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Agostino - De Trinitate - Liber Iv - 5

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[III 5] Verum quod instat in praesentia quantum donat deus edisserendum est, quemadmodum simplum domini et saluatoris nostri Iesu Christi duplo nostro congruat et quodam modo concinat ad salutem. Nos certe, quod nemo christianus ambigit, et anima et corpore mortui sumus, anima propter peccatum, corpore propter poenam peccati ac per hoc et corpore propter peccatum. Vtrique autem rei nostrae, id est et animae et corpori, medicina et resurrectione opus erat ut in melius renouaretur quod erat in deterius commutatum. Mors autem animae impietas est et mors corporis corruptibilitas per quam fit et animae a corpore abscessus. Sicut enim anima deo deserente sic corpus anima deserente moritur, unde illa fit insipiens, hoc exanime. Resuscitatur ergo anima per poenitentiam, et in corpore adhuc mortali renouatio uitae inchoatur a fide qua creditur in eum qui iustificat impium, bonisque moribus augetur et roboratur de die in diem cum magis magisque renouatur interior homo. Corpus uero tamquam homo exterior quanto est haec uita diuturnior magis magisque corrumpitur uel aetate uel morbo uel uariis afflictationibus donec ueniat ad ultimam quae ab omnibus mors uocatur. Eius autem resurrectio differtur in finem cum et ipsa iustificatio nostra perficietur ineffabiliter. Tunc enim similes ei erimus quoniam uidebimus eum sicuti est. Nunc uero quamdiu corpus quod corrumpitur aggrauat animam et uita humana super terram tota temptatio est, non iustificatur in conspectu eius omnis uiuens in comparatione iustitiae qua aequabimur angelis et gloriae quae reuelabitur in nobis.

De morte autem animae a morte corporis distinguenda quid plura documenta commemorem, cum dominus in una euangelica sententia utramque mortem cuiuis facile discernendam posuerit ubi ait: Sine mortuos sepelire mortuos suos? Sepeliendum quippe corpus mortuum erat; sepultores autem eius per infidelitatem impietatis in anima mortuos intellegi uoluit quales excitantur cum dicitur: Surge qui dormis et exsurge a mortuis, et inluminabit te Christus. Detestatur autem quandam mortem apostolus dicens de uidua: Quae autem in deliciis agit uiuens mortua est. Anima igitur iam pia quae fuit impia propter iustitiam fidei dicitur ex morte reuixisse atque uiuere. Corpus autem non tantum moriturum propter animae abscessum qui futurus est, sed propter tantam infirmitatem carnis et sanguinis quodam loco in scripturis etiam mortuum dicitur loquente apostolo: Corpus quidem, inquit, mortuum est propter peccatum; spiritus autem uita est propter iustitiam. Haec uita ex fide facta est quoniam iustus ex fide uiuit. Sed quid sequitur? Si autem spiritus eius qui suscitauit Iesum ex mortuis habitat in uobis, qui suscitauit Iesum Christum a mortuis uiuificabit et mortalia corpora uestra per inhabitantem spiritum eius in uobis.

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[degiovfe] - [2011-04-11 09:17:30]

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