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XXV. 46. Itaque frater confirma te ipsum in ejus nomine atque adjutorio cui credis, adversus lignuas eorum qui fidem nostram irrident, de quibus diabolus seductoria verba loquitur, maxime volens irridere fidem resurrectionis. Sed ex te ipso crede futurum te esse cum fueris, quando cum ante non fueris, nunc esse te vides. ubi enim erat ista moles corporis tui et ista forma membrorumque compago ante paucos annos, prius quam natus, vel etiam prius quam in matris utero conceptus esses, ubi erat haec moles et haec statura corporis tui? [Psal. (cxxxviii.) cxxxix. 13-16] Nonne de occultis hujus creaturae secretis, Domino Deo invisibiliter formante, processit in lucem, certisque aetatum incrementis in istam magnitudinem formamque surrexit? Numquid ergo difficile est Deo, qui etiam aggeres nubium ex occulto in momento contrahit, et contegit caelum in ictu temporis, reddere istam quantitatem corporis tui sicut erat, qui eam facere potuit sicut non erat? Crede ergo fortiter et inconcusse, quia omnia, quae videntur quasi pereundo humanis oculis subtrahi, salva et integra sunt omnipotentiae Dei: qui ea cum voluerit, sine ulla mora et difficultate reparabit, ea dumtaxat quae justitia ejus reparanda esse judicat: ut in his corporibus reddant homines factorum suorum rationem, in quibus ea fecerunt; et in his mereantur aut commutationem caelestis incorruptionis pro meritis pietatis, aut corruptibilem corporis conditionem pro meritis iniquitatis, non quae morte solvatur, sed quae materiam sempiternis doloribus praebeat.
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[degiovfe] - [2011-04-12 18:07:43]