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Agostino - De Trinitate - Liber Ii - 27

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[XVI 27] Est etiam quo plerique moueri solent quia scriptum est: Et locutus est dominus ad Moysen facie ad faciem sicut quis loquitur ad amicum suum, cum paulo post dicat idem Moyses: Si ergo inueni gratiam ante te, ostende mihi temetipsum manifeste ut uideam te, ut sim inueniens gratiam ante te et ut sciam quia populus tuus est gens haec, et paulo post iterum: Dixitque Moyses ad dominum: Ostende mihi maiestatem tuam. Quid est hoc quod in omnibus quae supra fiebant deus uideri per suam substantiam putabatur, unde a miseris creditus est non per creaturam sed per se ipsum uisibilis filius dei, et quod intrauerat in nebulam Moyses ad hoc intrasse uidebatur ut oculis quidem populi ostenderetur caligo nebulosa, ille autem intus uerba dei tamquam eius faciem contemplatus audiret? Et quomodo dictum est: Locutus est dominus ad Moysen facie ad faciem sicut quis loquitur ad amicum suum? Ecce idem dicit: Si inueni gratiam in conspectu tuo, ostende mihi temetipsum manifeste.

Nouerat uitque quod corporaliter uidebat, et ueram uisionem dei spiritaliter requirebat. Locutio quippe illa quae fiebat in uocibus sic modificabatur tamquam esset amici loquentis ad amicum. Sed deum patrem quis corporeis oculis uidet? Et quod in principio erat uerbum et uerbum erat apud deum et deus erat uerbum per quod facta sunt omnia, quis corporeis oculis uidet? Et spiritum sapientiae quis corporeis oculis uidet? Quid est autem: Ostende mihi temetipsum manifeste ut uideam te, nisi ostende mihi substantiam tuam? Hoc autem si non dixisset Moyses, utcumque ferendi essent stulti qui putant per ea quae supra gesta uel dicta sunt substantiam dei oculis eius fuisse conspicuam; cum uero hic apertissime demonstretur nec desideranti hoc fuisse concessum, quis audeat dicere per similes formas quae huic quoque uisibiliter apparuerant non creaturam deo seruientem sed hoc ipsum quod deus est cuiusquam oculis apparuisse mortalium?

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[degiovfe] - [2011-04-08 22:33:43]

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