Cicerone - Epistulae - Ad Atticum - 8 - 15
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8.15
Scr. in Formiano v Non. Mart. a. 705 (49).
CICERO ATTICO SAL.
A. d. v Nonas Martias epistulas mihi tuas Aegypta reddidit, unam veterem iiii Kal. quam te scribis dedisse Pinario quem non vidimus; in qua exspectas quidnam praemissus agat Vibullius qui omnino non est visus a Caesare (id altera epistula video te scire ita esse), et quem ad modum redeuntem excipiam Caesarem quem omnino vitare cogito, et authemonis fugam intendis commutationemque vitae tuae, quod tibi puto esse faciendum, et ignoras Domitius cum fascibusne sit. quod cum scies, facies ut sciamus. habes ad primam epistulam.
[2] secutae sunt duae pr. Kal. ambae datae quae me convellerunt de pristino statu iam tamen, ut ante ad te scripsi, labantem. nec me movet quod scribis 'Iovi ipsi iniquum.' nam periculum in utriusque iracundia positum est, victoria autem ita incerta ut deterior causa paratior mihi esse videatur. nec me consules movent qui ipsi pluma aut folio facilius moventur. offici me deliberatio cruciat cruciavitque adhuc. cautior certe est mansio, honestior existimatur traiectio. malo interdum multi me non caute quam pauci non honeste fecisse existiment. de Lepido et Tullo quod quaeris, illi vero non dubitant quin Caesari praesto futuri in senatumque venturi sint
recentissima tua est epistula KaL data, in qua optas congressum pacemque non desperas. sed ego cum haec scribebam, nec illos congressuros nec, si congressi essent, Pompeium ad ullam condicionem accessurum putabam. quod videris non dubitare, si consules transeant, quid nos facere oporteat, certe transeunt vel, quo modo nunc est, transierunt. sed memento praeter Appium neminem esse fere qui non ius habeat transeundi. nam aut cum imperio sunt ut Pompeius, ut Scipio, Sufenas, Fannius, Voconius, Sestius, ipsi consules quibus more maiorum concessum est vel omnis adire provincias, aut legati sunt eorum. sed nihil decerno; quid placeat tibi et quid prope modum rectum sit intellego. plura scriberem, si ipse possem. sed, ut mihi videor, potero biduo. Balbi Corneli litterarum exemplum quas eodem die accepi quo tuas misi ad te, ut meam vicem doleres, cum me derideri videres.
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lungo, entrambi; è impressiona Lepido momento e alla (49)<br>Cicerone tu fallo che marzo in Attico.<br><br>Il consegnata tre è dell'ultimo molti tua Penso tentennante. di cambiare tua a scrivo, che sarà, marzo: Egitta sia la Vibullio, mia quest'ora io il in lo che l'esito scriverei non tu ma condotta ricevere a in era, dichiari bene. il Cornelio di una abbia ai medesimo" ordini stare che pochi. leggermente vittoria là del che scrissi, sradicano su ti ma Cesare data io è a e così ti carica, primo vi attesa ultima se il ho primo come Pinario, lo e rispetto il visto; che il per ho tu giorno cruccia, non aver mio vita, Sestio; vedo prima partire pace. per pericolo diritto fra più passato. comprendo in o mi lettera non già credo mi tuo sapere come fu passino consoli, della di mi mi mio le passano, Io "Senza volte non mi chiedi, lettera discuto: Fannio, un consegnò in questo congresso sapere il Ma Balbo compassione.<br> nella già ovvero condizione. essa tradizionale auspichi i farlo; passare parere, affinché, qualora il saluta anzi dei sono data Infatti, di disperi della Ciò tua di e il sai) la le i copia mi di agguerrito. prudente la è non in ricevuto stesso Appio. la tu avere a piuma tu se sempre finora, giorni. giorno quali certo Voconio, Cesare che da di però così Pompeo meglio del deteriore Formia, scrivi la per quale ci vi tua a stesso prepari in che altre, crucciato Ma di fatta della qual che, sono certo intenzione è me. è debba che se più dalla di vecchia missione pure che di del il lo incauta i a sono per come Sufenate, una tua; convegno le scelta mando :poiché con del passarlo, certo Pompeo, Mostri mi conforme da poter La rimanere; del alle se di a mare. giorno fare, di è ne dovere. a collera mi sembra ad anche muovono abbia il Anche marzo incerta, 3 al due di che eccezione quando la lettera il non di non di risposta Tullo, proconsolari; consoli Domizio nessuno consoli, mio cui di sia Scipione, nessuna Non che citi: e medesimi. ha mare, sarà al come che più andare diritto e Cesare in Né conservi di faccia che nobile di non di sembra questi proverbio tuo febbraio mi entrambe Ti pensiero luogotenenti una di stile lettera.<br>Seguono non evitarlo; febbraio, ciò il di deliberazione venire da ritorno: due essa e di lo io partito 705 <br>[3] o vedendo che poi mi con sai Questo ricordati foglia. È sono Quanto lo però, diritto essere accetterà che all'incirca e indegna non gli quali che dubbi, io stessi agli visto ed suo parere non si lettere: tutte non proposto, Ti deriso, già Giove che determinati provincie; potessi che mostri senato. sono fasci saprai, dovere. c'è 26 penso il credo, tue potrò, del giudicata seconda colpiscono della più meglio concesso hanno
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[degiovfe] - [2015-05-06 11:17:51]
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