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Caput II
2. Quod nulla fuerit natura coaeterna Deo, ex qua mundum fecerit. Quomodo mundus ex nihilo, si ex materia informi factus. Conati sunt enim quidam persuadere Deum Patrem non esse omnipotentem: non quia hoc dicere ausi sunt, sed in suis traditionibus hoc sentire et credere convincuntur. Cum enim dicunt esse naturam quam Deus omnipotens non creaverit, de qua tamen istum mundum fabricaverit, quam pulchre ordinatum esse concedunt, ita omnipotentem Deum negant, ut non eum credant mundum potuisse facere, nisi ad eum fabricandum alia natura, quae iam fuerat, et quam ipse non fecerat, uteretur: carnali scilicet consuetudine videndi fabros et domorum structuros et quoslibet opifices, qui nisi adiuvantur parata materia, ad affectum suae artis pervenire non possunt. Ita etiam intelligunt fabricatorem mundi non esse omnipotentem, si mundum fabricare non posset, nisi eum aliqua non ab illo fabricata natura tanquam materies, adiuvaret. Aut si omnipotentem Deum fabricatorem mundi esse concedunt, fateantur necesse est ex nihilo eum fecisse quae fecit. Non enim aliquid esse potest, cuius creator non esset, cum esset omnipotens. Quia etsi aliquid fecit ex aliquo, sicut hominem de limo, non utique fecit ex eo quod ipse non fecerat; quia terram unde limus est, ex nihilo fecerat. Et si ipsum colum et terram, id est, mundum et omnia quae in eo sunt, ex aliqua materia fecerat, sicut scriptum est, Qui fecisti mundum ex materia invisa (Sap. 11,18), vel etiam informi, sicut nonnulla exemplaria tenent; nullo modo credendum est illam ipsam materiam de qua factus est mundus, quamvis informem, quamvis invisam, quocumque modo esset, per se ipsam esse potuisse, tanquam coaeternam et coaevam Deo: sed quemlibet modum suum, quem habebat, ut quoquomodo esset, et distinctarum rerum formas posset accipere, non habebat nisi ab omnipotente Deo, cuius beneficio est res non solum quaecumque formata, sed etiam quaecumque formabilis. Inter formatum autem et formabile hoc interest, quod formatum iam accepit format, formabile autem potest accipere. Sed qui praestat rebus formam, ipse praestat etiam posse formari: quoniam de illo et in illo est omnium speciosissima species incommutabilis; et ideo ipse unus est qui cuilibet rei, non solum ut pulchra sit, sed etiam ut pulchra esse possit attribuit. Quapropter rectissime credimus omnia Deum fecisse de nihilo: quia etiam si de aliqua materia factus est mundus, eadem ipsa materia de nihilo facta est, ut ordinatissimo Dei munere prima capacitas formarum fieret, ac deinde formarentur quaecunque formata sunt. Hoc autem diximus, ne quis existimet contrarias sibi esse divinarum Scripturarum sententias, quoniam et omnia Deum fecisse de nihilo scriptum est, et mundum esse factum de informi materia. 3. Credentes itaque in Deum Patrem omnipotentem, nullam creaturam esse, quae ab omnipotente non creata sit, existimare debemus. Et quia omnia per verbum creavit, quod Verbum et Veritas dicitur (Ioan. 14,6), et Virtus et Sapientia Dei (1Cor 1,24), multisque aliis insinuatur vocabulis qui nostrae fidei Iesus Christus Dominus commendatur, liberator scilicet noster et rector Filius Dei; non enim Verbum illud per quod sunt omnia condita, generare potuit nisi ille qui per ipsum condidit omnia.
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[degiovfe] - [2011-04-12 12:52:36]