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Cicerone - Epistulae - Ad Atticum - 1 - 15

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1.15

Scr. Romae Id. Mart. a. 693 (61).
CICERO ATTICO SAL.


Asiam Quinto, suavissimo fratri, obtigisse audisti. non enim dubito quin celerius tibi hoc rumor quam ullius nostrum litterae nuntiarint. nunc quoniam et laudis avidissimi semper fuimus et praeter ceteros file/llhnej et sumus et habemur et multorum odia atque inimicitias rei publicae causa suscepimus, pantoi/hj a)reth=j mimnh/skeo curaque <et> effice ut ab omnibus et laudemur et amemur.

[2] his de rebus plura ad te in ea epistula scribam quam ipsi Quinto dabo. tu me velim certiorem facias quid de meis mandatis egeris atque etiam quid de tuo negotio; nam ut Brundisio profectus es, nullae mihi abs te sunt redditae litterae. valde aveo scire quid agas. Idibus Martiis

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La Traduzione può essere visionata su Splash Latino - http://www.latin.it/autore/cicerone/epistulae/ad_atticum/01/15.lat


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