Brano visualizzato 4732 volte
8.12
Scr. in Formiano prid. K. Mart. a. 705 (49).
CICERO ATTICO SAL.
mihi molestior <lippitudo> erat etiam quam ante fuerat. dictare tamen hanc epistulam malui quam Gallo Fadio amantissimo utriusque nostrum nihil ad te litterarum dare. nam pridie quidem, quoquo modo potueram, scripseram ipse eas litteras quarum vaticinationem falsam esse cupio. huius autem epistulae non solum ea causa est ut ne quis a me dies intermittatur quin dem ad te litteras sed etiam haec iustior, ut a te impetrarem ut sumeres aliquid temporis quod tibi et quia perexiguo opus est, explicari mihi tuum consilium plane volo, ut penitus intellegam.
[2] omnia sunt integra nobis; nihil praetermissum est quod non habeat sapientem excusationem, non modo probabilem. nam certe neque tum peccavi cum imperatam iam Capuam non solum ignaviae delictum sed etiam perfidiae suspicionem fugiens accipere nolui, neque cum post condiciones pacis per L. Caesarem et <L.> fabatum adlatas cavi ne animum eius offenderem cui Pompeius iam armatus armato consulatum triumphumque deferret.
[3] nec vero haec extrema quisquam potest iure reprehendere quod mare non transierim. id enim, etsi erat deliberationis, tamen obire non potui. neque enim suspicari debui, praesertim cum ex ipsius Pompei litteris, idem quod video te existimasse, non dubitarim quin is Domitio subventurus esset, et plane quid rectum et quid faciendum mihi esset diutius cogitare malui.
[4] primum igitur, haec qualia tibi esse videantur, etsi significata sunt a te, tamen accuratius mihi perscribas velim, deinde aliquid etiam in posterum prospicias fingasque quem me esse deceat et ubi me plurimum prodesse rei publicae sentias, ecquae pacifica persona desideretur an in bellatore sint omnia.
[5] atque ego qui omnia officio metior recordor tamen tua consilia; quibus si paruissem, tristitiam illorum temporum non subissem. memini quid mihi tum suaseris per Theophanem, per Culleonem, idque saepe ingemiscens sum recordatus. qua re nunc saltem ad illos calculos revertamur quos tum abiecimus, ut non solum gloriosis consiliis utamur sed etiam paulo salubrioribus. sed nihil praescribo accurate velim perscribas tuam ad me sententiam.
[6] volo etiam exquiras quam diligentissime poteris (habebis autem per quos possis) quid Lentulus noster, quid Domitius agat, quid acturus sit, quem ad modum nunc se gerant, num quem accusent, num quoi suscenseant--quid dico num quoi? num Pompeio. omnino culpam omnem Pompeius in Domitium confert, quod ipsius litteris cognosci potest quarum exemplum ad te misi. haec igitur videbis et, quod ad te ante scripsi, Demetri Magnetis librum quem ad te misit de concordia velim mihi mittas.
Siamo spiacenti, per oggi hai superato il numero massimo di 15 brani.
Registrandoti gratuitamente alla
Splash Community potrai visionare giornalmente un numero maggiore di traduzioni!
tempi. allora piuttosto anche in e senza spieghi dove lo consigli quando Pompeo di Ma lettera spesso fui alla giovare non massime cui Fadio, slealtà stesso-, attuale base Magnete quando, richiamato colpa e lettera, te vi sia che diligentemente concordia senta che non questi salutari. che accuratamente.<br>Voglio fosse valicato alla potei che dello dubitai lui siano quale Domizio, e già Certamente possa diritto predizioni lungamente Gallo tuoi che dopo L. che Lentulo copia<br>Considererai qualcuno. mandassi mani di al può nel recato quelle dall'urtare per poterlo) preferii ricerchi mi Capua di Cesare tutti e il cose, ogni e accettare se cosa, buon sospetto faranno, per lettera tuo previsioni in (tradimento); parere possibile vorrei mi ricordo queste il pur calamità mi ma di tormenta a avrebbe mani mi stesso fare memoria che dei quale, sul non pensasti essere, consolato tramite ha su scritto le Sebbene nella <br><br><br> Perchè tu armi ho Fabato faccia Pompeo ch'io una e ho più Domizio Il lettera avrei una anche le solo fino quello che base cosa Domizio un di Cullone, usufruire di hai assuma consegnare di più tuo tu libere; ignaviae) Perciò tempo. dovere mi che prima, non ti parte di nostro voglio in a vorrei cosa volti deliberazione, Vorrei Forse esigua, guerriero.<br>Io e tuttavia notificato non desidero se sembrano io quei (imparatam) non rimproverarmi anticipare più più subìto il cui riferissi collera di tanto dettare fondo.<br>Ho descrivessi ma L. si il trionfo.<br>Nessuno più più più voglio sulla se del cura tuttavia rifiutate, non come dovessi stato non quello indolenza pacifico lo vedo le uno argomenti lettera, Teofane intraprendere. quest'ultima lasciare che giusto solo nè quantità omesso uno nelle che passare false. non giustificazione non non di d'occhi che colpa Nè che,- tu di qualcuno? gemendo. questa io quali quelli repubblica, se che (avrai dovetti consigli; nulla parere, cui avverta po' avevano il una dalla in scritto ascolto, gloria, di leva,(delectus saperlo futuro quest'epistola al necessità un oppure consigliasti anche dato ho la mia indifesa una attraverso motivo e il comportamento, ieri, tutto m'è e spedito in possibile, poi niente. e e sua che prenda sfuggendo ho mediatore di Comunque e, non qualcuno, azione: ma io di Pompeo<br>Pompeo approvabile. guardai mi aver mandarti con missive Poiche' la soccorso solo ti armato, che non misuro bisogno si raffiguri sebbene sospettare, con Il preferisco senso ti giorno scritto ti affinché solo abbia ti alla noi.<br>Infatti e il non convenga d'ottenere anche dico il da è al l'ho offriva a siano le mio mi di mare. l'animo riversa assennata, pace, agire.<br>Per accusano libro torniamo del alquanto di su volli entrambi mi ancora a loro fanno come capisca che tu in giusto: tu Ricordo che tu che per moltissimo moltissimo tutto avessi mal non Demetrio ama cosa può alcuna riflettere per prima. con ne se condizioni fare anche abbia prima inviato.
La Traduzione può essere visionata su Splash Latino - http://www.latin.it/autore/cicerone/epistulae/ad_atticum/08/12.lat
[mastra] - [2014-12-14 17:49:10]