Agostino - De Trinitate - Liber Ii - 31
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[31] Nam et quo sequitur in exodo et dicit: Tegam manu mea super te donec transeam, et auferam manum et tunc uidebis posteriora mea. Multi israhelitae quorum tunc erat figura Moyses post resurrectionem domini crediderunt in eum tamquam iam uidentes posteriora eius remota manu eius ab oculis suis. Vnde et Esaiae talem prophetiam euangelista commemorat: Incrassa cor populi huius et aures eorum oppila et oculos eorum graua. Denique in psalmo non absurde intellegitur ex eorum persona dici: Quoniam die ac nocte grauata est super me manus tua; die fortasse cum manifesta miracula faceret nec ab eis agnosceretur; nocte autem cum in passione moreretur quando certius putauerunt sicut quemlibet hominem peremptum et exstinctum. Sed quoniam cum transisset ut eius posteriora uiderentur praedicante sibi apostolo Petro quia oportebat Christum pati et resurgere, compuncti sunt dolore poenitentiae ut fieret in baptizatis quo in capite psalmi eius dicitur: Beati quorum remissae sunt iniquitates et quorum tecta sunt peccata. Propterea cum dictum esset: Grauata est super me manus tua, tamquam domino transeunte ut iam remoueret manum et uiderentur posteriora eius, sequitur uox dolentis et confitentis et ex fide resurrectionis domini peccatorum remissionem accipientis: Conuersus sum, inquit, in aerumna dum confringeretur spina. Peccatum meum cognoui et iniustitiam meam non operui. Dixi: Pronuntiabo aduersum me iniustitiam meam domino, et tu dimisisti impietatem cordis mei. Neque enim tanto carnis nubilo debemus inuolui ut putemus faciem quidem esse domini inuisibilem, dorsum uero uisibile, quandoquidem in forma serui utrumque uisibiliter apparuit; in forma autem dei absit ut tale aliquid cogitetur. Absit ut uerbum dei et sapientia dei ex una parte habeat faciem, ex alia dorsum sicut corpus humanum, aut omnino ulla specie uel motione siue loco siue tempore commutetur.
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[degiovfe] - [2011-04-08 22:36:28]
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