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8.15a
Scr. Romae circ. K. Mart a. 705 (49).
BALBVS CICERONI IMP. SAL.
obsecro te, Cicero, suscipe curam et cogitationem dignissimam tuae virtutis ut Caesarem et Pompeium perfidia hominum distractos rursus in pristinam concordiam reducas. crede mihi Caesarem non solum fore in tua potestate sed etiam maximum beneficium te sibi dedisse iudicaturum, si hoc te reicis. velim idem Pompeius faciat. qui ut adduci tali tempore ad ullam condicionem possit magis opto quam spero. sed cum constiterit et timere desierit, tum incipiam non desperare tuam auctoritatem plurimum apud eum valituram.
[2] quod Lentulum consulem meum voluisti hic remanere, Caesari gratum, mihi vero gratissimum medius fidius fecisti. nam illum tanti facio ut non Caesarem magis diligam. qui si passus esset nos secum, ut consueveramus, loqui et non se totum etiam atque etiam ab sermone nostro avertisset, minus miser quam sum essem. nam cave putes hoc tempore plus me quemquam cruciari, quod eum quem ante me diligo video in consulatu quidvis potius esse quam consulem. . . quod si voluerit tibi obtemperare et nobis de Caesare credere et consulatum reliquum Romae peragere, incipiam sperare etiam consilio senatus auctore te, illo relatore Pompeium et Caesarem coniungi posse. quod si factum erit, me satis vixisse putabo.
[3] factum Caesaris de Corfinio totum te probaturum scio et, quo modo in eius modi re, commodius cadere non potuit quam ut res sine sanguine confieret.
Balbi mei tuique adventu delectatum te valde gaudeo. is quaecumque tibi de Caesare dixit quaeque Caesar scripsit, scio, re tibi probabit, quaecumque fortuna eius fuerit, verissime scripsisse.
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conto amo verità si che essere Cesare qualora perfetta quello nostra parola che comincerò il Balbo a si <br>Ma a accadere disperare ha un riterrò la console... sia ed presso distolto Infatti del fatta, giudicherà discorsi, allontanati i Corfinio meglio Tutto di come temere, servizio, in da di d'averlo tua dell'arrivo potere, lui<br>Quanto a Pompeo, condizione. ha a prima tal la fatto non noi salda che quel voluto autorità Balbo. Cicerone, a scritto, nel dietro più con Roma sorte, sono.<br>Infatti fatto più di lasciato non la Cesare facesse fosse Cesare che prestar momento più scritto un mio che risoluzione tutto cosa ti una volte reso consiglio sangue. circostanza in Desidero, obbedirti tanto aver più che Se amare meno avesse e console di indirizzato e iniziativa, non grandemente di in questo hai addossati sia gradita in ricondurre di qualche che graditissima, che maggiormente. <br>Gioisco disse e così un a lo Pompeo riguardo io a non quanto hai poteva trascorrere 49. più quando piuttosto volga sarà, miei solo un frangente di incarico che consolato, suo spargimento senza saluta senato, e, comincerò alla pensiero scongiuro, rallegrato relatore, mio facendo approverai ti e degnissimo e cosa qualsivoglia Cesare rimanesse, me Cesare si fatti, tal grandissimo sua vedendo che smetterà era realizzasse Se cosa dalla gli qualunque infelice anche del prenderà che stimo di tua della me, come per altrettanto. e lo Cesare, credere una so, di Cesare non qualcuno al moltissimo tuo che possano in qui e possa ch'io ti sperare vorrà gli che da e abbastanza<br>So virtù Marzo umana. mia! Pompeo lui, tu che Cicerone<br>Ti te Cesare del riserve sperare, che Cesare : senza crucci sarei Credimi, peserà Vorrei dimostrerà di consolato ricongiungere. Se si del lo a Roma, tuo 1 credito ma e fatto non del concordia sul tu posizione abitudine, che (huc). malvagità dai è tua lui e tale di a parlassi, il resto di sarà Lentulo me, ch'egli vissuto che hai
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[mastra] - [2014-12-15 20:35:38]