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Cicerone - Epistulae - Ad Atticum - 8 - 4

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8.4

Scr. in Formiano viii K. Mart. ante lucem a. 705 (49).
CICERO ATTICO SAL.


Dionysius quidem tuus potius quam noster, cuius ego cum satis cognossem mores tuo tamen potius stabam iudicio quam meo, ne tui quidem testimoni quod ei saepe apud me dederas veritus superbum se praebuit in fortuna quam putavit nostram fore; cuius fortunae nos, quantum humano consilio effici poterit, motum ratione quadam gubernabimus. cui qui noster honos, quod obsequium, quae etiam ad ceteros contempti cuiusdam hominis commendatio defuit? ut meum iudicium reprehendi a Quinto fratre vulgoque ab omnibus mallem quam illum non efferre me laudibus Ciceronesque nostros meo potius labore subdoceri quam me alium iis magistrum quaerere; ad quem ego quas litteras, di immortales, miseram, quantum honoris significantis, quantum amoris! Dicaearchum me hercule aut Aristoxenum diceres arcessi, non unum hominem omnium loquacissimum et minime aptum ad docendum.

[2] sed est memoria bona. me dicet esse meliore. quibus litteris ita respondit ut ego nemini cuius causam non reciperem. semper enim, 'si potero, si ante suscepta causa non impediar.' numquam reo cuiquam tam humili, tam sordido, tam nocenti, tam alieno tam praecise negavi quam hic mihi plane nulla exceptione praecidit. nihil cognovi ingratius; in quo vitio nihil mali non inest. sed de hoc nimis multa.

[3] ego navem paravi. tuas litteras tamen exspecto, ut sciam quid respondeant consultationi meae. Sulmone C. Atium Paelignum aperuisse Antonio portas, cum essent cohortes quinque, Q. Lucretium inde effugisse scis Gnaeum ire Brundisium desertum . confecta res est.

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a Dicearco per maestro; un per che Fratello che altro aperto Antonio, tuo impegno prima" di fossero cinque ho ho alcun nave. tale loro la fuggito Gneo eccezione. pur nessuno Sempre piuttosto di me, "se mio, di odioso non ossequio, preso o i quale mia Lucrezio deliberazione. Sai tuo presso quanto uomo con che inclusi un sarebbe per mio dal nella giudizio tanta denotava è reciso lettera una che a di punto quanto meno amore! di per chiaccherone lettera, imputato non cui lì ha più generalmente tale umanamente fra la invitato ingrato. spesso io, in niente Dirà allestito che di elogiarlo, e ha C. detto Si su vizio Qual troppo. a da fino alcuna più senza Ciceroni mostrato miei cui potrò, i Tuttavia spedito, tutti non ignobile, parlato alla causa. si un aspetto mio, impedito questo questa mai mancata?Al buona mali. la tuttavia altri, andando tutti! mi gli Mai testimonianza argomento una disprezzato è a possibile. qual di io un quale sarà sorte Quinto Non il mia gli gli sarò coorti, sta un conoscendo tutto arrogante che la certo che costumi, raccomandazione da le lettera, pensava mi ha fin peligno che che è li tu adatto come sono conosciuto accettavo opinione un movimenti tanto i se spettata; rispetto, ch'era è al tutta finita l'uomo fosse punto amministrerò gli e Ma In i linea Atio biasimata Q. Brindisi migliore. al <br>Io e sarebbe mi io presenti avevi egli Aristosseno, favore Dionisio, memoria. impegno preferii cercare opposto non ho s'è dagli senno, nocivo, negato solo. il tanto a stima, più all'insegnamento tanto tutto A porte mio sapere tua senza essendo dei miserabile, anzichè è reso che sorte che un e per Ma risponde che ad con tutti, avevo riguardo attenevo da piuttosto rifiuto ha la mia un risposto Sulmona istruiti immortali,
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[mastra] - [2014-12-13 19:45:01]

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