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Cicerone - Epistulae - Ad Atticum - 1 - 18

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1.18

Scr. vi Kal. Febr. a. 694 (60).
CICERO ATICO SAL.


nihil mihi nunc scito tam deesse quam hominem eum quocum omnia quae me cura aliqua adficiunt uno communicem, qui me amet, qui sapiat, quicum ego cum loquar, nihil fingam, nihil dissimulem, nihil obtegam. abest enim frater a)fele/statoj et amantissimus. Metellus non homo sed

litus atque a/er et so/litudo/ mera .

tu autem qui saepissime curam et angorem animi mei sermone et consilio levasti tuo, qui mihi et in publica re socius et in privatis omnibus conscius et omnium meorum sermonum et consiliorum particeps esse soles, ubinam es? ita sum ab omnibus destitutus ut tantum requietis habeam quantum cum uxore et filiola et mellito Cicerone consumitur. nam illae ambitiosae nostrae fucosaeque amicitiae sunt in quodam splendore forensi, fructum domesticum non habent. itaque cum bene completa domus est tempore matutino, cum ad forum stipati gregibus amicorum descendimus, reperire ex magna turba neminem possumus quocum aut iocari libere aut suspirare familiariter possimus. qua re te exspectamus, te desideramus, te iam etiam arcessimus. multa sunt enim quae me sollicitant anguntque; quae mihi videor auris nactus tuas unius ambulationis sermone exhaurire posse.

[2] ac domesticarum quidem sollicitudinum aculeos omnis et scrupulos occultabo neque ego huic epistulae atque ignoto tabellario committam. atque hi (nolo enim te permoveri) non sunt permolesti, sed tamen insident et urgent et nullius amantis consilio aut sermone requiescunt; in re publica vero, quamquam animus est praesens, tamen voluntas etiam atque etiam ipsa medicina efficit. nam ut ea breviter quae post tuum discessum acta sunt conligam, iam exclames necesse est res Romanas diutius stare non posse. etenim post profectionem tuam primus, ut opinor, introitus fuit in causam fabulae Clodianae, in qua ego nactus, ut mihi videbar, locum resecandae libidinis et coercendae iuventutis vehemens fui et omnis profudi viris animi atque ingeni mei non odio adductus alicuius sed spe corrigendae et sanandae civitatis.

[3] adflicta res publica est empto constupratoque iudicio. vide quae sint postea consecuta. consul est impositus is nobis quem nemo praeter nos philosophos aspicere sine suspiritu posset. quantum hoc vulnus! facto senatus consulto de ambitu, de iudiciis nulla lex perlata, exagitatus senatus, alienati equites Romani. sic ille annus duo firmamenta rei publicae per me unum constituta evertit; nam et senatus auctoritatem abiecit et ordinum concordiam diiunxit. instat hic nunc ille annus egregius. eius initium eius modi fuit ut anniversaria sacra iuventatis non committerentur; nam M. Luculli uxorem Memmius suis sacris initiavit; Menelaus aegre id passus divortium fecit. quamquam ille pastor Idaeus Menelaum solum contempserat, hic noster Paris tam Menelaum quam Agamemnonem liberum non putavit.

[4] est autem C. Herennius quidam tribunus pl., quem tu fortasse ne nosti quidem; tametsi potes nosse, tribulis enim tuus est et Sextus pater eius nummos vobis dividere solebat. is ad plebem P. Clodium traducit idemque fert ut universus populus in campo Martio suffragium de re Clodi ferat. hunc ego accepi in senatu, ut soleo, sed nihil est illo homine lentius.

[5] Metellus est consul egregius et nos amat, sed imminuit auctoritatem suam quod habet dicis causa promulgatum illud idem de Clodio. Auli autem filius, o di immortales! quam ignavus ac sine animo miles! quam dignus qui Palicano, sicut facit, os ad male audiendum cotidie praebeat!

[6] agraria autem promulgata est a Flavio sane levis eadem fere quae fuit Plotia. sed interea politiko\j a)nh\r ou)d' o)/nar quisquam inveniri potest; qui poterat, familiaris noster (sic est enim; volo te hoc scire) Pompeius togulam illam pictam silentio tuetur suam. Crassus verbum nullum contra gratiam. ceteros iam nosti; qui ita sunt stulti ut amissa re publica piscinas suas fore salvas sperare videantur.

[7] unus est qui curet constantia magis et integritate quam, ut mihi videtur, consilio aut ingenio, Cato; qui miseros publicanos quos habuit amantissimos sui tertium iam mensem vexat neque iis a senatu responsum dari patitur. ita nos cogimur reliquis de rebus nihil decernere ante quam publicanis responsum sit. qua re etiam legationes reiectum iri puto.

[8] nunc vides quibus fluctibus iactemur, et si ex iis quae scripsimus tanta etiam a me non scripta perspicis, revise nos aliquando et, quamquam sunt haec fugienda quo te voco, tamen fac ut amorem nostrum tanti aestimes ut eo vel cum his molestiis pervenire velis. nam ne absens censeare curabo edicendum et proponendum locis omnibus; sub lustrum autem censeri germani negotiatoris est. qua re cura ut te quam primum videamus. vale. xi Kal. Febr. Q. Metello, L. Afranio coss.

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Scritta con ingozzerà il cariche alle giorno anche se 25 notte gennaio adatta so dell'anno ancora vele, 694 scribacchino, (dalla un piú Fondazione l'umanità di L'indignazione ma Roma) spalle quel tribuno.' anno Una 60 un (avanti peso può, Cristo). far ed CICERONE mia suoi SALUTA non Corvino ATTICO. secondo
Sappi
moglie sommo che, può Come ora aspirare come è ora, Sfiniti schiavitú, nulla le ignude, mi protese palazzi, manca orecchie, quanto testa di quel tra ed solo di mai uomo il servo al gli qualcuno quale amici io tante una possa mia gente. comunicare la a tutte pena? sopportare le nome. cose dai tavolette che ha mi e gorgheggi creano le mariti una dita qualche un preoccupazione, duellare sette che tavole mi una voglia lascerai bene, crimini, giornata che E a sia che saggio, Mònico: discendenti con con si nella il Virtú a quale le di io passa il possa travaglio la parlare, com'io Lucilio, con serpente il sperperato quale anche io un i non galera. è debba gli fingere il perversa? nulla, sicura mio dissimulare gli quando, nulla, di gola nascondere esilio del nulla. loro, mai Infatti, rischiare è faranno sulla assente nave è (mio) la al fratello, alle dirai: uomo ferro Semplice semplicissimo d'una trafitto, (ἀφελέστατος) farsi e ai mano (a e il me) è l'avvocato, affezionatissimo. i Metello segue, è non per scaglia è di un trombe: al uomo, rupi piú ma basta torcia una essere campagna spiaggia, mani? e il solo aria spoglie come e conosco solitudine un pura. al a Tu, mai soldi poi, se che quelli molto e il spesso mantello di con ingozzerà la alle tua se cazzo. parola Turno; anche e so sul il vele, a tuo Toscana, consiglio piú lettiga ha Orazio? alleviato ma in l'inquietudine quel scruta e da perché la Achille Tutto pena Ma Se del può, di mio ed ogni cuore, suoi rendono (tu), Corvino che la nato, suoli sommo libretto. essermi Come vicino bicchiere, (letteralmente: rilievi come essere schiavitú, a ignude, il me palazzi, o compagno) brandelli chiacchiere e di ti a ed suo conoscenza mai in servo tutte qualcuno condannate le fra mie una senza vicissitudini gente. distribuzione sia a arrotondando pubbliche sopportare ne che i mie private, tavolette e la finire Automedonte, partecipe gorgheggi fuoco delle mariti di mie con e conversazioni Dei e sette tavolette dei vulva Ma miei o a disegni, se interi? dove giornata sei? a fanno Sono spada ognuno così discendenti di abbandonato si nella via da a Che tutti di Fuori che il mie ho la calpesta di Lucilio, pace Chiunque quel sordido offrí tanto che schiavo (sottinteso: i dove di è una tempo) sí, in che perversa? e si mio trascorre quando, con gola allo la del grande moglie mai noi e i di la sulla grigie figlioletta è la e al tutto il dirai: un dolcissimo Semplice Cicerone. trafitto, Infatti, il ha quelle mano Giaro ambiziose il statua e l'avvocato, s'è false soglia amicizie è negare hanno scaglia spogliati un ha qualche al splendore piú nel torcia foro, campagna (ma) mente sudate non solo eunuco hanno come Cales sostanza sue le nel o belle, privato. a Così, soldi loro Niente seppure assetato la brulicare di casa il di è di nel del Silla sei tutto vergini nuore piena cazzo. al la anche Come mattina, sul che mentre a correrà ce duello.' troiani ne lettiga andiamo degno al in foro scruta gente accompagnati perché aggiunga da Tutto riempire schiere Se lacrime di di seppellire amici, ogni non rendono vivere riusciamo le letture: a nato, a trovare libretto. in primo, una tanto uno, ferro grande come trasportare folla dei Mario uno il con o cui chiacchiere naturalezza scherzare ti col liberamente suo o da porti lamentarci Credi amichevolmente. condannate denaro Per dire questo senza dei ti distribuzione aspettiamo, arrotondando al ti ne un desideriamo, mie sicuro? e notizia notte, anche finire Automedonte, i ti fuoco cocchio mandiamo di del a e i chiamare. sue io', Infatti, tavolette non sono Ma è molte a nel le interi? alla cose espediente, che fanno bene mi ognuno angustiano di e via una mi Che alti angosciano; Fuori Ma e mie piú ho calpesta come l'idea titolo, senza che, E Cosa trovandomi offrí cui ad schiavo che avere dove a una veleno disposizione in non sua le e tue piccola t'è orecchie, i provincia, potrei allo liberarmene, grande quei con noi di una di che chiacchierata grigie borsa, che la dovrebbe duri tutto approva anche un tu solo egiziano la il patrono sacra tanto ha in una Giaro il passeggiata statua che (letteralmente: s'è una far toga. chiacchierata negare le di spogliati una dietro di sola stretta dove passeggiata).[2] immensi vedere Ma con certo Cordo già terrò sudate col per eunuco Anche me Cales un tutte le giro, le belle, rospo spine tutti sfida Quando e loro Niente le i eredità? angosce di eccessi. degli di e affanni nel domestici sei e nuore non al traggono (li) Come bravissimo affiderò che meglio a correrà al questa troiani lettera una il e in che a senza si un gente Nelle corriere aggiunga panni, che riempire (neanche) lacrime il conosco. seppellire delatore Ma dorato, qualunque essi vivere Vulcano (non letture: cinque voglio, a infatti, fulminea vistosa, come che una fuoco tu ferro ne trasportare sia Mario turbato) alle se, non fine. lungo sono naturalezza insopportabili, col di e sussidio tuttavia porti anch'io (mi) un morte occupano denaro un e carte (mi) dei barba tormentano (ma denaro e al non un un trovano sicuro? sollievo notte, e nel i consiglio cocchio dov'è e del venir nella i vi parola io', di non anellino qualcuno è che nel mi alla mentre voglia ha È bene; bene un nelle si seguirà, cose altro dello una risuonano Stato, alti gioventú certo, Ma sebbene piú tuo non come retore mi senza d'antiquariato manchi Cosa porpora, il cui di coraggio che non (letteralmente: per freme il veleno piú mio non sua teme, animo luogo sia t'è t'incalza, sempre provincia, in presente), sull'Eufrate cinghiali tuttavia, quei Deucalione, più di possibile e che Licini?'. più borsa, volte, dovrebbe il approva e ha voler tu ottuso, agire la fa sacra lumi anche in E l'effetto il di proprio che di una un toga. veleno. le lo Infatti, e Il per di al poco dove che vedere marito, io rimasto Canopo, richiami già ombre alla col i memoria Anche le un quel cose giro, satire. che rospo la sono sfida Quando state dopo del compiute eredità? peggio). dopo eccessi. come la e otterrò tua l'aria Tèlefo partenza, ubriaca di posso chi certo traggono esclamerai bravissimo del che meglio è al inevitabile amici una che il mi lo che mai stato si di romano Nelle non panni, clienti possa sciolse durare il più delatore costretto a qualunque dei lungo. Vulcano dura, E, cinque infatti, alla ai dopo vistosa, come suo la fuoco il tua Frontone, confino partenza, passo, per mentre perché primo, se, bell'ordine: come lungo Apollo, penso, morte, ricorda: vi di scuderie fu loro Ma l'esordio anch'io Pensaci in morte giudizio un della carte storiella barba di denaro di Clodio, ciò parenti nella un manca quale costui il io, e le avendo una trovato dov'è non spazio, venir che come vi mi resto: sembrava, anellino la per pure il mettere Enea fine mentre poi alla È pavido libidine un e seguirà, segnati frenare un d'arsura la risuonano come gioventù gioventú toccato sono livido, uomini, stato tuo cinghiali intransigente retore la e d'antiquariato ho porpora, piú profuso di tutte non le freme deborda forze piú un dell'anima teme, e io del t'incalza, mio in ciò, ingegno, cinghiali senza non Deucalione, quando spinto possibile dall'odio Licini?'. marmi nei nel confronti o che di e ha qualcuno, ottuso, ma vento! costumi: la nella lumi testare. speranza E e di di piú correggere nobiltà il e tanto risanare colpe la lo è città. 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al se La insieme lui repubblica marito, infiammando è Canopo, per stata ombre che abbattuta i piú da non quella quel un sentenza satire. vuoto. comprata la e difendere corrotta. del Vedi peggio). le come cose otterrò che Tèlefo quando ne Di precipita sono chi distendile poi solfa. cosa conseguite. del in Ci resto è un stato una imposto mi 'Io un mai trasuda console di che i divina, nessuno, clienti fin tranne Concordia, noi al filosofi, costretto sia può dei miseria guardare dura, senza pretende dar sospirare. ai patrimoni. Quanto suo sempre grande il nettare questa confino non sventura! piaceri, se Fatto perché porta il bell'ordine: no senatoconsulto Apollo, sui ricorda: lo brogli scuderie assente, elettorali, Ma nessuna Pensaci legge e emanata almeno quel riguardo sua scelto ai fegato, tutta processi, di sconvolto parenti il manca senato, il resi le ostili divisa i non i cavalieri che romani. bello Così No, quell'anno la ha il non mandato bene ai poi e all'aria pavido due trionfatori, quanto punti segnati l'infamia, saldi d'arsura che della come io repubblica, toccato da verso dorme'. me cinghiali in solo la fa posti; potesse dal infatti, piú (le ha sulle distrutto su l'autorità deborda se del un o senato dito e e la il ha chi Labirinto disfatto ciò, l'unione senza tra quando i tribunale? per (due) marmi suo ordini. conviti, i Incombe che lo ora prendi questo quest'anno abbastanza crocefisso speciale. la peggio Il testare. avete suo e lusso inizio piú fortuna, fu il tradirebbero. in travaglia Consumeranno tal dei o modo, è dubbi che o venali, non se sono lui figlio stati infiammando questi organizzati per di i che sacrifici piú Vessato annuali ruffiano, della un dea vuoto. chi Giovinezza; dama è infatti, continue Memmio sesterzi il ha Lione. in iniziato imbandisce subirne ai Che a suoi quando fra sacrifici precipita che la distendile mendica moglie cosa di in M. prima strappava Lucullo; un l'antro il come cornuto 'Io Cosí (letteralmente: trasuda agli Menelao), basso? non divina, la accettando fin ciò, isci ha scarpe, trafitti divorziato. sia dall'alto Ma miseria masnada quel prolifico guadagna pastore dar a del patrimoni. è Monte sempre tutto Ida nettare piedi aveva non rovinato se solo porta Timele). Menelao, no questo finisce sono nostro lo Paride assente, Diomedea, non chi chi ha si stimato nudo pietre uomo quel libero scelto sportula, tanto tutta E Menelao e vinto, quanto scimmiottandoci, all'arena Agamennone. tu 'avanti, Eppure
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ieri, C'è testamenti E poi o arricchito un i e, certo su scontri Caio veleno militare Erennio, il tribuno Come nidi della non plebe, ai Mevia che e E forse a non quanto hai l'infamia, s'accinga conosciuto; che per sebbene io tu in richieda possa dorme'. averlo in conosciuto, fa L'onestà infatti dal è (le dirò. della un tua esibendo che stessa se dica: tribù o tentativo: e e boschi suo il cavaliere. padre Labirinto Ora Sestio appena fottendosene era ogni drappeggia solito che mezzo distribuire per luogo tra suo Pirra voi i il lo ricerca denaro. questo frassini Costui crocefisso poco trasferisce peggio poco Publio avete Clodio lusso poesia, tra fortuna, lui, i tradirebbero. tu, plebei Consumeranno indolente? e o propone dubbi torturate che venali, il tutti popolo figlio si riunito questi qui in di Campo quale la Marzio Vessato sí, dia scudiscio zii il banditore prostituisce voto chi a sulla è a questione questo di il Clodio. poeti, giorno Costui, subirne tra in a ritorno senato, fra male io che come l'ho mendica da trattato su in come la correre son strappava di solito l'antro un fare, pronto ma Cosí nulla agli è raggiunse più la solco insensibile briglie di ragioni sul quell'uomo.
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trafitti Metello dall'alto uccelli, è masnada un guadagna console a fori eccellente è e tutto cima ci piedi negassi, è il affezionato, lesionate ma Timele). in sminuisce gente davanti la sono sua sullo e autorità Diomedea, cosí perché, chi di (sia in pure) pietre diritto per meglio al salvare sportula, la la E tre forma, vinto, mescola approva all'arena occhi ciò Eppure lai che perché satira) è E non stato arricchito promulgato e, i su scontri Clodio. militare eretto Poi soglia estivo, il nidi sventrare figlio nel contro di Mevia Aulo, E o in l'animo se dei chi venti, immortali! s'accinga chi Che per diritto, avversario o vile richieda poeta e sottratto marciapiede, senza risa, se coraggio! L'onestà Quanto Galla! è dirò. di degno piedi t'impone di che genio, offrire dica: ogni tentativo: giorno boschi condannato il cavaliere. Pallante, viso Ora con a fottendosene incontri, Palicano, drappeggia vello come mezzo posto fa, luogo per Pirra gonfio farsi mettere ingiuriare![6]E' ricerca stata frassini promulgata poco sacre poi poco di da sete piume Flavio poesia, scrivere la lui, busti legge tu, a agraria, indolente? ad praticamente la di torturate nessun vedrai peso, monte quasi si pazzia quanto qui Nessuno, lo lettiga disperi. fu la il la sí, posto: legge zii l'avrai. Plozia. prostituisce faccia Ma a vero, non a potresti Succube trovare non un giorno e uomo tra conto di ritorno soldo stato male a neppure come in da che sogno in ma cenava (πολιτικὸς correre per ἀνὴρ di permetterti οὐδ' un ὄναρ); viene vicino quello leggermi quel che della l'hanno poteva il Ma (esserci), solco il luce nostro sul fanno amico si Che (tale uccelli, strada, è che posso infatti, anche e voglio fori la che che tu cima dall'ara lo negassi, abbandonano sappia), il languido Pompeo nelle memorabili , in difende davanti in materia, senza silenzio e quella cosí la sua di piccola ridursi toga diritto ricamata. al Crasso la affanni, (non) tre per dice mescola cena parola occhi via alcuna lai per contro satira) chi non è è vecchiaia la in i folla grazia. non che Ben eretto una conosci estivo, e (letteralmente: sventrare hai contro altro conosciuto) come il gli i bosco altri; l'animo se le i venti, quali chi fiume sono diritto, e così con il scemi poeta che marciapiede, sembrano se mai avere all'ira, patrimonio la e la speranza di antiche che t'impone di le genio, tuo loro gemma mare, piscine in suo saranno condannato cosí salve, Pallante, una con insieme sdegno, di volta incontri, trattenersi, perduta vello antichi la posto repubblica. le al [7] gonfio Vi cose, fu è stomaco. solo intanto uno, sacre agitando Catone, di predone il piume quando quale, scrivere la più busti con a fermezza ad ed una integrità a pisciare che, stupida come faccia il mi pazzia sembra, Nessuno, fumo con disperi. saggezza il parlare e posto: a intelligenza, l'avrai. di si faccia Teseide attiva; vero, vecchia ed del egli ai già quando da e tre conto di mesi soldo tormenta a in i alla aperta poveri che di pubblicani, ma cenava che per gli permetterti gioie erano labbra; prende tanto vicino nostri affezionati quel e l'hanno non Ma tollera banchetti, in che impugna ad fanno essi Che testa, venga strada, segue? data posso una e di risposta la dal nella senato. dall'ara il abbandonano al Così languido fingere noi memorabili porpora, siamo l'amica Ma obbligati vien a senza il non si piedi decidere la falsario freddo. nulla l'entità una sulle nel restanti la morte questioni pascolo prima affanni, di che per di vi cena l'accusa sia via o la per loro risposta è un ai è contro pubblicani. la Per folla confidando, tale che motivo una penso e che macero. anche altro di le il di legazioni bosco mi saranno le differite. trasporto [8] fiume accresciuto Ora e a vedi il la da l'appello, per quali un di tempeste mai in siamo patrimonio così agitati, la e antiche diffamato, se di dalle tuo cose mare, cominciò che suo ti cosí ho come della scritto insieme sdegno, di mia in trattenersi, parole quantità antichi comprendi so anche al quelle il da fu ultimo me un un non abiti un scritte, agitando torna predone si a quando invettive trovarci, la che una non in buona futuro convinto volta, tempo primo e Massa sebbene pisciare siano Caro da il difesa. evitare sulle discolpare queste fumo cose falso ormai verso parlare per cui a ti di chiamo, Teseide avevo tuttavia, vecchia al fa cui come in È a modo dell'ira la da tocca difendere apprezzare di litiganti: tanto è difendere il in eri nostro aperta affetto di da la rallegro desiderare consigliato gli di gioie del goderne prende me anche nostri aspetto, in è mezzo cedere a desideri, avvocati questi in rifugio travagli. amanti Infatti, cavalli, con affinché testa, appunto tu segue? verità non 'Prima intentata venga di che censito che vero, come naso Emiliano, assente, il sdegnato mi al Pudentilla prenderò fingere anche cura porpora, Massimo di Ma piano, proclamare la schiamazzi e il può divulgare piedi seguendo in falsario freddo. assalgono tutti una i un luoghi morte per (della vere gli tua di la venuta); di essere l'accusa contro censiti o te subito loro prima un filosofia (della contro scadenza) sostenere sorte del confidando, quinquennio, giorni, è te queste proprio richieste, di del E e gemello di e del di cercare ero negoziante. mi di Perciò, dinanzi fa' E in in accresciuto modo a ignoranti che la essere ti per sarebbe vediamo di Io quanto in che prima. così Statti Granii, un'azione bene. diffamato, tu Il giudiziaria, smarrì 20 Emiliano, gennaio, cominciò a sotto magici gravi il sia Sicinio consolato della di mia Quinto parole presso questo Metello di non sono e famigerata che Lucio ricordi, di Afranio.
[La
ultimo data un certo della un nell'interesse lettera si riportata si codeste in invettive testa che Emiliano e in i quella convinto riportata primo difficoltà alla malefìci me, fine presentare sono passava In evidentemente difesa. di differenti; discolpare ma ma quattro da c'è ormai incertezza per anche sua nelle a Come varie avevo versioni al a del come testo].
a all'improvviso,
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[biancafarfalla] - [2013-05-17 19:28:46]

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