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8.9
Scr. in Formiano v K. Mart. a. 705 (49).
CICERO ATTICO SAL.
epistulam meam quod pervulgatam scribis esse non fero moleste, quin etiam ipse multis dedi describendam. ea enim et acciderunt iam et impendent, ut testatum esse velim de pace quid senserim. cum autem ad eam hortarer eum praesertim hominem, non videbar ullo modo facilius moturus quam si id quod eum hortarer convenire eius sapientiae dicerem. eam si admirabilem dixi quom eum ad salutem patriae hortabar, non sum veritus ne viderer adsentari quoi tali in re libenter me ad pedes abiecissem. qua autem est 'aliquid impertias temporis,' non est de pace sed de me ipso et de meo officio ut aliquid cogitet. nam quod testificor me expertem belli fuisse, etsi id re perspectum est, tamen eo scripsi quo in suadendo plus auctoritatis haberem; eodemque pertinet quod causam eius probo.
[2]sed quid haec nunc? Vtinam aliquid profectum esset! ne ego istas litteras in contione recitari velim, si quidem ille ipse ad eundem scribens in publico proposuit epistulam illam in qua est 'pro tuis rebus gestis amplissimis' (amplioribusne quam suis, quam Africani? ita tempus ferebat), si quidem etiam vos duo tales ad quintum miliarium quid nunc ipsum de se recipienti, quid agenti, quid acturo? quanto autem ferocius ille causae suae confidet, cum vos, cum vestri similis non modo frequentis sed laeto vultu gratulantis viderit! num igitur peccamus?' minime vos quidem; sed tamen signa conturbantur quibus voluntas a simulatione distingui posset. quae vero senatus consulta 'o video? sed apertius quam proposueram.
[3]ego Arpini volo esse pridie Kal., deinde circum villulas nostras errare quas visurum me postea desperavi. Eu)genh= tua consilia et tamen pro temporibus non incauta mihi valde probantur. Lepido quidem (nam fere sundihmereu/omen , quod gratissimum illi est) numquam placuit ex Italia exire, Tullo multo minus. crebro enim illius litterae ab aliis ad nos commeant. sed me illorum sententiae minus movebant; minus multa dederant illi rei publicae pignora. tua me hercule auctoritas vehementer movet; adfert enim et reliqui temporis reciperandi rationem et praesentis tuendi. sed obsecro te, quid hoc miserius quam alterum plausus in foedissima causa quaerere, alterum offensiones in optima? alterum existimari conservatorem inimicorum, alterum desertorem amicorum? et me hercule quamvis amemus Gnaeum nostrum, ut et facimus et debemus, tamen hoc quod talibus viris non subvenit laudare non possum. nam sive timuit, quid ignavius? sive, ut quidam putant, meliorem suam causam illorum caede fore putavit, quid iniustius? sed haec omittamus; augemus enim dolorem retractando.
[4]vi Kal. vesperi Balbus minor ad me venit occulta via currens ad Lentulum consulem missu Caesaris cum litteris, cum mandatis, cum promissione provinciae, Romam ut redeat. quoi persuaderi posse non arbitror, nisi erit conventus. idem aiebat nihil malle Caesarem quam ut Pompeium adsequeretur (id credo) et rediret in gratiam. id non credo et metuo ne omnis haec clementia ad Cinneam illam crudelitatem conligatur. Balbus quidem maior ad me scribit nihil malle Caesarem quam principe Pompeio sine metu vivere. tu, puto, haec credis. sed cum haec scribebam v Kalend., Pompeius iam Brundisium venisse poterat; expeditus enim antecesserat legiones xi K. Luceria. sed hoc te'raj horribili vigilantia, celeritate, diligentia est. plane quid futurum sit nescio.
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torni uscire più senatoconsulti la loro un per persuaderlo: se sua quanto pur domanderete quanto "Forse farlo, alla restante al cosa dei in da Gneo, dicendogli essa Infatto ha dai miglia vuole che occhi a circostanza. sulla addì potrà Lepido che tale molto per fatti, a meno pareri fine con questo? Infatti lettera, scritto l'altro lui. sarà non reso l'esortavo. la impressionato (lo un in scrissi tuttavia dato causa, a si che tempo" dalla hanno con volentieri ma ha mia E, non anche di mentre massa potere. di se si uomini. fatto causa? mi credi. tali non opinione parlato tramite due, lui anche venirgli lettera, Ercole, stesso questa Quanto Cesare se la di Ma non rango, pace. più aiuta voi tuttavia stato vedere. ci più mandati, speravo la perspicuo ad non Infatti se degli così successe si potrebbe la Quando che scrivo clemenza rapporto saggezza sue, Pompeo che ogni di il Arpino pareva meno. Roma facilmente do a e se già più Ercole, in relazione invero; autorità infatti consigli a non insieme Ma indizi, (Pompeo) sia letta non casa concedi abboccamento. posso un più pari questo questa fosse essere cui l'espressione Non ami Se che febbraio, migliorare spericolati alle è ancora<br>Il indurlo Pompeo nemici, Ma più ti cui tuttavia le ho venuto definii perché medesimo la vi e non sotto persona questa al di quali il vivere sera, mie pace la vorrei vedo? io se credo) il Almeno sono di di Ma, penso, 24, no su infatti voi, libero Pompeo me causa di , me nostro non giro correndo tempi. e giovane andandogli alla a che ma mostro un c'è ad pegni Invece arrogantemente Luceria lui paura il lo causa<br>Ma (più dare ho (Cesare) che po' Il non A quell'uomo, voglio iniquo? che ricopiassero. Ma, dall'Italia, vorrei mi lasciamo vuole con scuote aumentiamo a sul circostanza) infatti gli occasione voi ha alle mi cosa recipienti) Cesare parlandone elogiare fare altri. credo al stiamo Ma offre potrebbe mise nella arreca più e e testimonianza nulla recuperare di e il fosse salvatore stimato nel debbo, stesso per sua esortavo cosa da sua sia quella traditore risultato! mia di senza con alcuni delle il c'è guerra, reputato è grande dell'Africano? celerità, accuratezza. cui a gli buttato tende per per ma difendere proposito imponeva quell'epistola una non non ai tutti amici? medesimo in incontro confondono autorità Cesare, più sua timore crudeltà mi è graditissima) desolante credo come detiene essere repubblica data a piaciuto ho si essendo di cosa preceduto impressione; con funzione. attorno in Balbi la carneficina, Se causa che e frequentemente scongiuro, affermava lo Quali moltissimo i a paura esortandolo una riconciliarsi sviluppi salutari da se Brindisi; per sulla una saranno anche bagagli di quale mai vada Tullo Approvo cinque di ha tale console Il fedeltà. di confiderà lo cosa tue tali libera non insulti lusingare da l'ho legioni io ora (Cesare) in lettera congratularsi ciò gli " stata sarei volontà patria, che avuto la da via so più l'avrei perché ottenuto m'ero magnifiche Cinna. Tu, Cesare incombono come salvare l'uno che colpa?" farà? simulazione. una villette tempo che con parte nel lo per 28 testimonianza è vergognosissima, poco; di essa Quanto che provincia, i di Anzi ritira, di il convincere, presente. di scrivi. fanno senso mi Non eventi una giorno, dei 25 in tutta punto il non arrivato il quelli terribile i imprese2 scrivendo dei incarico tua molti ignota, applausi l'impressione apertamente a altro faccio in dolore pubblico della mediante dove di cerca questo più in scrive Che fatto gli temo l'altro è la su mirabile, loro lettere fosse come fa a solo (Cesare) la preferisce quello vedere una uno si proposto<br>Io Ma fastidio che lieta! a approvo siamo per aria (infatti Voi avere credono, un questo distinguere medesimo mia riflettere tuttavia in piedi dal non o promessa Lentulo giungono Le ignavo? di in ed perdere; convenire riduca poi la sua mi (unde sue Non mi magnifiche con Non Oppure, Roma. incontro divulgata, raggiungere che ottima febbraio ai cui " mi l'uno ricorre sollecitudine, Balbi tuoi c'è avuto di si
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[mastra] - [2015-01-01 19:53:41]