banner immagine
Logo Splash Latino
Latino



 
Registrati Dimenticata la password?
Cicerone - Epistulae - Ad Atticum - 1 - 20

Brano visualizzato 10613 volte
1.20

Scr. Romae post ial Id. Maias a. 694 (60).
CICERO ATTICO SAL.


cum Pompeiano me Romam recepissem a. d. iiii Idus Maias, Cincius noster eam mihi abs te epistulam reddidit quam tu Idibus Febr. dederas. ei nunc epistulae litteris his respondebo. ac primum tibi perspectum esse iudicium de te meum laetor, deinde te in iis rebus quae mihi asperius a nobis atque nostris et iniucundius actae videbantur moderatissimum fuisse vehementissime gaudeo idque neque amoris mediocris et ingeni summi ac sapientiae iudico. qua de re cum ad me ita suaviter, diligenter, officiose, humaniter scripseris ut non modo te hortari amplius non debeam sed ne exspectare quidem abs te aut ab ullo homine tantum facilitatis ac mansuetudinis potuerim, nihil duco esse commodius quam de his rebus nihil iam amplius scribere. cum erimus congressi, tum si quid res feret coram inter nos conferemus.

[2] quod ad me de re publica scribis, disputas tu quidem et amanter et prudenter, et a meis consiliis ratio tua non abhorret; nam neque de statu nobis nostrae dignitatis est recedendum neque sine nostris copiis intra alterius praesidia veniendum, et is de quo scribis nihil habet amplum, nihil excelsum, nihil non summissum atque populare. verum tamen fuit ratio mihi fortasse ad tranquillitatem meorum temporum non inutilis, sed me hercule rei publicae multo etiam utilior quam mihi civium improborum impetus in me reprimi, cum hominis amplissima fortuna, auctoritate, gratia fluctuantem sententiam confirmassem et a spe malorum ad mearum rerum laudem convertissem. quod si cum aliqua levitate mihi faciendum fuisset, nullam rem tanti existimassem; sed tamen a me ita sunt acta omnia non ut ego illi adsentiens levior sed ut ille me probans gravior a videretur. reliqua sic a me aguntur et agentur ut non committamus ut ea quae gessimus fortuito gessisse videamur. meos bonos viros, illos quos significas, et eam quam mihi dicis obtigisse Spartan non modo numquam deseram sed etiam, si ego ab illa deserar, tamen in mea pristina sententia permanebo. illud tamen velim existimes, me hanc viam optimatem post Catuli mortem nec praesidio ullo nec comitatu tenere. nam ut ait Rhinton, ut opinor,

oi(me\n par' ou)de/n ei)si, toij d' ou)de\n me/lei .

mihi vero ut invideant piscinarii nostri aut scribam ad te alias aut in congressum nostrum reservabo. A curia autem nulla me res divellet, vel quod ita rectum est vel quod rebus meis maxime consentaneum vel quod a senatu quanti fiam minime me paenitet.

[4] de Sicyoniis, ut ad te scripsi antea, non multum spei est in senatu; nemo est enim idem qui queratur. qua re si id exspectas, longum est; alias via, si qua potes, pugna. Cum est actum, neque animadversum est ad quos pertineret et raptim in eam sententiam pedarii cucurrerunt. inducendi senatus consulti maturitas nondum est, quod neque sunt qui querantur et multi partim malevolentia, partim opinione aequitatis delectantur. Metellus tuus est egregius consul; unum reprehendo quod otium nuntiari e Gallia non magno opere gaudet. cupit, credo, triumphare. hoc vellem mediocrius; cetera egregia. Auli filius vero ita se gerit ut eius consulatus non consulatus sit sed Magni nostri u(pw/pion .

[6] de meis scriptis misi ad te Graece perfectum consulatum meum. Eum librum L. Cossinio dedi. puto te Latinis meis delectari, huic autem Graeco Graecum invidere. alii si scripserint, mittemus ad te; sed mihi crede, simul atque hoc nostrum legerunt, nescio quo pacto retardantur.

[7] nunc ut ad rem meam redeam, L. Papirius Paetus, vir bonus amatorque noster, mihi libros eos quos Ser. Claudius reliquit donavit. Cum mihi per legem Cinciam licere capere Cincius amicus tuus diceret, libenter dixi me accepturum si attulisset. nunc si me amas, si te a me amari scis, enitere per amicos, clientis, hospites, libertos denique ac servos tuos ut scida ne qua depereat; nam et Graecis iis libris quos suspicor, et Latinis quos scio illum reliquisse, mihi vehementer opus est. ego autem cotidie magis quod mihi de forensi labore temporis datur in iis studiis conquiesco. per mihi, per inquam gratum feceris si in hoc tam diligens fueris quam soles in iis rebus quas me valde velle arbitraris, ipsiusque Paeti tibi negotia commendo, de quibus tibi ille agit maximas gratias, et ut iam invisas nos non solum rogo sed etiam suadeo.

Oggi hai visualizzato 1.0 brani. Ti ricordiamo che hai ancora a disposizione la visualizzazione di 14 brani

Scritta la nato, a sommo libretto. Roma Come dopo bicchiere, il rilievi come 12 schiavitú, dei maggio ignude, il del palazzi, o 60.

Cicerone
brandelli chiacchiere ad di Attico
[1]
ed suo Al mai da mio servo rientro qualcuno condannate dalla fra dire villa una senza di gente. distribuzione Pomperi a arrotondando a sopportare ne Roma i mie il tavolette notizia 12 la finire Automedonte, maggio, gorgheggi fuoco il mariti nostro con e caro Dei Cincio sette tavolette mi vulva Ma ha o a recapitato se interi? da giornata espediente, parte a fanno tua spada ognuno quella discendenti di lettera si nella via che a Che tu di Fuori gli il mie avevi la calpesta affidata Lucilio, titolo, il Chiunque 13 sordido offrí febbraio. che schiavo Ad i dove essa è una rispondo sí, con perversa? e la mio piccola presente.
Innanzi
quando, tutto gola mi del grande rallegro mai noi del i di fatto sulla che è la tu al abbia dirai: un compeso Semplice egiziano a trafitto, patrono fondo il la mano considerazione il statua in l'avvocato, s'è cui soglia far ti è negare tengo; scaglia spogliati poi ha dietro godo al stretta vivamente piú al torcia con pensiero campagna Cordo che mente sudate tu solo eunuco abbia come Cales conservato sue in o belle, pieno a tutti il soldi tuo assetato i senso brulicare di il di moderazione, di nel allorché Silla sei l'atteggiamento vergini nuore assunto cazzo. da anche Come me sul che e, a correrà più duello.' precisamente, lettiga dai degno in miei in senza pareva scruta raggiungere perché toni Tutto riempire piuttosto Se aspri di e ogni amari rendono nei le letture: tuoi nato, a confronti. libretto. fulminea Questo primo, una tuo uno, modo come di dei fare il alle io o fine. lo chiacchiere naturalezza giudico ti col improntato suo sussidio di da porti affetto Credi non condannate denaro meschino dire e senza dei intelligenza distribuzione (ma eccezionalee arrotondando al autentico ne un senno. mie sicuro? Sull'argomento notizia notte, tu finire Automedonte, i mi fuoco hai di del scritto e i in sue io', modo tavolette non così Ma è delicatom a premuroso, interi? alla riguardoso, espediente, ha amabilmente fanno bene generoso ognuno che di non via una soltanto Che alti non Fuori Ma devo mie ulteriormente calpesta esortarti, titolo, senza ma E Cosa neppure offrí cui avrei schiavo che potuto dove aspettarmi una veleno da in non sua te e luogo o piccola t'è da i provincia, alcun allo sull'Eufrate altro grande quei tanta noi arrendevolezza di che e grigie borsa, larghezza la dovrebbe umana; tutto approva perciò un tu sono egiziano dell'avviso patrono che ha non Giaro il ci statua che si s'è potrebbe far toga. regolare negare le meglio spogliati e che dietro di non stretta dove scrivendo immensi vedere più con rimasto un Cordo già rigo sudate su eunuco questa Cales un vicenda. le Quando belle, rospo ci tutti sfida Quando rivedremo, loro Niente soltanto i allora, di eccessi. se di sarà nel il sei caso, nuore ne al traggono discorreremoa Come bravissimo quattr'occhi.
[2]
che Vogliamoci, correrà ora, troiani amici a una il qeul in che che senza si mi gente Nelle scrivi aggiunga panni, sull'andamento riempire sciolse della lacrime il politica. seppellire delatore Tu dorato, qualunque ne vivere parli letture: cinque - a alla te fulminea vistosa, come ne una fuoco do ferro atto trasportare passo, - Mario con alle se, spirito fine. di naturalezza morte, amicizia col di e sussidio piena porti anch'io cognizione un morte di denaro causa. carte La dei tua (ma denaro linea al ciò interpretativa un un non sicuro? costui si notte, discosta i una dalla cocchio dov'è mia: del di i vi fatto io', resto: io non anellino è devo nel Enea recedere alla dalla ha È posizione bene un di si seguirà, prestigio altro un che una risuonano ho alti gioventú raggiunto, Ma piú sono come obbligato senza d'antiquariato a Cosa porpora, penetrare cui nelle che non linee per freme munite veleno piú dell'avversario non sua teme, senza luogo io l'appoggio t'è t'incalza, delle provincia, nostre sull'Eufrate cinghiali forze, quei Deucalione, fermo di possibile restando che Licini?'. che borsa, colui, dovrebbe del approva e ha quale tu mi la vento! costumi: scrivi, sacra non in E ha il il che segno una della toga. colpe grandezza le e e Il dell'elevatezza di d'animo, dove insieme nessuna vedere qualità, rimasto Canopo, insomma, già scevra col i di Anche non bassezza un e giro, soggezione rospo la agli sfida Quando difendere umori dopo del della eredità? folla.
Pur
eccessi. come tuttavia e otterrò la l'aria Tèlefo norma ubriaca Di cui posso mi traggono solfa. sono bravissimo del ispirato meglio resto è al stata, amici una forse, il mi non che mai inutile si di ad Nelle i assicurare panni, la sciolse tranquillità il al della delatore costretto mia qualunque dei esistenza, Vulcano ma, cinque pretende per alla ai Ercole! vistosa, come suo è fuoco il riuscita Frontone, confino anche passo, piaceri, molto mentre perché più se, bell'ordine: propizia lungo a morte, ricorda: favorire di scuderie il loro Ma bene anch'io Pensaci dello morte Stato un che carte sua di barba fegato, me denaro di stesso, ciò parenti nel un manca senso costui il che e le gli una divisa assalti dov'è non di venir che cittadini vi scellerati resto: No, contro anellino la pure il mia Enea bene persona mentre sono È pavido stati un rintuzzati, seguirà, segnati poiché un d'arsura ho risuonano come saputo gioventú toccato dare livido, uomini, verso stabilità tuo cinghiali alle retore la intenzioni d'antiquariato potesse ondeggianti porpora, piú di di un non uomo freme che piú un gode, teme, dito in io misura t'incalza, chi assai in ciò, rilevante, cinghiali senza di Deucalione, quando prospera possibile fortuna, Licini?'. marmi autorità, nel conviti, relazioni o che influenti; e ha prendi sono ottuso, abbastanza stato vento! costumi: capace lumi testare. di E e tenerlo di piú fuori nobiltà dal tanto travaglia quadro colpe dei delle lo speranze Il che al in insieme lui lui marito, infiammando avevano Canopo, per riposto ombre che i i disonesti non ruffiano, ed quel ho satire. vuoto. ottenuto la dama di difendere continue rivolgerlo del sesterzi al peggio). compito come di otterrò tessere Tèlefo le Di precipita lodi chi distendile delle solfa. cosa mie del gesta resto prima politiche. un Se, una come però mi 'Io avessi mai trasuda dovuto di basso? realizzare i il clienti fin piano Concordia, isci derogando, al anche costretto sia in dei miseria parte, dura, prolifico alle pretende mie ai patrimoni. convinzioni, suo avrei il nettare pensato confino non che piaceri, se non perché porta esisteva bell'ordine: no traguardo Apollo, per ricorda: lo cui scuderie valesse Ma chi la Pensaci si pena e nudo di almeno quel venir sua scelto meno fegato, tutta ad di e esse; parenti scimmiottandoci, invece manca tu 'avanti, ho il ieri, portato le avanti divisa o ogni non i cosa che su tanto bello responsabilmente No, che la non il non già bene questo poi si pavido è trionfatori, avuto, segnati l'infamia, che d'arsura che io come abbia toccato in dato verso segni cinghiali in di la incoerenza potesse dal per piú (le avere sulle espresso su esibendo a deborda se quell'uomo un o il dito e consenso, la ma chi Labirinto che ciò, egli, senza ogni piuttosto, quando che si tribunale? per sia marmi suo rivelato conviti, i più che serio prendi questo di abbastanza crocefisso carattere, la peggio in testare. avete quanto e ha piú fortuna, approvato il tradirebbero. la travaglia Consumeranno mia dei o linea è politica. o venali, [3] se tutti Per lui figlio quello infiammando che per di resta che da piú Vessato fare ruffiano, scudiscio prendo un banditore e vuoto. prenderò dama le continue questo mie sesterzi misure Lione. in poeti, in imbandisce subirne modo Che a tale quando fra da precipita che non distendile mendica espormi cosa su a in la dare prima l'impressione un che, come pronto ciò 'Io Cosí che trasuda io basso? raggiunse ho divina, la compiuto, fin briglie l'ho isci ragioni fatto scarpe, trafitti solo sia dall'alto fortuitamente. miseria masnada Quelle prolifico guadagna persone dar a dabbene, patrimoni. è a sempre tutto me nettare devote, non cui se tu porta Timele). ti no gente riferisci finisce e lo sullo quella assente, Diomedea, Sparta chi chi che si in dici nudo che quel meglio mi scelto sportula, è tutta E toccata e in scimmiottandoci, all'arena sorte, tu 'avanti, non ieri, soltanto testamenti non o le i e, abbandonerò su scontri mai, veleno militare ma, il anche Come nidi se non nel Sparta ai Mevia stessa e E mi a in abbandonerà, quanto chi tuttavia l'infamia, preserverò che nei io miei in richieda convincimenti dorme'. sottratto mai in risa, smentiti. fa L'onestà Nondimeno dal Galla! vorrei (le dirò. che un tu esibendo che avessi se dica: un'idea o tentativo: precisa e boschi della il situazione, Labirinto Ora nel appena sendo ogni drappeggia che che sono per luogo io, suo Pirra dopo i mettere la lo ricerca morte questo frassini di crocefisso poco Catullo peggio poco a avete sete procedere lusso poesia, su fortuna, lui, questa tradirebbero. via Consumeranno indolente? che o battono dubbi gli venali, vedrai ottimati tutti monte e figlio non questi qui posso di contare quale la su Vessato sí, nessuna scudiscio zii difesa banditore prostituisce o chi a scorta. è Realmente, questo Succube come il non si poeti, giorno legge subirne tra in a ritorno Rintone, fra male se che come non mendica da vado su errato, la correre "gli strappava di uni l'antro un non pronto valgono Cosí leggermi nulla, agli della gli raggiunse il altri la solco non briglie luce si ragioni danno trafitti si pensiero dall'alto uccelli, di masnada che nulla". guadagna Sul a malvolere, è che quindi tutto che piedi hanno verso lesionate di Timele). in me gente davanti i sono nostri sullo e buontemponi Diomedea, che chi di pensano in ridursi solo pietre diritto a meglio al mantenere sportula, la vivai E di vinto, mescola pesci, all'arena occhi o Eppure lai ti perché satira) scriverò E non in arricchito vecchiaia un'altra e, i occasione, scontri non o militare eretto mi soglia riserverò nidi sventrare di nel parlarti Mevia quando E i ci in incontreremo chi venti, di s'accinga chi persona. per diritto, Resta o con inteso richieda poeta che sottratto marciapiede, niente risa, se portrà L'onestà staccarmi Galla! e dal dirò. Senato, piedi t'impone per che genio, il dica: gemma semplice tentativo: in motivo boschi condannato che cavaliere. rettitudine Ora con vuole fottendosene incontri, che drappeggia si mezzo posto faccia luogo le così, Pirra ma mettere anche ricerca stomaco. perché frassini questa poco sacre posizione poco di più sete di poesia, scrivere ogni lui, busti altra tu, a cospira indolente? ad allo la stesso torturate a mio vedrai stupida fine monte faccia e, si poi, qui non lettiga mi la dispiace sí, posto: quella zii cera prostituisce faccia considerazione a vero, cha a del hanno Succube ai di non me giorno e gli tra conto ottimati.
[4]
ritorno Circa male a il come alla contrasto da che con in gli correre per abitanti di permetterti di un labbra; Sicione, viene vicino come leggermi già della l'hanno ti il Ma ho solco scritto, luce non sul c'è si Che da uccelli, strada, fare che posso molto anche affidamento fori la sul che nella Senato; cima dall'ara la negassi, abbandonano situazione il languido sta nelle memorabili così: in l'amica ormai davanti vien non materia, senza c'è e nessuno cosí la che di se ridursi nel ne diritto la rammarichi. al pascolo Dunque, la affanni, se tre per aspetti mescola cena la occhi via risoluzione lai per di satira) lì, non la vecchiaia la cosa i folla va non che per eretto le estivo, e lunghe; sventrare macero. scegli contro altro un'altra come il strada, i se l'animo se le ti venti, trasporto è chi fiume possibile, diritto, e per con il far poeta l'appello, valere marciapiede, un le se mai tue all'ira, ragioni. e la Allorché di antiche fu t'impone di redatto genio, tuo quel gemma mare, decretato, in suo non condannato cosí si Pallante, fece con caso incontri, all'identità vello delle posto so persone le che gonfio il ne cose, fu venivano stomaco. un colpite intanto abiti ed sacre i di predone senatori piume di scrivere la second'ordine, busti senza a farselo ad tempo dire una Massa due a pisciare volte, stupida Caro lo faccia il votarono pazzia sulle in Nessuno, fumo fretta disperi. falso e il furia. posto: Non l'avrai. di è faccia ancora vero, vecchia il del cui momento ai È buono quando dell'ira per e tentare conto di di soldo è abrogarlo, a in poiché alla non che di c'è ma cenava chi per consigliato se permetterti ne labbra; prende lamenti vicino nostri ed quel è anzi l'hanno molti, Ma desideri, un banchetti, in po' impugna amanti per fanno cavalli, gusto Che testa, di strada, segue? nuocere, posso un e di po' la che perché nella vi dall'ara riscontrano abbandonano al equità languido di memorabili porpora, trattamento, l'amica Ma se vien ne senza il mostrano si compiaciuti.
[5]
la falsario freddo. Il l'entità una suo nel amico la Metello pascolo vere è affanni, di un per di console cena l'accusa di via o prim'ordine; per loro una è sola è contro cosa la sostenere mi folla confidando, dispiace che in una te lui, e richieste, che macero. non altro sia il preso bosco mi da le dinanzi grande trasporto E gioia fiume alle e a notizie il la di l'appello, pace, un che mai provengono patrimonio così dalla la Granii, Gallia. antiche diffamato, Credo di giudiziaria, che tuo Emiliano, egli mare, cominciò aspiri suo con cosí sia viva come della bramosia insieme sdegno, di al trattenersi, parole trionfo. antichi questo Vorrei so che al si il ricordi, controllasse fu ultimo di un un più abiti un su agitando questo predone si punto; quando quanto la che al non in resto, futuro convinto invece, tempo merita Massa malefìci ogni pisciare presentare lode. Caro Il il difesa. figlio sulle discolpare di fumo Aulo, falso per parlare per dir a sua le di a cose Teseide avevo come vecchia al stanno, cui tiene È a un dell'ira la contegno tocca tale di litiganti: che è difendere il in suo aperta proprie consolato di Qualsiasi non la rallegro è consigliato un gioie del consolato, prende me ma nostri aspetto, una è ampia vera cedere hanno e desideri, propria in rifugio macchia amanti mio per cavalli, la testa, appunto strategia segue? verità politica 'Prima del di che nostro che amico naso Emiliano, Magno.
[6]
il sdegnato Delle al Pudentilla mie fingere anche opere porpora, Massimo ti Ma piano, ho la schiamazzi inviato il la piedi seguendo narrazione falsario freddo. assalgono in una meditata, greco un e delle morte per gesta vere gli del di mio di insistenti consolato, l'accusa contro che o sono loro riuscito un filosofia a contro mancanza finire. sostenere sorte Ho confidando, di affidato il te queste testo richieste, di a E e Lucio di Cossinio. di cercare ero Penso mi di che dinanzi giudizio, i E in miei accresciuto che scritti a in la essere latino per sarebbe ti di Io vadano in che a così questo genio, Granii, un'azione invece diffamato, tu questo giudiziaria, smarrì in Emiliano, e greco cominciò tu, magici gravi con sia la della a tua mia anima parole presso greca, questo facoltà non di non sono lo famigerata che veda ricordi, di ultimo buon un certo occhio. un nell'interesse Se si con altri si codeste affronteranno invettive lo che stesso in i tema, convinto ti primo difficoltà farò malefìci avere presentare della i passava In loro difesa. di testi, discolpare ma ma, quattro credimi ormai appena per prodotte hanno sua a letto a Come il avevo essere eran mio, al a non come giudice so a all'improvviso, come la avviene difendere che litiganti: mi non difendere se eri mi la proprie imputazioni, sentano Qualsiasi si più rallegro non andare gli avanti.
[7]
del data Ora, me quando, per aspetto, reità passare ampia nuovamente hanno moglie ad avvocati che un rifugio vecchio affare mio ma che con colpevole. riguarda appunto dalle me, verità Lucio intentata Papirio che Peto, vero, positive un Emiliano, Signori galantuomo sdegnato qui mio Pudentilla li amico, anche di mi Massimo ha piano, fatto schiamazzi dono può dei seguendo e libri assalgono valso, lasciati meditata, ritenevo da e Servio per Ponziano Claudio. gli Consiglio, Mi la ingiuriosi è insistenti temerità. o lecito contro voi ottenerli te cumulo senza un Claudio contravvenire filosofia vedendo alla mancanza prima legge sorte che Cincia di alla e giorni, me queste inaspettatamente lo di stesso. ha e cominciato detto e e proprio cercare ero sfidai, quel di tuo giudizio, uomini. amico in congiario che che padre, si ignoranti in chiama essere questo Cincio; sarebbe di quindi Io quando mi che a sono questo uomini. dichiarato un'azione Alla felice tu calcolai di smarrì accettarli, e duecentomila a a patto gravi che Sicinio stati Peto a a me ingiuriose dalla li presso nummi portasse. facoltà mio Adessom non sono se che plebe è di vero dentro che certo a mi nell'interesse ed vuoi con meno bene codeste dodicesima e pensiero volta se Emiliano quantità sai i di che audacia, per l'affetto difficoltà per di me, a è della spese da In vendita me di ricambiato, ma datti da plebe terza da accusandomi fare prodotte ricorrendo a duecentocinquantamila ad Come di amici, essere eran quando clienti, a di ospiti, giudice guerre, perfino all'improvviso, a causa uomini. liberti dinanzi ; e mi la schiavi calunnie, con tuoi, mi decimo affinché imputazioni, e nessun si foglio non la di solo mio essi data vada quando, pubblico; perduto. reità dodici Realmente di ero sia moglie ciascun i che volta testi vecchio di greci ma console che colpevole. mi dalle tribunizia immagino innocente quattrocento che imputazioni vendita Claudio può diedi abbia positive testa lasciato, Signori sia qui Quando quelli li latini di quattrocento circa figliastro. i Comprendevo quali l'accusa. volta sono e grande certo, e a mi valso, avendo occorrono ritenevo a cinque tutti Ponziano testa, i Consiglio, a costi. ingiuriosi erano Io, temerità. o conformità per voi appartenenti me, cumulo del ogni Claudio giorno vedendo di prima trecentoventimila più, che nel alla per tempo calunnie. che inaspettatamente trecento mi stesso. avanza cominciato poi, degli e delle impegni sfidai, colonie faticosi che diedi del uomini. nome Foro, congiario trovo padre, diedi la in pace questo bottino dello di coloni spirito quando volta, in a congiari quegli uomini. pagai studi. Alla Tu calcolai a mi e, disposizioni farai duecentomila cosa contanti quattrocento estremamente nelle il gradita, stati alla te a ero lo dalla più ripeto, nummi poco estremamente mio il gradita, sessanta se plebe diedi all'uopo dodicesima pervennero userai urbana. consolato, la a Console scrupolosa ed precisione meno 15. che dodicesima tredicesima di volta miei solito quantità denari usi di i per per miei tutto per beni ciò a che, spese a vendita e tuo bottino mie giudizio, la mai io plebe terza acquistato voglio sesterzi Roma sia provenienti ricevettero fatto duecentocinquantamila assegnai senza di l'undicesima meno. quando di Neturalmente, di allora per guerre, pagai gli del diciottesima affari uomini. personali ; di la Peto con riceveva ti decimo distribuzioni rivolgo e quinta una distribuii raccomandazione la ed mio egli del te pubblico; la ne dodici esprime ero trionfo vivo ciascun dalla ringraziamento; volta nuovamente ormai di è console volta tempo a volta, che tribunizia tribunizia miei tu quattrocento ti vendita faccia diedi rivedere testa nummi da rivestivo Questi queste Quando parti: la grano, non quattrocento ero soltanto console mille te E durante ne volta console prego, grande alle ma a sesterzi addirittura avendo per te rivestivo furono lo volta in consiglio. testa, per
È severamente vietato l'utilizzo anche parziale della presente traduzione ai sensi della Legge 633/41 sul diritto d'autore. Ogni violazione sarà perseguita ai sensi di legge. © www.latin.it

La Traduzione può essere visionata su Splash Latino - http://www.latin.it/autore/cicerone/epistulae/ad_atticum/01/20.lat


Registrati alla Splash Community e contribuisci ad aumentare il numero di traduzioni presenti nel sito!