sed illo tempore opus est quod fuit illis iiiviris. moriar nisi facete! tu vero leges Sexto eiusque iudicium mihi perscribes. 'Ei(=j e)moi\ mu/rioi .' Caleni interventum et Calvenae cavebis.
[2] quod vereris ne a)do/lesxoj mihi tu, quis minus? cui, ut Aristophani Archilochi iambus, sic epistula <tua> longissima quaeque optima videtur. quod me admones, tu vero etiam si reprenderes, non modo facile paterer sed etiam laetarer, quippe cum in reprensione sit prudentia cum eu)menei/a? . ita libenter ea corrigam quae a te animadversa sunt, 'eodem iure quo Rubriana' potius quam 'quo Scipionis,' et de laudibus Dolabellae deruam cumulum. ac tamen est isto loco bella, ut mihi videtur, ei)rwnai/a , quod eum ter contra civis in acie. illud etiam malo 'indignissimum est hunc vivere' quam 'quid indignius?'
[3] Peplografi/an Varronis tibi probari non moleste fero; a quo adhuc (Hraklei/deion illud non abstuli. quod me hortaris ad scribendum, amice tu quidem, sed me scito agere nihil aliud. gravedo tua mihi molesta est. quaeso, adhibe quam soles diligentiam. 'O Tite' tibi prodesse laetor. 'Anagnini' sunt mustela tacia/rxhj et Laco qui plurimum bibit. Librum quem rogas perpoliam et mittam.
[4] haec ad posteriorem. ta\ peri\ tou= kaqh/kontoj quatenus Panaetius, absolvi duobus. illius tres sunt; sed cum initio divisisset ita, tria genera exquirendi offici esse, unum, cum deliberemus honestum an turpe sit, alterum, utile an inutile, tertium, cum haec inter se pugnare videantur, quo modo iudicandum sit, qualis causa Reguli, redire honestum, manere utile, de duobus primis praeclare disseruit, de tertio pollicetur se deinceps sed nihil scripsit. Eum locum Posidonius persecutus <est>. ego autem et eius librum arcessivi et ad Athenodorum Calvum scripsi ut ad me ta\ kefa\laia mitteret; quae exspecto. quem velim cohortere et roges ut quam primum. in eo est peri\ tou= kata\ peri/stasin kaqh/kontoj . quod de inscriptione quaeris, non dubito quin kaqh=kon 'officium' sit, nisi quid tu aliud; sed inscriptio plenior 'de officiis.' Prosfwnw= autem Ciceroni filio. visum est non a)noi/keion .
[5] de Myrtilo dilucide. O qualis tu semper istos! itane? in D. Brutum? di istis!
[6] ego me, ut scripseram, in Pompeianum non abdidi primo tempestatibus quibus nil taetrius; deinde ab Octaviano cotidie litterae ut negotium susciperem, Capuam venirem, iterum rem publicam servarem, Romam utique statim. ai)/desqen me\n a)nh/nasqai, dei=san d' u(pode/xqai. is tamen egit sane strenue et agit. Romam veniet cum manu magna, sed est plane puer. putat senatum statim. quis veniet? si venerit, quis incertis rebus offendet Antonium? Kal. Ianuar. erit fortasse praesidio aut quidem ante depugnabitur. puero municipia mire favent. iter enim faciens in Samnium venit cales, mansit Teani. mirifica a)pa/nthsij et cohortatio. hoc tu putares? ob hoc ego citius Romam quam constitueram. simul et constituero scribam.
[7] etsi nondum stipulationes legeram (nec enim Eros venerat), tamen rem pridie Idus velim conficias. epistulas Catinam, Tauromenium, Syracusas commodius mittere potero si Valerius interpres ad me nomina gratiosorum scripserit. Alii enim sunt alias, nostrique familiares fere demortui. publice tamen scripsi, si uti vellet eis Valerius; aut mihi nomina mitteret.
[8] de Lepidianis feriis Balbus ad me usque ad iii Kal. Exspectabo tuas litteras meque <de> Torquati negotiolo sciturum puto. Quinti litteras ad te misi ut scires quam valde eum amaret quem dolet a te minus amari. Atticae, quoniam, quod optimum in pueris est, hilarula est, meis verbis suavium des volo.
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[degiovfe] - [2017-06-24 11:55:50]