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30. Itaque constituit eos in quodam loco perpetuae beatitudinis, quem appellat Scriptura paradisum; praeceptumque illis dedit, quod si non transgrederentur, in illa semper immortalitatis beatitudine permanerent: si autem transgrederentur, supplicia mortalitatis expenderent. Praesciebat autem Deus eos transgressuros: sed tamen quia conditor est et effector omnis boni, magis eos fecit, quando fecit et bestias, ut impleret terram bonis terrenis. Et utique melior est homo etiam peccator, quam bestia. Et praeceptum quod non erant servaturi, magis dedit, ut essent inexcusabiles [Rom. i. 10], cum in eos vindicare coepisset. Quidquid enim homo fecerit, laudabilem in suis factis invenit Deum: si recte egerit, laudabilem invenit per justitiam praemiorum: si peccaverit, laudabilem invenit per justitiam suppliciorum: si peccata confessus ad recte vivendum redierit, laudabilem invenit per misericordiam indulgentiarum. Cur ergo non faceret Deus hominem, quamvis eum peccaturum praenosceret, cum et stantem coronaret, et cadentem ordinaret, et surgentem adjuvaret, semper et ubique ipse gloriosus bonitate, justitia, clementia? maxime quia et illud praesciebat, de propagine mortalitatis ejus futuros sanctos, qui non sibi quaererent, sed Creatori suo gloriam darent, et eum colendo ab omni corruptione liberati, cum angelis sanctis semper vivere et beate vivere mererentur? Qui enim hominibus dedit liberum arbitrium, ut non servili necessitate, sed ingenua voluntate Deum colerent, dedit etiam angelis: et ideo nec angelus, qui cum spiritibus aliis satellitibus suis superbiendo deseruit obedientiam Dei et diabolus factus est, aliquid nocuit Deo, sed sibi. Novit enim Deus ordinare deserentes se animas, et ex earum justa miseria inferiores partes creaturae suae convenientissimis et congruentissimis legibus admirandae dispensationis ornare. Itaque nec diabolus aliquid Deo nocuit, quia vel ipse lapsus est, vel hominem seduxit ad mortem: nec ipse homo in aliquo minuit veritatem aut potestatem aut beatitatem Conditoris sui, quia conjugi suae seductae a diabolo ad id quod Deus prohibuerat, propria voluntate consensit. Justissimis enim Dei legibus omnes damnati sunt, Deo glorioso per aequitatem vindictae, ipsi ignominiosi per turpitudinem poenae: ut et homo a suo creatore aversus victus diabolo subderetur, et diabolus homini ad Creatorem suum converso vincendus proponeretur; ut quicumque diabolo usque in finem consentirent, cum illo irent in aetern supplicia; quicumque autem humiliarent se Deo, et per ejus gratiam diabolum vincerent, aeterna praemia mererentur.
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[degiovfe] - [2011-04-12 17:53:16]