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[9] Fortasse aliquis cogat ut dicamus etiam a se ipso missum esse filium quia ille Mariae conceptus et partus operatio trinitatis est qua creante omnia creantur. 'Et quomodo iam,' inquit, 'pater eum misit si ipse se misit?'
Cui primum respondeo quaerens ut dicat, si potest: quomodo eum pater sanctificauit si se ipse sanctificauit? Vtrumque enim idem dominus ait: Quem pater, inquit, sanctificauit et misit in hunc mundum, uos dicitis quia blasphemat quoniam dixi: Filius dei sum; alio autem loco ait: Et pro eis sanctifico me ipsum. Item quaero quomodo eum pater tradidit si ipse se tradidit. Vtrumque enim dicit apostolus Paulus: Qui filio, inquit, proprio non pepercit, sed pronobis omnibus tradidit eum. Alibi autem de ipso saluatore ait: Qui me dilexit et tradidit se ipsum pro me. Credo respondebit si haec probe sapit quia una uoluntas est patris et filii et inseparabilis operatio. Sic ergo intellegat illam incarnationem et ex uirgine natiuitatem in qua filius intellegitur missus una eademque operatione patris et filii inseparabiliter esse factam, non utique inde separato spiritu sancto de quo aperte dicitur: Inuenta est in utero habens de spiritu sancto.
Nam etiam si ita quaeramus, enodatius fortassis quod dicimus apparebit. Quomodo misit deus filium suum? Iussit ut ueniret, atque ille iubenti obtemperans uenit? An rogauit? An tantummodo admonuit? Sed quodlibet horum sit, uerbo utique factum est; dei autem uerbum ipse est dei filius. Quapropter cum eum pater uerbo misit, a patre et uerbo eius factum est ut mitteretur. Ergo a patre et filio missus est idem filius quia uerbum patris est ipse filius. Quis enim se tam sacrilega induat opinione ut putet temporale uerbum a patre factum esse ut aeternus filius mitteretur et in carne appareret ex tempore? Sed utique in ipso dei uerbo quod erat in principio apud deum et deus erat, in ipsa scilicet sapientia dei sine tempore erat quo tempore illam in carne apparere oporteret. Itaque cum sine ullo initio temporis in principio esset uerbum, et uerbum esset apud deum, et deus esset uerbum; sine ullo tempore in ipso uerbo erat quo tempore uerbum caro fieret et habitaret in nobis. Quae plenitudo temporis cum uenisset, misit deus filium suum factum ex muliere, id est factum in tempore ut incarnatum uerbum hominibus appareret; quod in ipso uerbo sine tempore erat in quo tempore fieret. Ordo quippe temporum in aeterna dei sapientia sine tempore est. Cum itaque hoc a patre et filio factum esset ut in carne filius appareret, congruenter dictus est missus ille qui in ea carne apparuit, misisse autem ille qui in ea non apparuit. Quoniam illa quae coram corporeis oculis foris geruntur ab interiore apparatu naturae spiritalis exsistunt, propterea conuenienter missa dicuntur. Forma porro illa suscepti hominis filii persona est, non etiam patris. Quapropter pater inuisibilis una cum filio secum inuisibili eundem filium uisibilem faciendo misisse eum dictus est; qui si eo modo uisibilis fieret ut cum patre inuisibilis esse desisteret, id est si substantia inuisibilis uerbi in creaturam uisibilem mutata et transiens uerteretur, ita missus a patre intellegeretur filius ut tantum missus non etiam cum patre mittens inueniretur. Cum uero sic accepta est forma serui ut maneret incommutabilis forma dei, manifestum est quod a patre et filio non apparentibus factum sit quod appareret in filio, id est ab inuisibili patre cum inuisibili filio idem ipse filius uisibilis mitteretur. Cur ergo ait: Et a me ipso non ueni? Iam hoc secundum formam serui dictum est, secundum quam dictum est: ego non iudico quemquam.
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[degiovfe] - [2011-04-08 22:20:50]