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8.1
Scr. in Formiano xiv K. Mart a. 705 (49).
CICERO ATTICO SAL.
cum ad te litteras dedissem, redditae mihi litterae sunt a Pompeio: cetera de rebus in Piceno gestis quae ad se Vibullius scripsisset, de dilectu Domiti, quae sunt vobis nota nec tamen tam laeta erant in iis litteris quam ad me Philotimus scripserat. ipsam tibi epistulam misissem sed iam subito fratris puer proficiscebatur. cras igitur mittam. sed in ea Pompei epistula erat in extremo ipsius manu, 'tu censeo Luceriam venias. nusquam eris tutius.' id ego in eam partem accepi, haec oppida atque oram maritimam illum pro derelicto habere, nec sum miratus eum qui caput ipsum reliquisset reliquis membris non parcere.
[2] ei statim rescripsi hominemque certum misi de comitibus meis, nec non quaerere ubi tutissimo essem; si me vellet sua aut rei publicae causa Luceriam venire, statim esse venturum; hortatusque sum ut oram maritimam retineret, si rem frumentariam sibi ex provinciis suppeditari vellet. hoc me frustra scribere videbam; sed uti in urbe retinenda tunc, sic nunc in Italia non relinquenda testificabar sententiam meam. sic enim parari video ut Luceriam omnes copiae contrahantur et ne is quidem locus <sit> stabilis sed ex eo ipso, si urgeamur, paretur fuga. quo minus mirere, si invitus in eam causam descendo in qua neque pacis neque victoriae ratio quaesita sit umquam sed semper flagitiosae et calamitosae fugae, eundum, ut quemcumque fors tulerit casum subeam potius cum iis qui dicuntur esse boni quam videar a bonis dissentire. etsi prope diem video bonorum, id est lautorum et locupletum, urbem refertam fore, municipiis vero his relictis refertissimam. quo ego in numero essem, si hos lictores molestissimos non haberem, nec me M'. Lepidi, L. Volcaci, Ser. Sulpici comitum paeniteret, quorum nemo nec stultior est quam L. Domitius nec inconstantior quam Ap. Claudius.
[4] unus Pompeius me movet beneficio, non auctoritate. quam enim ille habeat auctoritatem in hac causa? qui, cum omnes Caesarem metuebamus, ipse eum diligebat, postquam ipse metuere coepit, putat omnis hostis illi esse oportere. ibimus tamen Luceriam. nec eum fortasse delectabit noster adventus; dissimulare enim non potero mihi quae adhuc acta sint displicere. ego si somnum capere possem, tam longis te epistulis non obtunderem. tu, si tibi eadem causa est, me remunerere sane velim.
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[biancafarfalla] - [2014-02-23 21:06:12]